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I governi di Germania e Francia vogliono aprire un dialogo con gli Usa per rivedere la cooperazione in materia di intelligence. Un’iniziativa congiunta annunciata durante il Consiglio europeo cui, se vorranno, potranno unirsi anche altri Paesi europei.

L’obiettivo è ricostruire la fiducia, sull’asse Berlino-Parigi-Washington, con l’aggiunta anche di  Bruxelles magari, dopo le rivelazioni sulle operazioni di spionaggio e le intercettazioni dell’Agenzia statunitense per la Sicurezza Nazionale (Nsa), che in Francia avrebbero riguardato 70 milioni di chiamate e in Germania non hanno risparmiato nemmeno il telefono della cancelliera Angela Merkel. Questo ciò che si è appreso dalle rivelazioni sul programma di sorveglianza Usa venute allo scoperto con i documenti forniti alla stampa dall’ex consulente Edward Snowden, che oggi gode di asilo in Russia.

Ieri l’ultimo siluro con le rivelazioni del Guardian su 35 leader mondiali spiati dall’intelligence statunitense, con i numeri forniti da funzionari di altri dipartimenti dell’amministrazione Usa. I dettagli dell’intesa comune da raggiungere con Washington non sono ancora chiari. Funzionari citati dal Financial Times hanno parlato di qualcosa di simile a quanto avviene per i cosiddetti Cinque occhi, ossia l’intesa tra alcuni Paesi anglofoni – Usa, Gran Bretagna, Canada, Australia e Nuova Zelanda – per condividere le informazioni d’intelligence e che in teoria dovrebbe prevedere che non ci si spii a vicenda.

Come ricorda il sito EuObserver, sia la signora Merkel, in prima fila con François Hollande, nel chiedere conto agli Usa delle rivelazioni – vera o finta sia la sorpresa per essere stati spiati – sia gli altri leader europei hanno tuttavia allontanato la questione dal tema degli accordi di libero scambio tra le due sponde dell’Atlantico che il presidente del Parlamento europeo, Martin Schulz, aveva minacciato di sospendere se prima non ci sarà completa trasparenza nei rapporti. In precedenza i parlamentari Ue avevano anche esortato a sospendere l’accordo sul trasferimento dei dati delle banche.

A saltare per il momento è invece l’accordo sulla direttiva europea per la protezione dei dati. Il presidente del Consiglio europeo Herman Van Rompuy ha spiegato che raggiungere un’intesa prima del 2015 potrebbe essere impossibile per i timori degli Stati membri delle ripercussioni della norma sui settori d’affari che si basano sulla conoscenza dei dati dei propri clienti. Per il quotidiano della City, quella che è una sconfitta per i paladini della privacy è una vittoria per i colossi statunitensi del settore, come Google e Facebook.

E dire che le rivelazioni sullo spionaggio avevano accelerato nell’ultima settimane l’iter della tutela della privacy, ricorda il Wall Street Journal, prima in stallo per via dei dibattiti e dell’attività di lobby. Mentre la Francia è stata una delle sostenitrici per il via libera, addirittura prima delle europee del prossimo maggio, a frenare è stata la Gran Bretagna contraria a “calendari forzati”.

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