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Prove di dialogo negli Stati Uniti, dove si prova a superare l’impasse che ha portato allo shutdown che tiene col fiato sospeso l’America e il mondo. Il presidente della Camera John Boehner, durante una breve conferenza stampa, ha fatto sapere che i repubblicani della Camera offriranno al presidente Barack Obama una proposta per alzare temporaneamente il tetto del debito americano, in cambio dell’avvio di serie trattative sul budget.

LA PROPOSTA DI BOEHNER
Boehner lo ha detto, sottolineando che l’aumento, della durata di sei settimane, dovrebbe dare tempo per procedere con i negoziati sul bilancio. La proposta dei repubblicani non prevede la fine dello shutdown e la ripresa delle attività delle agenzie federali. “Abbiamo provato a parlare con i democratici, ma loro non vogliono trattare, nessuno in un negoziato ottiene tutto quello che vuole“, ha detto Boehner, sottolineando che la proposta repubblicana è “uno sforzo fatto in buona fede” per incontrare il presidente Barack Obama a metà strada. È previsto per oggi alle 16.35, le 22.35 in Italia, un incontro, il primo da quando è iniziato lo shutdown tra il presidente americano e i leader repubblicani nella Roosevelt Room della Casa Bianca.

LA RISPOSTA DI OBAMA
Non è tardata la reazione di Barack Obama all’apertura dei Repubblicani. Il presidente americano si è detto deluso dal fatto che lo speaker Boehner stia “impedendo ai suoi membri di venire alla Casa Bianca“. Lo ha reso noto il portavoce della White House, Jay Carney. Il riferimento di Obama è all’annuncio dell’ufficio di Boehner, che ha fatto sapere che sarà solo un piccolo gruppo di repubblicani della Camera a incontrare il presidente. La Casa Bianca aveva invitato tutti i 232 parlamentari. Il portavoce Carney, attribuendo la responsabilità dello shutdown ai Repubblicani della Camera, ha affermato che il presidente voleva parlare direttamente con “i membri che hanno costretto il Paese a questa crisi economica su come lo shutdown e il mancato pagamento dei conti del Paese potrebbero devastare l’economia“.

GLI OCCHI DEL MONDO
Un timore, quello delle ripercussioni di un mancato accordo, che coinvolge il resto del mondo. Ad essere preoccupata è soprattutto la Cina, il maggior detentore al mondo in buoni del Tesoro Usa, che negli scorsi giorni ha chiesto all’America di “garantire la sicurezza” dei propri investimenti. Ombre anche sulla possibilità che i temporanei tagli all’intelligence dovuti al mancato accordo sul debito consentano ancora agli Stati Uniti di garantire la sicurezza della Nazione e dei suoi alleati. Positivo invece il commento del governatore centrale della Banca centrale europea, Mario Draghi, ha fatto sapere che “il mondo ha fiducia in un accordo su shutdown Usa“.

Shutdown, lo scetticismo di Obama sulle aperture repubblicane

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