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Tra il corridoio indopacifico e il dossier sul Global South c’è un fazzoletto di oriente-asiatico che è considerato strategico, sia dal punto di vista energetico che dei riverberi geopolitici connessi. Il Kazakhstan è entrato, da tempo, nel cono di interesse italiano, sia per via del fatto che lì la Russia non è più il principale (o l’unico) riferimento, sia in virtù di numeri davvero incoraggianti: interscambio record nel 2022 da 4,5 miliardi ed export italiano a +66%. Il paniere di temi comuni su cui lavora il governo spazia dall’energia al made in Italy, dalla diplomazia culturale alle nuove e fruttuose opportunità per le aziende italiane.

Energia

Anche l’ambasciatore d’Italia in Kazakhstan, Marco Alberti, ha presenziato oggi all’inaugurazione dell’impianto solare da 50 megawatt realizzato da Eni Plenitude attraverso la controllata Arm Wind, attiva nella generazione di energia da fonti rinnovabili, presso il villaggio di Shaulder nella Regione del Turkistan. Secondo Stefano Goberti, amministratore delegato di Plenitude, la costruzione del parco fotovoltaico di Shaulder rappresenta il primo importante passo di Plenitude nel settore dell’energia solare in Kazakhstan.

“L’impianto contribuirà allo sviluppo della Regione del Turkistan, mettendo a disposizione del territorio locale le più avanzate tecnologie in questo campo”. Il progetto si somma a due parchi eolici, Badamsha-1 e Badamsha-2, già attivi dal 2020 e dal 2022 al fine di migliorare la transizione energetica kazaka. Di fatto, il progetto è il primo in assoluto di energia solare realizzato da Eni nel Paese, e conferma l’impegno della società a diversificare i propri investimenti in Kazakhstan, con oltre 93 mila pannelli solari e una sottostazione elettrica collegata alla rete tramite una linea di trasmissione elettrica di 7,5 chilometri.

In questo modo il governo italiano spinge con decisione sul tasto transizione ecologica, in un’area densa di rilevanza e di opportunità, dove il paese asiatico estende la propria rilevanza dal Mar Caspio fino al confine con Cina e Russia. E, a maggior ragione, è diventato nel tempo un interlocutore interessante sotto molteplici punti di vista.

Made in Italy

Non è scontato, ma rappresenta ormai una costante praticamente ovunque: il made in Italy, nonostante le difficoltà strutturali di alcuni paesi, la concorrenza sleale e le condizioni non sempre semplici da un punto di vista di penetrazione, è una realtà certificata che, secondo Kpmg, è il terzo marchio al mondo per notorietà dopo Coca Cola e Visa.

In Kazakhstan in questi giorni si svolge ad Almaty l’appuntamento con La Moda Italiana@Almaty promosso da Assocalzaturifici, in collaborazione con Ente Moda Italia, Associazione Italiana Pellicceria, Assopellettieri, Sistema Moda Italia, tutte appartenenti alla galassia di Confindustria Moda.

L’ombrello dell’Ice rappresenta il marchio istituzionale dell’evento, a cui partecipano 64 espositori con oltre 85 brand. In Kazakhstan si segnalano esportazioni del settore pari a 160 milioni di euro, con un incremento dell’87,1% rispetto al 2021. La moda dunque come volano delle esportazioni italiane verso il Kazakistan, con numeri in costante miglioramento.

Secondo il Presidente di Confindustria Moda, Ercole Botto Poala, la manifestazione in due anni ha visto duplicarsi gli espositori, “sintomo che tali paesi rappresentano opportunità sempre più rilevanti per i nostri interscambi, siamo pertanto soddisfatti che la rassegna rappresenti una via privilegiata per penetrare questi mercati e una piattaforma decisiva per poter avvicinare Paesi su cui si aggira lo spettro della debolezza della valuta locale in scia a quella del rublo russo”.

(Continua)

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