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In base agli ultimi dati disponibili del 2010 il 66% della produzione di energia verde si concentra nel Mezzogiorno, rispetto al 34% del Centro-Nord, con la Puglia che concorre per il 18,6% al totale nazionale. Il Sud si rivela così l’area del Paese con il maggior potenziale di energie rinnovabili. Per questo secondo, quanto emerso dalla relazione del Direttore della Svimez Riccardo Padovani nel corso del dibattito che si è tenuto oggi all’Unione Industriali di Napoli “Energie rinnovabili e territorio” sulla base del Rapporto Srm-Svimez, occorre puntare sulle rinnovabili e la geotermia in particolare per promuovere l’autosufficienza energetica del Paese, abbattere i costi energetici delle aziende italiane e meridionali, tuttora superiori alla media europea, e integrare le politiche energetiche con i paesi mediterranei.

Un Sud molto verde
In base agli ultimi dati disponibili del 2010 la produzione di energia da fonti rinnovabili al netto di idraulica e geotermia è concentrata per il 66% nel Mezzogiorno rispetto al 34% del Centro-Nord. Tra le regioni meridionali la Puglia spicca con il 18,6% della produzione nazionale, e la fa da padrona soprattutto nel solare (21,7%), eolico (23,1%, appena dietro la Sicilia, a 24,2%) e bioenergie (13,8%, seguita dalla Campania con l’8,8%).

La geotermia, una strada sottovalutata
Sul fronte delle rinnovabili una strada fondamentale da battere è lo sviluppo della geotermia, utilizzata attualmente in Italia solo in Toscana, con 33 impianti. Le aree italiane con la maggiore ricchezza geotermica si trovano proprio nel Mezzogiorno, lungo il Tirreno meridionale, in Campania, Sicilia, in un’enorme area off shore che va dalle coste campane alle Isole Eolie e, in misura minore, in Sardegna e in Puglia. L’energia geotermica presenta il più alto potenziale di sviluppo (pari a livello mondiale a circa tre volte più del solare e dieci volte più dell’eolico) e può offrire, diversamente dalle altre fonti rinnovabili, una produzione continua e costante, una elevata versatilità di dimensione di impianto. Last but not least, le tecnologie di utilizzo industriale italiane sono estremamente competitive, quindi pronte a essere valorizzate. Un adeguato supporto dello Stato a sostegno degli investimenti necessari nel lungo periodo sarebbe particolarmente redditizio.

Perché puntare sulle rinnovabili e sul Sud
L’espansione delle rinnovabili contribuisce da un lato, a tagliare il costo dell’energia per le imprese e, dall’altro, aumenta la competitività delle stesse, favorendo l’innovazione nell’industria manifatturiera di settore, attualmente assente nei segmenti della filiera a più alto valore aggiunto.
Puntare sul Sud per la crescita delle rinnovabili non è cruciale solo per lo sviluppo economico del Mezzogiorno, ma può rappresentare l’occasione per mettere a sistema l’interesse dell’area con quello dell’intero Paese. In particolare, il Sud si presenta centrale come snodo di interscambio energetico nel Mediterraneo, in vista anche dell’espansione della domanda energetica dei Paesi della sponda Sud del Mediterraneo, con cui è necessario intraprendere la strada della cooperazione e integrazione energetica.

 

 

Le energie rinnovabili scaldano il Mezzogiorno

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