Skip to main content

Qualche scossone ci potrebbe essere, non è il caso di negarlo. D’altronde, i mercati da sempre mal sopportano il gioco al ribasso e i numeri ballerini. Ma i problemi potrebbero tranquillamente finire lì per l’Italia. Il debito è e rimane sostenibile, i titoli di Stato vengono venduti in grandi quantità (il Btp Valore ha totalizzato 17 miliardi) e rendono meglio di quelli tedeschi. Certo, a sentire le sirene dell’agenzia di rating Scope il prossimo anno lo Stivale crescerà solo dello 0,8%, contro l’1% (1,2 programmatico) previsto nell’aggiornamento del Def.

E il deficit, al 5,2% nel 2023 e al 4,3% il prossimo anno, rischia di stranire i mercati prima del dovuto e rendere più difficile da parte della Bce alzare lo scudo anti-spread, alias Tpi (tra le condizioni per l’acquisto di debito pubblico, una volta sepolto il Pepp, c’è il collocamento del debito stesso su un percorso sostenibile e su una traiettoria discendente, secondo una valutazione di sostenibilità fatta dalla Bce stessa, insieme alla Commissione europea). Eppure, dice l’economista e direttore della Fondazione Edison, Marco Fortis, bisogna restare calmi, lucidi. Perché è più il tempo che si perde ad agitare lo spettro dello spread e dei mercati che quello che si impiega a pensare alla crescita. E poi i numeri, raccontano un’altra verità.

Partiamo dalla Nadef. La prudenza e la cautela sembrano essere l’humus della prossima manovra. Impressioni? 

Direi di sì. Se guardiamo alle cifre relative alla crescita del prossimo anno, ci accorgiamo che sono condizionate dalla congiuntura internazionale, che vale per tutti mica solo per l’Italia. Le stime sono realistiche, anche e soprattutto per quest’anno. Pensiamo solo alla produzione industriale, che per un anno e mezzo è stata sostenuta dal Superbonus. Ora che questa misura non c’è più, anche la produzione tornerà sulla Terra.

All’estero, tra guerra e inflazione, le cose vanno male e l’Italia ne risente. Il governo ne ha preso atto, insomma.

Il mondo rallenta, la Cina rallenta, la Germania è in recessione. L’Italia non può non risentirne, sono economie legate a noi. La Francia anche, mica è messa tanto bene.

Le faccio notare come ci siano già le prime agenzie di rating a mettere sotto tiro l’Italia. Come la mettiamo?

C’è un problema di immagine. Mi spiego, è vero che abbiamo uno spread più alto di altri, ma il nostro debito è molto più sostenibile di Paesi come Grecia e Portogallo. Io voglio dirlo una volta per tutte, Roma non è Atene e non è Lisbona. C’è un problema di comunicazione, ci sono testate che dipingono all’estero un’immagine negativa dell’Italia, eccolo il vero problema, l’immagine. E i mercati a volte si fanno condizionare. Ma perché nessuno racconta mai di come il debito pubblico francese nel primo trimestre dell’anno ha sfondato i 3 mila miliardi? Almeno 200 più di noi.

Sta dicendo che ci facciamo del male da soli?

A volte sì.

Se le dico Giorgia Meloni, che mi dice?

Dico che questo governo sta avanzando in modo artigianale, a volte scatta in avanti, altre volte torna indietro. Lo abbiamo visto con gli extra profitti sulle banche. Però è anche molto prudente e questo ha la sua importanza. Io non capisco chi vuole il deficit al 3% ma anche il salario minimo. Non è possibile, perché se io faccio un deficit al 3% non taglio il cuneo fiscale o non faccio il salario minimo. Vede, non è possibile chiedere la prudenza e nel contempo la crescita, trovo queste critiche all’esecutivo lesive ma non tanto del governo, quanto dell’immagine stessa dell’Italia.

Traiamo una conclusione…

Basta parlare di problemi di debito, di nuovo 2011, di catastrofi, di governi tecnici. Ma lo sa che l’Italia ha avuto la più grande crescita post pandemica di tutti. Più della Spagna, della Francia, della Germania. Questo dovremmo raccontare, altro che considerarci un Paese incapace di progredire. L’Italia, in percentuale, è quella che ha aumentato il debito pubblico in forma minore nell’ambito del G7.

Certo, se la Bce continuasse a sostenere i nostri titoli, non sarebbe male.

Anche qui, scusi, sfatiamo un mito. I bund sono titoli sicuri ma quelli italiani sono molto più appetitosi, se io fossi una banca comprerei i titoli italiani. La Bce ci sostenga anche, per carità. Ma il debito italiano rende e questo agli investitori piace.

Il governo, lo spread e l'autolesionismo all'italiana. Parla Fortis

Intervista all’economista e direttore della Fondazione Edison. Finiamola col raccontare un Paese prossimo all’ira dei mercati, il debito italiano non è meno sicuro di quello francese o spagnolo. Il governo si è dimostrato prudente e cauto, anche se a volte pecca di eccessiva artigianalità nella politica economica. La Bce? I titoli italiani sono molto più appetitosi di quelli tedeschi

La giudice Apostolico avrebbe dovuto astenersi sui migranti. L'opinione di Cangini

Il giudice non deve solo essere imparziale, ma deve anche apparire tale, ed ecco perché la giudice Apostolico – che manifestò in piazza contro i decreti Salvini – avrebbe dovuto astenersi dall’occuparsi di migranti. Con il suo pronunciamento, ha gettato un’ombra sul tribunale di Catania e su tutta la categoria. Il corsivo di Andrea Cangini

La svolta degli 007 giapponesi interessa anche Roma

Tokyo ha deciso di allinearsi agli standard di Stati Uniti ed Europa sulla sicurezza delle informazioni. La svolta, pensata per facilitare la condivisione di intelligence e i rapporti commerciali, riguarda anche Roma alla luce del partenariato strategico inaugurato a gennaio e il programma per il nuovo jet

Perché i Servizi sono necessari alla democrazia. L’intervento di Caligiuri

Sull’intelligence circolano tanti luoghi comuni, alcuni dei quali veri. Sono però molti di più quelli falsi. E il più falso di tutti è che i Servizi siano capaci di tutto. I Servizi sono necessari soprattutto nelle democrazie. L’intervento di Mario Caligiuri, presidente della Società Italiana di Intelligence, in occasione della consegna del Premio Francesco Cossiga 2023 a Elisabetta Belloni, dal 2021 direttore generale del Dipartimento delle informazioni per la sicurezza

Convegni, stalle e audizioni. Ecco i politici fuori dai Palazzi

Non sempre si calpestano i pavimenti pregiati dei Palazzi del potere. Che ci facevano due senatori assieme a una mucca? Ecco le foto politiche della settimana nella rubrica fotografica di Formiche.net

Tutelare la salute pubblica con la riduzione del rischio. Lo studio sul fumo

L’appello degli esperti: “Occorre che il mondo scientifico approfondisca la questione e che venga ascoltato senza pregiudizi dalla politica e dalle istituzioni sociali”

Pd-M5S uniti sul salario minimo, ma l'alleanza è molto lontana. Parla Ignazi

La battaglia sul salario minimo cementa il rapporto tra Movimento 5 Stelle e Partito Democratico, ma per un’alleanza la strada è ancora molto lontana. La bocciatura del Cnel è stato un escamotage dell’esecutivo. Il tema è spendibile anche in chiave europea. Conversazione con il politologo dell’università di Bologna, Piero Ignazi

Intesa Sanpaolo va in orbita con Musk. L’investimento in SpaceX

La banca ha annunciato un accordo con SpaceX, l’azienda del tycoon naturalizzato statunitense. Dettagli non ne sono emersi, ma è chiara la direzione in cui si vuole andare. Se si vuole scommettere sul futuro, sembra ormai impossibile prescindere dall’agenzia aerospaziale

La minaccia jihadista, invisibile ma attiva. Il report di Med-Or

La presentazione del report della Fondazione alla Luiss è occasione di confronto su un tema fondamentale per la sicurezza nazionale. Guardando all’Asia e, soprattutto, all’Africa

Nuovi investimenti e soluzioni. I piani di Inwit raccontati da Galli

“Il settore delle Towerco è capital intensive: grandi investimenti e alta necessità di remunerare il capitale investito. Noi stiamo crescendo e questo è possibile proprio perché investiamo 1 miliardo entro il 2026 nella costruzione di nuovi siti e nuove coperture, anche indoor”. Ecco cosa ha detto Diego Galli, direttore generale di Inwit, durante la prima edizione di Comolake

×

Iscriviti alla newsletter