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Il fronte dei cosiddetti ambientalisti aveva fatto di Taranto una battaglia campale. I media sempre incapaci di distinguere il fumo dall’arrosto avevano dedicato trasmissioni, articoli, copertine al caso Ilva.

La magistratura stessa, dimentica di essere parte dello Stato repubblicano, si era accanita in misure sproporzionate (tanto più in fase – assai dilatata – di indagini preliminari).

Prima le elezioni comunali a Taranto avevano bocciato il candidato verde Angelo Bonelli (leader della protesta), poi le elezioni politiche e ora il referendum (per non parlare della clamorosa bocciatura della Corte costituzionale al ricorso della Procura di Taranto).

Meno di un cittadino di cinque si è recato alle urne per rispondere all’assurdo quesito se fosse giusto chiudere l’Ilva. I tarantini sono sfuggiti al ricatto di chi vuole umiliare la città e il suo destino.

I cosiddetti ambientalisti hanno preso una batosta. Questa volta non possono protestare contro il governo. Con chi se la prendono?

Spalancate i vostri occhi e leggete bene. Il signor Bonelli Angelo (quello dei Verdi) da la colpa del suo fallimento a Beppe Grillo. Ecco cosa ha vergato in un comunicato stampa: “Sul referendum sull’Ilva di Taranto è stata fatta una scientifica opera di boicottaggio perché non solo non c’è stata un’informazione adeguata in grado di raggiungere tutta la popolazione ma l’amministrazione comunale ha tagliato del 50% i seggi elettorali e gli scrutatori”. “Molti cittadini recandosi a votare hanno trovato i seggi dove abitualmente votavano chiusi e molti altri hanno dovuto fare i conti con lunghe file dovute all’accorpamento dei seggi che di certo non incoraggiavano la partecipazione”.
“Nonostante queste operazioni di boicottaggio l’affluenza complessiva si avvicinera’ ai 30 mila votanti che si sono voluti esprimere sul drammatico inquinamento che stringe in una morsa la citta’. In questo quadro, pero’, spiace constatare che Beppe Grillo, che in altre occasioni, come per il referendum contro l’inceneritore in Val D’Osta si mobilitò personalmente con un comizio, non sia intervenuto sul referendum di Taranto: non un comizio, non un post o una dichiarazione sul suo blog”.

Ecco, tutta colpa di Grillo….

Ilva, il folle referendum di Taranto fallisce. E la colpa è di Beppe Grillo...

Il fronte dei cosiddetti ambientalisti aveva fatto di Taranto una battaglia campale. I media sempre incapaci di distinguere il fumo dall'arrosto avevano dedicato trasmissioni, articoli, copertine al caso Ilva. La magistratura stessa, dimentica di essere parte dello Stato repubblicano, si era accanita in misure sproporzionate (tanto più in fase - assai dilatata - di indagini preliminari). Prima le elezioni comunali…

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