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Enrico Letta cresce, il Partito democratico cala. Nell’ultimo Osservatorio socio-politico di Lorien Consulting emerge ancora una situazione piuttosto critica del Paese a fronte di una classe politica troppo preoccupata e rivolta a questioni “di Palazzo”, in contrasto al bisogno da parte dei cittadini di stabilità e di riforme. Si registrano anche pareri positivi sul governo, sempre in vantaggio sul piano del consenso popolare rispetto all’esecutivo di Mario Monti, mentre cala nelle intenzioni di voto il Pd.

Letta ancora credibile
Cala, ma in maniera assolutamente fisiologica, il giudizio positivo del governo, al 53%, 3 punti in meno di tre settimane fa. Ma il dato è che il Governo Letta si mantiene su livelli positivi e sempre superiori ai corrispettivi del Governo Monti. Parimenti immobile la percezione diffusa che
l’esecutivo resterà stabile fino all’approvazione di una nuova legge elettorale (27%) se non addirittura fino a fine legislatura (26%).

Voglia di governo
Al primo posto nelle richieste dei cittadini c’è ancora l’occupazione, (32%) e investimenti per la ripresa: in particolar modo investimenti pubblici e sostegno alle Pmi (27%), con l’ingresso nella parte superiore di questa classifica della riduzione degli stipendi dei politici (31%). Sostanziale approvazione da parte degli italiani per i primi cento giorni del governo Letta, anche se non rinunciano a ribadire che, seppur positivo, il lavoro svolto dal Governo è ancora troppo poco incisivo (40%) rispetto alle reali esigenze di tutto il tessuto nazionale (imprenditoriale, dei dipendenti, nel pubblico come nel privato). Gli scandali e le polemiche che hanno coinvolto alcuni ministri sembrano non coinvolgere però la tenuta del Governo.

Provvedimenti e commenti
I cittadini si dimostrano molto inclini ad una legge sullo ius soli, con il 77% d’accordo a concedere la cittadinanza a chiunque nasca in Italia, mentre tra gli elettori della Lega Nord la percentuale scende appena sotto al 50%. Parlando del caso caso Ablyazov l’87% degli italiani si è detto interessato alla vicenda, con il 47% che identifica le colpe del “pasticcio” nella persona del Ministro Angelino Alfano, ma le responsabilità sono percepite anche come piuttosto diffuse: infatti il 27% cita anche i servizi segreti, il 25% il prefetto Giuseppe Procaccini e il 24% il ministro degli esteri Emma Bonino. Per cui se il 53% degli italiani è pronto a volere le dimissioni di Alfano (soprattutto elettori di Pd, Sel e M5S), il 40% ritiene che il ministro non debba dimettersi e la maggioranza (54%) condivide la scelta dei senatori del Pd di non minare la stabilità del governo rinnovando la fiducia ad Alfano.

Intenzioni di voto
Ancora una volta indecisi e astensionisti risultano il primo partito in Italia. Al 63% si è invece stabilizzata la quota di chi dichiara la propria intenzione di voto, mentre l’aumento della fascia di indecisi favorisce fisiologicamente nelle intenzioni di voto espresse i partiti più piccoli. Ancora un dato in perdita per Pd e M5S, mentre tiene il Pdl in termini di voti e di consenso, anche rispetto alle ultime rilevazioni che avevano registrato un forte calo.

twitter@FDepalo

 

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