Skip to main content

Ho letto con molta attenzione l’articolo dell’ingegner Marcello Spagnulo nel numero di luglio di Airpress nel quale, nel descrivere la sollecitazione da parte del generale Saltzman, capo di Stato maggiore della Us Space force per una più stretta integrazione militare tra alleati anche nel dominio spaziale, rilevava una risposta europea poco reattiva e raccomandava al governo italiano di superare la stagione delle conferenze e mettere in campo una nuova governance lungimirante e spinta da una più precisa volontà politica.

Ho condiviso molte delle cose scritte da Spagnulo, un riferimento autorevole per chi si interessa od opera nel settore spaziale, ma non vorrei che questa critica fosse indirizzata anche alla Difesa italiana, fortemente impegnata nell’elaborazione di una nuova politica spaziale, anche attraverso l’interazione e il confronto con le molteplici realtà civili, commerciali e internazionali. Proprio l’organismo al quale mi onoro di appartenere, il Centro studi militari aeronautici «Giulio Douhet» (Cesma), in quest’ottica, ha inteso pianificare nella stagione 2023/2024 una serie di dibattiti e conferenze sull’argomento per sollecitare così il confronto e approfondire la discussione sul settore.

Vero è comunque che la Difesa ha bisogno di aggiornare la propria governance sia per rimanere al passo con l’evoluzione dello spazio militare sia per rendere più efficiente e tempestivo il procurement di capacità. L’Italia non avrà mai una specifica Forza armata che si occupi delle esigenze del dominio spaziale (come la Space force negli Usa), ma appare sempre più urgente assegnare a una Forza armata di riferimento le responsabilità di protezione degli assetti e conduzione delle operazioni spaziali e, per competenza, la scelta appare obbligata.

Da un punto di osservazione esterno si percepisce, inoltre, l’urgenza di una legge per lo Spazio (promessa dal ministro Urso entro la fine del ‘24) in quanto visibile è un certo scollamento tra le attività istituzionali civili, che in questi anni stanno ricevendo ampi finanziamenti anche legati alla possibilità di accedere ai fondi del Pnrr, e quelle militari.

Il mondo civile istituzionale sembra muoversi in autonomia con progetti come la costellazione Iride e il Ssa/Sst di Matera che non sembrano abbiano a riferimento anche le esigenze della comunità difesa. In questo ci si trova pienamente d’accordo con Spagnulo in merito alla governance nazionale che istituita con la legge 7 del 2018 sembra operare, ora, in maniera distorta, con un Ufficio spazio dalle ampie attribuzioni, ma scarse relazioni funzionali con gli enti istituiti dalla stessa legge 7, come ad esempio il Comitato interministeriale Comint e l’ufficio del Consigliere militare della Presidenza del Consiglio, cinghia di trasmissione con lo Stato maggiore della Difesa.

Ci si muove in Italia in controtendenza con l’indirizzo dominante dei governi occidentali di riferimento nel settore spaziale, anche quelli con dimensioni e ruolo paragonabili all’Italia; nel Regno Unito, per esempio, il documento di Politica spaziale nazionale è stato elaborato in coordinamento e congiunzione con quello della Difesa, proprio per rimarcare la necessità di un’intima connessione che queste entità devono mantenere.

Va certamente riconosciuto quanto sia complesso e difficile elaborare un documento di politica spaziale militare che sia ragionevolmente visionario ed ambizioso, sia in grado di immaginare il futuro, che tenga conto realisticamente delle risorse sia finanziarie sia umane (perché non cominciare a pensare al outsourcing del engineering support) e che rappresenti una linea guida di riferimento reale in grado di definire chiaramente priorità, politiche di acquisizione e un indirizzo sulle tecnologie più rilevanti. Questo è vieppiù complesso visti gli sviluppi incalzanti che il settore spazio attraversa con il “boom” della Space economy e la conseguente ingombrante presenza di capacità spaziali commerciali (in grado di influenzare eventi bellici come quelli in Ucraina), il miglioramento della microelettronica commerciale che ha reso possibili satelliti più piccoli in Leo/Geo, la progettazione e la produzione digitali che hanno accelerato i tempi di sviluppo e integrazione, nuovi modelli di business che hanno ridotto i costi di lancio ma soprattutto il nuovo scenario di sicurezza spaziale con assetti e capacità vulnerabili alla attività di counterspace degli avversari.

In ambito del dipartimento della Difesa Usa, i cui budget per il settore non sono certo confrontabili con quelli europei della difesa, si osserva comunque la continua ricerca di soluzioni efficaci ma al tempo stesso economiche. Molto innovativa e promettente appare la politica del Dod verso il mondo commerciale del Remote sensing, in fortissimo fermento ed evoluzione. La linea guida è quella di portare avanti una acquisizione di sistemi specificatamente militari solo dopo aver verificato che il settore commerciale (nazionale) non sia in grado di offrire capacità simili/comparabili alle esigenze della difesa.

È un indirizzo coraggioso (non credo incontri il totale plauso dell’industria militare Usa), pragmatico e in grado di indirizzare il budget difesa in maniera sempre più efficace. Ovvio che una tale politica non potrebbe mai essere applicata in Italia dove il settore delle imprese commerciali nazionali non è in grado di offrire, con propri sistemi, capacità spaziali strategiche “spinte” come quelle Usa; ma una traduzione di questa politica statunitense alla realtà italiana potrebbe essere quella di sfruttare la dualità della tecnologia spaziale, verificando preventivamente che le iniziative civili, che generalmente partono dall’Agenzia spaziale o da fondi nazionali attestati in Esa, possano essere rimodulate e reindirizzate per soddisfare anche esigenze difesa; valutare la fattibilità di questa operazione, quindi, prima di avviare programmi specificatamente militari.

L’Italia è il paese che per primo ha progettato, sviluppato, realizzato, lanciato e operato un sistema pienamente duale: Cosmo SkyMed; abbiamo insegnato al mondo come la tecnologia consenta di poter utilizzare un unico sistema per esigenze diverse e a diverso grado di sicurezza, ma tutta questa esperienza sembra si sia persa o non la si ritenga più attuale o conveniente da perseguire. In quell’ottica di sistema Paese, la politica spaziale difesa potrebbe dare un più ampio respiro tecnologico e una più profonda portata strategica anche a programmi spaziali civili come quelli del Pnrr che sembrano carenti di afflato innovativo e di una platea di “committed users”.

La politica spaziale USA in questo senso indica la strada di far uso ragionevole e oculato della Space economy per ciò che tale incredibile fase storica può dare alla capacità spaziale militare. In Europa e in Italia non possiamo contare su colossi come SpaceX o Amazon, ma il nostro mondo commerciale presenta delle assolute eccellenze su cui la difesa italiana potrebbe far leva.

Alcune aziende hanno realizzato capacità commerciali nel downstream che potrebbero risultare di assoluta rilevanza per la difesa qualora, ad esempio, si puntasse a realizzare quello che la guerra in Ucraina sta dimostrando essere aspetto molto importante, cioè l’accesso a dati di Intel, anche a livello delle truppe in operazioni. Nel mondo del upstream, grazie a capacità imprenditoriali di assoluta rilevanza sono state realizzate piattaforme spaziali che possono agire da test bed per payload di varia natura, fino ad arrivare ad una piena logistica spaziale. In quest’ottica, per la difesa, avere una logistica spaziale operante ed efficace pone in una diversa prospettiva ogni futura capacità spaziale militare.

Non vi è dubbio che, concomitante allo sviluppo di una nuova legge per lo spazio, è urgente definire la politica spaziale militare nazionale per aprirsi al mondo commerciale così promettente; un esercizio complesso che, per essere utile, ha bisogno dei suoi tempi e di un approfondito lavoro di raccolta dati, confronto e visione strategica.

(Articolo pubblicato su Airpress 147 di settembre 2023)

Difesa spaziale, serve una sinergia militare-civile. Scrive Bianchi

Di Lucio Bianchi

È necessaria un’integrazione militare nello spazio, ma l’Europa appare ancora lenta nel rispondere a tale esigenza. È quindi il momento per il governo italiano di adottare una governance più determinata, anche per quanto riguarda la Difesa, con una politica spaziale militare aperta al mondo commerciale. L’analisi del generale Lucio Bianchi, consulente spazio per il Cesma e già membro del Consiglio tecnico scientifico dell’Asi

Politica estera, non solo Mattarella. Parole chiare da Meloni e Schlein

Il Quirinale “aiuta” le due rivali. Entrambe sono sostenitrici di una linea chiara su Ucraina e Medio Oriente, basata sul sostegno alle democrazie, soprattutto quando sono aggredite dai nuovi aspiranti dominatori

Intelligenza artificiale e ingegneria civile. Tutti i vantaggi nell'analisi di Valori

In futuro, l’intelligenza artificiale diventerà uno strumento importante nel campo dell’ingegneria civile, fornendo un forte supporto allo sviluppo e al progresso di questo settore. L’analisi di Giancarlo Elia Valori

Tra Meloni e Schlein c'è lo spazio per il centro. Parla Gargani

Dagli anni ’90 la politica è cambiata: partiti personali e fine delle ideologie hanno impoverito il dibattito anche all’interno degli stessi partiti. Dallo scorso settembre, però, secondo Giuseppe Gargani, qualcosa è cambiato: la vittoria di Meloni, e il suo governo, hanno un posizionamento politico definito. Questo può provocare una reazione che comprende anche la rinascita del centro

Un anno dell’americana Bogdan-Martin all’agenzia Onu per le Tlc. Scrive Mayer

Con la vittoria sul candidato di Mosca nella corsa all’Itu, Washington ha rilanciato il suo impegno nelle organizzazioni internazionali. Una svolta importante per due ragioni. Ecco quali

Israele, l’attacco di Hamas avrà conseguenze regionali?

Per Giuseppe Dentice (CeSI), il rischio è che dopo l’attacco di Hamas si apra una guerra totale, con potenziali riflessi su equilibri regionali. In ballo, per esempio, il dossier della normalizzazione israelo-saudita, aggiunge Cinzia Bianco (Ecfr)

L'offensiva di Hamas e gli errori di Tel Aviv visti da Kuperwasser

Secondo il generale Yossi Kuperwasser, già capo della divisione ricerca dell’intelligence militare israeliana e direttore generale del ministero degli Affari strategici, l’attacco di questa mattina ha preso totalmente alla sprovvista le forze di sicurezza di Tel Aviv, e ha dimostrato quanto la strategia impiegata sino ad ora nel gestire Hamas sia fallimentare

Economia circolare e ristorazione veloce. Il caso McDonald’s Italia

La circolarità degli imballaggi è stata al centro di una ricerca, “Economia circolare e ristorazione veloce: raccolta e riciclo degli imballaggi cellulosici, il caso McDonald’s Italia”, curata da Duccio Bianchi per Comieco, e presentata a Roma nel corso di un convegno organizzato insieme a McDonald’s e Seda International Packaging Group, con la partecipazione degli eurodeputati Mercedes Bresso e Massimiliano Salini

Il vero obiettivo di Hamas è Mbs. L'analisi di Arditti

Oggi microfoni e telecamere sono rivolti al sud d’Israele, è la cronaca. Ma chi deve capire sa che l’attacco di Hamas è a Riad, sperando nella violenta reazione israeliana come strumento capace di ricompattare il fronte islamico

Salario minimo, se a deciderlo è una sentenza. Il commento dell'avv. Fava

La macroscopica inadeguatezza di un salario di 4,60 euro l’ora è indubbia e assolutamente condivisibile; tuttavia, appare azzardato che una simile considerazione venga lasciata ad un Tribunale, il quale si sostituirebbe al ruolo ricoperto dalla contrattazione collettiva, incaricata di aggiornare e rideterminare i minimi tabellari del Ccnl

×

Iscriviti alla newsletter