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Una crescita che si allontana, un monito all’Italia sul pagamento dei debiti della Pa, uno scaricabarile sulle responsabilità della proposta di prelievo sui conti ciprioti garantiti.

L’obiettivo del presidente della Bce, Mario Draghi, non sembra solo voler tranquillizzare i mercati. Il capo dell’Eurotower punta a sanare anche altre ferite, tutte interne. Se continua nei suoi annunci “ad effetto”, e smorza, o almeno ci prova, le voci su un piano B per l’euro, guarda soprattutto alla spaccatura che si è acuita in Europa con la crisi di Cipro. Niente “sliding doors”, ribadisce, ma intanto nessuna porta gira più nella zona euro, con il calo della produttività e la disoccupazione a livelli record.

L’urgenza del pagamento dei debiti della Pa

“In alcuni Paesi” dell’area euro “l’azione più forte che può essere fatta dai governi è quella di pagare i debiti pregressi”, ha affermato Draghi, facendo apparentemente riferimento a questioni come lo smaltimento dei debiti della Pa verso le imprese in Italia. Ha più volte precisato che su interventi di questo tipo “la Bce non può sostituirsi ai governi”.

La politica accomodante e la bassa inflazione

I tassi di interesse restano fermi allo 0,75% nell’area euro: per il nono mese consecutivo la Banca centrale europea ha confermato lo status quo, in linea con le attese prevalenti. Nell’area valutaria l’inflazione continua ad attenuarsi, a marzo ha rallentato all’1,7% secondo i dati forniti da Eurostat, mentre il trascinarsi della recessione porta a ricadute sociali sempre più pesanti: la disoccupazione ha segnato un nuovo record al 12 per cento, arrivando a coinvolgere oltre 12 milioni di persone. La politica monetaria della Bce “resterà accomodante”, ha assicurato Draghi.

Previsioni di crescita al ribasso per il 2013

Se finora la Bce ha confermato l’attesa di un avvio di ripresa economica nella seconda metà dell’anno, sono arrivati oggi i primi dubbi sulla crescita effettiva. La Bce ha sottolineato la debolezza dell’attività economica che si è trascinata nell’area euro in questi primi mesi del 2013, avvertendo che “la graduale ripresa attesa nella seconda metà dell’anno è soggetta a rischi al ribasso”. Il capo dell’Eurotower ha citato, come cause, la possibilità che “la domanda interna risulti più debole” di quanto atteso e “l’insufficiente attuazione delle riforme strutturali” da parte dei Paesi dell’area. >Questi sono “fattori che hanno il potenziale di minare la fiducia – ha detto Draghi – e così di rinviare la ripresa”.

Niente Piani B per l’euro

“L’euro non è come una porta scorrevole, non ci sono piani B” che considerino l’uscita di un Paese, ha poi affermato Draghi. “La Bce – ha aggiunto – ha mostrato la sua determinazione a combattere qualunque rischio di ridenominazione” ossia di ritorno a valute nazionali.

Ma Draghi ha rivendicato l’efficacia delle misure anticrisi adottate. Dalla Banca centrale europea “non possiamo rimpiazzare la mancanza di capitale nel sistema bancario”, ha affermato il presidente della Bce, secondo cui alcune misure straordinarie hanno avuto un notevole effetto positivo sullo sblocco del credito bancario in alcuni Paesi. Come la possibilità a favore delle banche di utilizzare i crediti verso le imprese come garanzia (collaterali) per ottenere i rifinanziamenti della stessa Bce.

Il caso unico di Cipro

“Cipro non è un modello” per altri interventi simili, ha affermato il presidente della Bce Mario Draghi, dicendosi “assolutamente certo che il capo dell’Eurogruppo (Jeroen Dijsselbloem) è stato frainteso” quando gli sono state attribuite dichiarazioni in senso opposto a questo.

Nessuna responsabilità della Bce sulla proposta dei prelievi da conti assicurati

L’ipotesi di un prelievo forzoso sui conti bancari di Cipro che coinvolgeva anche i depositi garantiti, quelli inferiori ai 100.000 euro “non è stata una cosa furba” e fortunatamente “è stata corretta il giorno dopo e non è tornata”, ha sottolineato. Draghi ha inoltre rivendicato che sulla questione “la Bce aveva avanzato una proposta dove non c’era” questo meccanismo di autofinanziamento del salvataggio.

Così Draghi prova a ricompattare l'Eurozona

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