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L’evoluzione nell’andamento del conflitto in Ucraina potrebbe portare presto al superamento di una nuova linea rossa posta dagli alleati occidentali. La grave carenza di personale affrontata dalle forze armate di Kyiv ha limitato la loro capacità di reazione ai rinnovati sforzi offensivi russi, che stanno lentamente erodendo le posizioni avversarie. E per cercare di bloccare le truppe di Mosca, l’Ucraina ha bisogno di inviare rapidamente altri soldati al fronte. Per questo i funzionari del governo ucraino hanno chiesto ai partner occidentali di spostare vicino alla linea del fronte gli sforzi di addestramento che già stanno sostenendo, così da garantire un più rapido dispiegamento.

Anche se finora Kyiv ha sempre ricevuto risposta negativa, la situazione potrebbe essere destinata a cambiare. O almeno la pensa così il generale Charles Q. Brown Jr, capo del Joint Chief Staff di Washington, che giovedì 16 maggio ha affermato che un dispiegamento di istruttori della Nato sembra inevitabile. “Ci arriveremo alla fine, col tempo”, sono le parole di Brown riportate dal New York Times. Tuttavia, il generale ha specificato che in questo momento uno sforzo all’interno dell’Ucraina metterebbe a rischio gli istruttoridella Nato; inoltre, ciò renderebbe necessario utilizzare le preziose difese aeree per proteggere gli addestratori invece delle infrastrutture critiche ucraine vicino al campo di battaglia.

Le parole del generale americano fanno eco a quelle pronunciate di recente da altri leader occidentali come il presidente francese Emmanuel Macron, il quale ha dichiarato che “non bisogna escludere nulla” per quanto riguarda l’invio di truppe occidentali in Ucraina, o il ministro degli Esteri della Lituania Gabrielius Landsbergis, che in un’intervista rilasciata al The Guardian ha affermato che “Le nostre truppe hanno addestrato gli ucraini in Ucraina prima della guerra. Quindi tornare a questa tradizione potrebbe essere abbastanza fattibile”.

Tuttavia, gli Stati Uniti sono profondamente contrari allo schieramento di truppe americane sul suolo ucraino. Il timore che questa mossa possa essere vista come una minaccia da Mosca, avviando un conseguente processo di escalation, è troppo grande. Una possibilità potrebbe essere l’addestramento delle truppe ucraine a Lviv, cittadina sita vicino al confine occidentale del Paese con la Polonia. Tuttavia, la Russia ha colpito anche questa città, e in caso di futuri attacchi c’è il rischio che il personale americano possa rimanere coinvolto.

Nel frattempo, anche a Berlino qualcosa si muove nell’ambito del supporto a Kyiv. Parlando a margine di una riunione dei ministri degli Esteri europei a Strasburgo, la ministra degli esteri tedesca Annalena Baerbock ha descritto la situazione militare nell’oblast di Kharkiv come “altamente drammatica”, ed ha affermato che è importante fornire armi “che possano essere utilizzate a media e lunga distanza”.  Un’osservazione che potrebbe essere vista come un’ulteriore pressione sul cancelliere tedesco Olaf Scholz affinché fornisca all’Ucraina i missili a lungo raggio Taurus, più efficaci delle controparti inglesi Storm Shadow e francesi Scalp-T. Fino ad ora, il leader della Spd ha escluso di inviarle a Kyiv. Ma come nel caso degli addestratori, la situazione potrebbe presto cambiare.

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