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Mettere in scena le pulsioni delle piazze mediterranee a tre anni esatti dalla rivoluzione tunisina dei gelsomini, con l’idea che l’arte del racconto può essere utile per non dimenticare la storia di un popolo. È per questo che è nata “Dégage!”, una lettura teatrale di quanto avvenuto dopo il regime di Ben Alì.  L’idea degli organizzatori è di utilizzare il palco come un nuovo filone storico e culturale.

UN CORTO PER RACCONTARE
Perciò il  prossimo fine settimana a Roma verrà proiettato il cortometraggio “La sopravvissuta”  ispirato dal libro Prima che Sia Buio di Ilaria Guidantoni – a cura dell’Associazione Culturale Gli Utopisti. Da un’idea del regista Massimo Belli, la proiezione trae spunto anche dal messaggio e dalle iniziative per un teatro del Mediterraneo, promossi dalle manifestazioni di Marsiglia, capitale europea della cultura nel 2013 e nuovo faro sul Mediterraneo.

PIAZZE E PALCO
Dalla scintilla della rivolta tunisina ad un Paese provato da crisi economiche e politiche. “Tout l’argent dans ma poche” è il titolo della vera storia del rais Ben Alì e della sua Leila, la cosiddetta reggente di Cartagine. Un’occasione per mettere in luce il post rivoluzione, fino alla transizione, solo in parte risveglio, dal quale il Paese fatica ad emergere. E ancora, la propagazione della protesta, le guerre civili, gli episodi drammatici dei naufragi e, più in generale, il terremoto che sta scuotendo il Mediterraneo. Tutti elementi scenici con l’obiettivo di porre un interrogativo. A che punto è il processo democratico tunisino? Come può l’Europa smettere i panni di osservatore stanco di dinamiche e derive, ma farsi invece regista dei cambiamenti?

LA CONSORTE DI BEN ALI
Altro fronte altamente simbolico quello fotografico, con una mostra di scatti del presidente Ben Alì in cui il leader dice “la Tunisia è sempre nel mio cuore”, frase interpretata dal popolo con “tutto il denaro è nelle mie tasche”. Un passaggio che riporterà alla mente lo scoppio della rivolta e i retroscena, la vera storia di Leila Trabelsi, consorte di Ben Ali, l’artefice di quelli che alcuni osservatori considerano i giorni peggiori del regime. La pièce illustra come per l’autore come il potere e l’avidità siano l’anticamera di ogni rivolta, raccontando la genesi della rivolta tunisina, così vicina e così poco conosciuta. L’auspicio dell’iniziativa teatrale è ricostruire il ponte dimenticato quando prima del 1881 – in occasione dell’episodio dello schiaffo di Tunisi, ai tempi di Bettino Ricasoli – gli italiani erano la comunità più importante di Tunisia, quasi fosse un prolungamento della Sicilia.

La rivoluzione tunisina arriva a teatro

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