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La scorsa settimana era toccato a Dan Jørgensen, commissario europea per l’Energia, impegnato sulla cooperazione in materia di sicurezza e indipendenza energetica, accessibilità economica e transizione pulita. Questa settimana tocca alla vicepresidente Roxana Minzatu, che ha le deleghe per le competenze, l’istruzione, la cultura, il lavoro e i diritti sociali. La Commissione europea presieduta da Ursula von der Leyen sta rafforzando gli sforzi diplomatici con la Moldavia, che assieme all’Ucraina è uno dei Paesi con cui i 27 hanno accelerato i negoziati per l’adesione all’Unione europea. A ottobre il risultato del referendum sull’adesione del Paese all’Unione europea ha dato come risultato il 50,4% dei cittadini a favore.

Ma la Russia di Vladimir Putin incombe, in particolare in visita delle elezioni parlamentari di settembre. La stessa visita del commissario Jørgensen ha fatto registrare nuove vette di disinformazione russe. Le autorità locali e la missione dell’Unione europea, infatti, hanno dovuto lanciare moniti riguardo a notizie false secondo cui Bruxelles avrebbe pianificato di interrompere i finanziamenti al sistema energetico del Paese, nonostante Jørgensen abbia promesso che il sostegno sarebbe continuato per abbassare le bollette energetiche elevate.

La scorsa settimana il premier Dorin Recean ha parlato dei rischi di interferenze russe incontrando i vertici delle istituzioni europee a Bruxelles. “Dobbiamo capire che la Russia ha come obiettivo di assumere il controllo della Moldavia in autunno e utilizzare la Transnistria contro l’Ucraina e la Romania, che è uno Stato membro della Nato”, ha detto in conferenza stampa al termine della nona riunione del Consiglio di associazione Ue-Moldavia. “Assistiamo”, ha spiegato, “a un enorme sforzo da parte della Russia per minare la democrazia e indebolire la Repubblica di Moldavia. Si concentrano su strumenti molto forti come propaganda, disinformazione, pagamenti e trasferimenti, per comprare voti”. “La capacità di intervento del Cremlino è molto ampia”, ha proseguito, invitando alla cautela. “Allo stesso tempo, come Paese, dobbiamo aumentare la nostra capacità di contrastare questi sforzi della Russia”, ha aggiunto. Al Financial Times aveva spiegato che Mosca sarebbe pronta a schierare 10.000 soldati nella regione separatista della Transnistria, al confine con l’Ucraina, e per farlo vuole insediare un governo filo-Cremlino in Moldavia.

La Moldavia è nel mirino di Mosca. “La Russia ha violato lo spazio aereo moldavo, ha usato l’energia come strumento di ricatto e si è intromessa nella vostra democrazia”, ha detto Kaja Kallas, l’Alta rappresentante per la politica estera dell’Unione europea, in conferenza stampa dopo il Consiglio di associazione Ue-Moldavia.

È “la prima volta nella storia” in cui il processo di allargamento dell’Unione europea “si scontra con forze esterne, dirompenti, che vorrebbero vederci fallire”, ha denunciato nei giorni scorsi Marta Kos, commissaria europea per l’Allargamento, in audizione alla commissione Affari esteri del Parlamento europeo. “Non sto dicendo che tutto venga dall’esterno. Ma, per esempio, sappiamo che anche negli Stati membri esiste già un’influenza russa. Una delle ultime domande riguardava i sacerdoti in Moldavia. Sappiamo dei sacerdoti che si stanno recando in Russia. Sappiamo degli insegnanti in Moldavia che si stanno recando in Russia per procurarsi libri scolastici in russo, alla maniera russa”, ha spiegato. In risposta, l’Unione europea ha impiegato per la prima volta una squadra di risposta rapida ibrida, composta dal servizio diplomatico e dagli Stati membri. “Abbiamo una squadra a Chisinau che ci aiuta a combattere le narrative russe”, ha spiegato.

La disinformazione (non) russa. Ora nel mirino c’è il voto in Moldavia

Si muove l’Ue con un duplice obiettivo: sostenere il referendum d’adesione e rafforzare la tenuta democratica del Paese di fronte alle crescenti interferenze russe. Mobilitata una squadra ibrida di risposta rapida per contrastare propaganda, pressioni economiche e rischi di destabilizzazione

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