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Più, meno o uguale? Quanto peserà sulle spalle delle famiglie la nuova service tax decisa dal governo Letta dopo l’abolizione della prima rata del 2013 sulle prime case? Nonostante il disaccordo di Bruxelles, l’esecutivo continua a sottolineare che si è trattato di una scelta di equità. Ma qualche preoccupazione in più potrebbe nascere spulciando la bozza del Pnr (Programma Nazionale di Riforma che individua le priorità statali da indicare a Bruxelles ogni anno).

Più equità, ma più tasse nel complesso?

Nella bozza non pubblica del documento che Formiche.net ha letto, si specifica che ci sarà, oltre alla tassa di imposizione sull’immobile, una componente diretta a tassare i servizi indivisibili e la gestione dei rifiuti. Come a dire, tuteliamo i meno abbienti per poi rifarci comunque su di loro spremendoli con la tassazione sui consumi.

Ma il premier Enrico Letta e il ministro dell’Economia Fabrizio Saccomanni riusciranno a non farsi tentare da un gettito maggiorato rispetto a quello dell’Imu del governo Monti? “La modifica apportata all’Imu, con l’eliminazione, per le prime abitazioni e i terreni e fabbricati agricoli, della prima rata per il 2013 – è scritto nella bozza – è un segnale del governo verso una rivisitazione della tassa in un’ottica di maggiore equità eliminando le penalizzazioni per le fasce più deboli che risultavano dalla struttura della tassa, introdotta in un momento di emergenza”. L’accordo politico raggiunto per la sua sostituzione con una service tax “permetterà di consolidare questo approccio e di muoversi verso il federalismo fiscale, poiché la nuova tassa manterrà la parte di imposizione sull’immobile e in più avrà una componente diretta a tassare i servizi indivisibili e la gestione dei rifiuti“.

Tassazione del possesso + tassazione dei consumi

Con la service tax, prosegue il documento in fase di elaborazione al ministero dell’Economia e delle Finanze, “si passerà alla tassazione dei consumi oltre che del possesso e quindi verrà applicata non solo al proprietario ma anche al locatario. A questo si aggiunge anche la volontà di restituire ai Comuni la base immobiliare propria territoriale e la piena facoltà di rimodulare agevolazioni e aliquote, all’interno di un massimale nazionale. Anche la organizzazioni internazionali hanno raccomandato di rivedere la tassa in modo più equo”.

Una revisione ancora incompiuta

Tuttavia, si legge ancora nella bozza, “manca ancora una revisione compiuta della tassazione, a fronte di mutamenti frequenti e pervasivi dell’ordinamento tributario che hanno generato costi aggiuntivi di adempimento e, soprattutto, incertezza”.

Come sarà la Service Tax. Report di Letta e Saccomanni

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