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Fabio Panetta, governatore di Bankitalia e gran sostenitore, nonché promotore ai tempi della sua esperienza nel Comitato esecutivo della Bce, delle monete digitali con corso legale, lo ha detto proprio due giorni fa, a Riga. L’euro digitale “oltre a semplificare la vita dei cittadini europei, offrirebbe opportunità a livello internazionale qualora fosse reso disponibile al di fuori dell’area dell’euro o impiegato per pagamenti in valuta”.

La strada per una valuta virtuale ma molto più reale di quanto possa essere un bitcoin, è ormai tracciata. Le banche centrali di Europa, Cina, e Stati Uniti, su tutte, sono al lavoro per l’emissione di valute digitali sul mercato. Strumenti alternativi delle banconote, ma non certo in grado di mandare in pensione anticipate biglietti e monete.

LA CORSA ALLE MONETE DIGITALI

Problema. Se la Cina è un pezzo avanti, con i primi test a livello locale, non si può dire lo stesso degli Stati Uniti. E questo nonostante in questi ultimi anni, soprattutto dal 2021 in avanti, non siano mancati gli appelli del Congresso e di molti economisti, per una pronta risposta alla sfida cinese. Ma gli esperti dell’Atlantic Council hanno pochi dubbi: la Federal Reserve è in ritardo sulla tabella di marcia. Tutto nero su bianco in un report firmato da Josh Lipsky e Ananya Kumar, per i quali “il 2024 sarà un anno di divergenze tra le principali banche centrali del mondo. La fonte di questa divisione non saranno i tassi di interesse (mercoledì è in programma la riunione della Fed che dovrebbe lasciare ancora invariati i tassi, ndr) o il quantitative easing: sarà la tecnologia.

“Negli ultimi dodici mesi, alcune delle più grandi banche centrali del mondo hanno fatto passi da gigante nello sviluppo delle valute digitali e dei sistemi di pagamento veloci. Ciò include la Banca centrale europea, la Banca d’Inghilterra, la Banca del Giappone, la Reserve Bank of India e la Banca popolare cinese”, scrivono i due economisti. “In India, ad esempio, i test sul progetto della rupia digitale si stanno espandendo, raggiungendo il traguardo di oltre un milione di transazioni al giorno elaborate dalle banche commerciali in tutto il Paese. Nell’Eurozona, la Bce è ora nella fase di preparazione di un test di un euro digitale”.

IL RITARDO AMERICANO

Ed ecco il punto. “Sfortunatamente, la Federal Reserve non sembra essere sulla stessa lunghezza d’onda. In questo momento, l’innovazione tecnologica dei pagamenti è in ritardo rispetto ai suoi pari e concorrenti. Un modo per valutare tale ritardo e monitorare le risorse disponibili all’interno della banca centrale per la ricerca e lo sviluppo. Ebbene, se la Banca popolare cinese, ad esempio, conta più di trecento persone dedite al lavoro sulla valuta digitale, nell’intero sistema della Federal Reserve statunitense, ce ne sono meno di venti. La Banca d’Inghilterra dispone di una task force congiunta ufficiale e di un sito web dedicato per rispondere alle domande più comuni”. Insomma, gli Stati Uniti devono dare gas, o la distanza potrebbe essere incolmabile.

Conclusione. “Se invece di pensare all’innovazione in modo difensivo, il governo americano dovrebbe guidare l’innovazione dei pagamenti da una posizione di forza. In qualità di emittente della valuta di riserva mondiale, la Fed ha un’opportunità unica di stabilire standard e influenzare sviluppi costruttivi sul futuro dei pagamenti. Sfruttando la propria influenza sul Fondo monetario internazionale, sul G20 e sul Comitato per i pagamenti e le infrastrutture di mercato, gli Stati Uniti possono contribuire a stabilire questi standard. Senza la loro leadership, altri riempiranno il vuoto”.

IL FATTORE TRUMP

Attenzione però, perché la corsa verso il dollaro digitale potrebbe finire anche peggio. Non bisogna mai dimenticare che finanza e politica negli Stati Uniti, vanno di pari passo. E Donald Trump, possibile futuro nuovo presidente (bis), potrebbe metterci una pietra sopra. Da un comizio nel New Hampshire, è arrivata l’antifona. “Come vostro presidente, non permetterò mai la creazione di una valuta digitale emessa da una banca centrale”. Mercati avvisati.

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