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Nel gioco bismarckiano delle alleanze, in cui ogni Paese deve sempre avere in mano almeno tre delle cinque pedine con cui gioca, quella indiana è una tessera indispensabile per il Dragone. Messi da parte i contrasti tibetani, i fili del continente asiatico, del resto, non possono non legare due delle tre potenze del Continente, in una strategia diplomatica-commerciale che può rafforzare lo sviluppo del Dragone, rimasto fuori dall’alleanza commerciale transpacifica (Trans Pacific Partnership -Tpp) che vede protagonisti, d’altra parte, Usa e Giappone.

Ma un legame più stretto con New Delhi è importante anche in funzione antigiapponese, dopo i contrasti per la sovranità delle isole Senkaku, che nei mesi scorsi hanno scatenato anche le ritorsioni commerciali di colossi giapponesi come Panasonic, Toyota, Honda e Canon.

Le parole del premier cinese Li Keqiang

Poggiarsi sulla sponda indiana per la governance cinese non è stato difficile. In una fase economica che brilla meno del previsto, il fiuto di nuove rotte porta diretto a New Delhi. Il premier cinese Li Keqiang, si legge sul South China Morning Post, si è impegnato a rafforzare i legami e la fiducia con l’India e, durante una visita a New Delhi seguita a delle tensioni sui confini, ha dichiarato che i rapporti tra i due giganti asiatici sono un asse fondamentale per i processi di pace mondiali.

Le basi dell’asse sino-indiano

Li ha sottolineato che la Cina vuole aumentare la cooperazione con l’India. Un obiettivo che spiega cosa sta dietro alla scelta della prima meta di un viaggio internazionale del leader. “Dobbiamo impegnarci a rafforzare la fiducia reciproca, a intensificare la cooperazione e ad affrontare il futuro insieme”, ha dichiarato solennemente il leader cinese, aggiungendo che questo comporterebbe lo sviluppo sia di Pechino che di New Delhi, “una benedizione per l’Asia e per il mondo”.

La partnership commerciale

L’India ha fatto pressione per avere un maggiore accesso ai mercati continentali, mentre il suo deficit commerciale con la Cina ha raggiunto i 29 miliardi di dollari nel 2012, attestandosi così come il principale partner commerciale di Pechino.

I progetti infrastrutturali

Ma New Delhi cerca anche rassicurazioni sul fatto che il progetto cinese di costruire tre nuove dighe per delle centrali idroelettriche sul fiume Brahmaputra, conosciuto come Yarlung Tsangpo nel Tibet, non comporti variazioni svantaggiose alla portata del fiume.

L’importanza dello Yunnan

Con più di un terzo della popolazione mondiale che vive in Cina ed India, i due Paesi possono costituire un “immenso blocco commerciale”, ha spiegato alla Bbc Li Zhu della Yunnan University. Lo Yunnan è la provincia che fa da porta d’accesso del Dragone, cruciale quindi per la sua strategia commerciale e culturale che riguarda il sud est asiatico. “Dallo Yunnan stiamo sviluppando una grande rete autostradale, ferroviaria e fluviale che raggiunga il Vietnam, il Laos, la Thailandia e il Burma”, ha evidenziato Yang Ye del Development Research Centre della provincia, aggiungendo che la Cina ha anche intenzione di riaprire la vecchia Stillwell Road, attraverso cui gli alleati mandavano i rifornimenti alla Cina durante la seconda guerra mondiale.

L’alleanza antistatunitense

“Se i rapporti sino-indiano peggiorassero, l’India si stringerebbe molto di più agli Stati Uniti, una possibilità che spaventa Pechino”, ha spiegato l’analista.

La pressione soft sull’India

Ma la pressione cinese sull’India è molto più soft di quanto si immagini. “Le forze militari potrebbero spingere di più sui confini indiani per avere qualche vantaggio tattico ma i leader a Pechino sono consapevoli dell’importanza dell’India come Emergente e come ago della bilancia degli equilibri asiatici”, ha concluso Binoda Mishra, analista del Centro per le relazioni internazionali di Calcutta.

Così Cina e India sfidano Obama e Abe

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