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Un’ora di colloquio con Giorgia Meloni, al fine di conoscere personalmente il premier italiano di un Paese non qualsiasi, dal momento che gli argentini di origine italiana rappresentano il primo gruppo etnico del Paese sudamericano con 25 milioni di persone. Intensa la giornata romana di Javier Milei che con il premier italiano ha trovato un doppio terreno comune alla voce visione ideologica sull’economia e la situazione globale. Per questa ragione a Baires il prossimo autunno potrebbe esserci la visita di Meloni in Argentina, a cui Milei ha riservato parole al miele (“una personalità affascinante”).

Qui Chigi

“Un incontro positivo – ha osservato Meloni – nel quale abbiamo dialogato sullo sviluppo di nuovi partenariati in settori chiave per le nostre economie come l’energia, le infrastrutture e l’agroalimentare. Italia e Argentina vantano un profondo legame storico e culturale che auspichiamo possa proseguire per una rinnovata cooperazione in diversi ambiti”.

Qui Roma

In Vaticano è stato ricevuto dal Santo Padre e con il presidente argentino c’era anche la sorella, che è segretaria generale della Presidenza: assieme a loro la ministra degli Affari esteri, Diana Mondino, il ministro dell’Interno, Guillermo Francos, il ministro del Capitale umano, Sandra Pettovello, il segretario per il Culto, Francisco Sánchez, e il rabbino Axel Wahnish, designato nuovo ambasciatore dell’Argentina in Israele. Con Papa Francesco Milei si è soffermato sul macro tema della crisi economica e su come il suo governo intende contrastarla, accanto a dossier internazionali come le guerra in corso e l’impegno per la pace. Al Quirinale Milei ha incontrato il capo dello stato, Sergio Mattarella, con al centro dei colloqui i rapporti bilaterali e l’accordo con il Mercosur.

Stato ladrone

La tesi di Milei è che lo Stato si pone “come l’associazione criminale più grande del mondo e il ladrone consuetudinario più grande del mondo”. Il suo metodo, sostiene, è quello di rubare anziché investire e per questa ragione propone al pubblico “di pensare a quante volte le persone sono state attaccate da un ladro negli ultimi anni, una volta, due volte, forse. Se è stato un disastro, magari cinque volte. Però, ogni volta che vai a comprare qualcosa in un luogo, lo Stato ti sta rubando. Quindi, lo Stato ti ruba tutti i giorni”. Passaggi ribaditi durante la trasmissione Quarta repubblica, di Nicola Porro.

Mercosur

È l’accordo con il blocco che comprende l’Argentina, il Brasile, il Paraguay e l’Uruguay. Secondo l’Ue si tratta “un partenariato politico ed economico strategico che creerà importanti opportunità di crescita sostenibile per entrambe le parti, nel rispetto dell’ambiente e tutelando gli interessi dei consumatori dell’Ue e dei settori economici sensibili”.

Le maggiori perplessità circa l’accordo riguardano il combinato disposto di una liberalizzazione degli scambi che andrà ad impattare sull’agricoltura europea di piccola e media scala, costretta a competere con i colossi brasiliani e argentini. I consumatori inoltre potrebbero essere esposti a maggiori rischi di sicurezza alimentare, a causa della possibile presenza di agenti vietati in Europa che invece sono presenti nei prodotti agricoli provenienti dal Mercosur. Le grandi produzioni di arance, vino, carni, riso dell’area del Mercosur potrebbero così impattare sui mercati del vecchio continente e al contempo ci potrebbe essere il rischio di una concorrenza sleale derivante dalle condizioni di lavoro degli agricoltori del Mercosur.

Nello specifico verranno eliminate le tariffe per i prodotti europei sul settore auto, componenti di automobili, macchinari, prodotti chimici, prodotti farmaceutici, abbigliamento e calzature. In parallelo il settore agroalimentare dell’Ue potrà godere del taglio delle attuali tariffe su vari prodotti (cioccolatini, bevande alcoliche e analcoliche).

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