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Taiwan ha presentato giovedì 28 settembre il suo primo prototipo di sottomarino costruito a livello nazionale, segnando una pietra miliare significativa nelle sue capacità di difesa. Il varo, a cui ha partecipato la presidente Tsai Ing-wen, ha ricevuto ampia attenzione internazionale per il sottomarino non solo mette in mostra la crescente abilità industriale di Taiwan nel campo della difesa, ma rappresenta un tassello della deterrenza contro qualsiasi azione aggressiva cinese nei confronti dell’isola autogovernata. Tanto più considerando che arriva in una fase in cui le manovre militari di Pechino attorno a Taipei stanno crescendo di dimensione, intensità e particolarità.

Un deterrente (vitale) di fronte all’assertività militare cinese

La strategia di dispiegamento della nuova flotta di otto sottomarini d’attacco di Taiwan, parte del programma IDS (Indigenous Defense Submarine), e avrà un ruolo fondamentale nel dissuadere e contrastare la sempre più presenza militare della Cina. Le esercitazioni militari quotidiane della Cina, volte ad affermare la sovranità su Taiwan spostando costantemente lo status quo degli equilibri che separano le due Cine, sono cresciute anche perché Pechino le usa come forme di pressione psicologica sulle elezioni presidenziali del prossimo anno.

“We did it”, lo abbiamo fatto, ha detto Tsai davanti al prototipo, lungo 70 metri e chiamato “Hai Kun” come un mostro marino della leggenda cinese. Con un prezzo di 1,54 miliardi di dollari, il sottomarino sarà adesso sottoposto a test e prove in mare prima di entrare nella flotta taiwanese (tempo previsto: la fine del prossimo anno). Taiwan punta ad avere un secondo sottomarino in servizio entro il 2027.

Un notevole risultato nella produzione nazionale di sottomarini

Il presidente Tsai ha salutato l’evento come un momento storico, sottolineando che la costruzione di sottomarini a livello nazionale era un tempo considerata “missione impossibile” . La ricerca dell’autosufficienza di Taiwan nella costruzione di sottomarini ha comportato la collaborazione con almeno sette Paesi, tra cui Stati Uniti, Giappone, Corea del Sud e India. La simbologia nella sovranità militare del mezzo e con quella politica dell’isola è conseguente.

Il prototipo ha richiesto l’importazione di 107 tecnologie fondamentali, tra cui motori diesel, sistemi sonar digitali, periscopi e siluri, ma Taiwan è stata in grado di produrre localmente 85 componenti. Nonostante le limitazioni tecniche e di budget, le capacità del sottomarino segnano dunque un significativo passo avanti nelle capacità di difesa di Taiwan.

Considerazioni critiche per le operazioni future

Sebbene il prototipo non disponga di un sistema di propulsione indipendente dall’aria, che consente un funzionamento subacqueo prolungato senza emergere, i sottomarini futuri potrebbero adottare questa tecnologia o optare per batterie agli ioni di litio, simili a quelle dei sottomarini giapponesi e sudcoreani, per missioni sommerse prolungate. Le ricerche sono già in corso.

I dettagli sull’armamento del sottomarino sono ancora limitati, ma si prevede che comprenderà sistemi di combattimento e sonar di fabbricazione statunitense, eventualmente integrati da missili antinave subacquei.

Ruolo cruciale nella protezione delle acque e dei punti di strozzatura taiwanesi

L’obiettivo principale della flotta sottomarina di Taiwan sarà quello di contrastare potenziali blocchi o tentativi di invasione cinesi, salvaguardando i porti taiwanesi e controllando l’accesso alle acque che circondano l’isola. Tre sono le aree operative principali: le parti settentrionale e meridionale dello Stretto di Taiwan e l’Oceano Pacifico.

I sottomarini taiwanesi potrebbero tracciare i movimenti navali cinesi, prendere di mira i pezzi militari di alto valore come i gruppi da battaglia delle portaerei e lavorare in coordinamento con le forze statunitensi e giapponesi per proteggere le rotte marittime cruciali per le importazioni vitali. Il coordinamento delle aree operative dei sottomarini tra queste nazioni può proteggere efficacemente le acque intorno a Taiwan e la “prima catena di isole”, l’area strategica davanti alle coste cinesi che collega Giappone, Taiwan e Filippine.

Sfide e prospettive future

Mentre la Cina potenzia le sue capacità di guerra antisommergibile, il programma di sottomarini indigeno di Taiwan potrebbe nascere già con una grande sfida: diversi aggiornare rapidamente sulla base delle evoluzioni cinesi. Gli sforzi di Pechino per diventare un leader globale nella tecnologia sottomarina evidenziano le dinamiche in evoluzione nella regione.

L’investimento di Taiwan in capacità sottomarine riflette un approccio ragionevole al rafforzamento delle proprie capacità di difesa: i sottomarini tradizionali rimangono un deterrente per ora molto credibile. In caso di attacco cinese, questi mezzi, se mantenuti in mare in numero sufficiente, possono infliggere danni alla flotta nemica e fornire una difesa per aiutare a far sopravvivere Taiwan durante l’aggressione.

Taiwan, ecco a cosa serve il nuovo sottomarino

I sottomarini sono ancora uno dei pezzi più importanti per la deterrenza e per la difesa operativa: per questo Taiwan sta spingendo sul programma indigeno (con cui contrastare un’eventuale invasione cinese, e soprattutto scongiurarla)

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