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In apparenza è solo un convegno, certamente significativo per disegnare il perimetro della nuova Europa attraverso lo strumento partitico del Ppe. Ma, nei fatti, è una kermesse-simbolo per tentare di comprendere qualcosa in più su come il centrodestra italiano post berlusconiano possa immaginare una nuova veste per nuovi orizzonti.

Punto di partenza la consapevolezza di dover offrire una casa comune a quella consistente fetta di elettorato che non è socialista, o tendenzialmente non di sinistra, neppure nella versione renziana, ma che si ritrova in quei valori popolari ed europei di un centrodestra “classico”. Che oggi vive il subbuglio delle tensioni interne al Pdl, e anche le strategie/ incertezze sul proseguio dell’esperienza centrista montiana.

Popolari Italiani unitevi
In questo contesto si inserisce l’evento promosso domani a Roma dall’Associazione “Popolari Italiani per l’Europa” presso la Sala delle Bandiere del Parlamento europeo. La Sfida dei Popolari Italiani è per un’Europa Politica, soprattutto nell’ottica di un movimento che li traghetti verso il Partito Popolare Italiano nel Ppe. Un appuntamento a cui il panel dei relatori dice più di progetti e manifesti: gli eurodeputati Giuseppe Gargani e Potito Salatto a fare da padroni di casa; Angelino Alfano, Lorenzo Cesa e Mario Mauro.

Da Scelta civica a…?
Il ministro della Difesa Mario Mauro ha dalla sua un peso specifico trasversale non da poco. Oltre ad essere stato il punto di riferimento pidiellino all’interno del Parlamento Europeo (per due volte vicepresidente e capodelegazione biancarossaeverde) è stato il primo esponente politico lo scorso anno a passare dal Pdl ai montiani di Scelta civica. Un pioniere, secondo alcuni, all’interno di quell’embrione che sarebbe dovuta essere la nuova casa dei moderati-popolari italiani. Anche la sua partecipazione nel governo di Enrico Letta è ascrivibile non solo alla storica vicinanza con il movimento di Comunione e Liberazione, ma anche ad un suo sub-strato popolare che ne ha caratterizzato da subito le dinamiche politiche.

Scissionisti sì, ma popolari
Indicativa in questo senso sarà la presenza del segretario Pdl Angelino Alfano, fresco timoniere della Fondazione Alcide De Gasperi (testimone passatogli dall’ex ministro degli esteri Franco Frattini) e soprattutto autore dello strappo con il Cavaliere dieci giorni fa e che ha costretto il leader a votare la fiducia all’esecutivo, spostando la crisi dal governo a piazza San Lorenzo in Lucina. Dunque aprendo una nuova fase nel partito berlusconiano, con da un lato la truppa dei governativi che spingono per un azzeramento delle ali antieuropee (come i falchi Daniela Santanché e Sandro Bondi) e dall’altro i lealisti capeggiati da Raffaele Fitto che chiedono il congresso. Nel mezzo i destini tutt’altro che chiari del fu Pdl ora Forza Italia. Un passaggio, quello europeo, determinante per il futuro del partito anche perché a giorni verrà valutato dalla segreteria generale del Ppe la domanda di ammissione avanzata proprio da Forza Italia, ma con lo scoglio rappresentato dalla situazione giudiziaria di Silvio Berlusconi, considerata da fonti del Ppe ostativa a un approdo all’interno dello stesso Ppe. A cui invece il Pdl partecipa già da tempo.

Nodo elezioni europee
Ecco che quindi le prossime elezioni europee di maggio vengono viste come un vero e proprio spartiacque non solo per la futura composizione dell’emiciclo di Bruxelles, quanto soprattutto per i destini italiani. Chiamati, questa volta dopo il 1993, a dover nuovamente decidere come etichettare e soprattutto come riempire la casa/cosa bianca dei popolari d’Italia.

twitter@FDepalo

Benvenuti al raduno popolare dei moderati italiani (in vista delle Europee)

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