Skip to main content

Mario Draghi allunga il passo verso la stesura finale di quella strategia per la competitività chiesta espressamente dall’Europa all’ex premier italiano ed ex presidente della Bce. Ma per farlo ha bisogno delle migliori idee, quelle di chi la competitività, al netto di carte e grafici, dovrà costruirla giorno dopo giorno: le imprese. E così, tutti a Milano per incontrare Draghi. I vertici delle principali aziende europee, secondo quanto appreso dal Corriere della Sera, vedranno l’ex premier mercoledì 10 gennaio. L’incontro si svolgerà nel palazzo della Banca d’Italia in pieno centro.

Perché? L’incontro sarebbe stato sollecitato dall’Ert, l’European Round Table of Industry, l’organizzazione che raccoglie 59 presidenti o amministratori delegati di altrettante multinazionali. Il gruppo è presieduto da Jean-Francois Boxmeer, presidente della britannica Vodafone. Tra le aziende associate figurano, ricorda il quotidiano di Via Solferino, tra le altre le francesi L’Oréal, Michelin, Total, Saint Gobain e le tedesche E.on, Basf, Deutsche Telekom, Siemens, Mercedes, Bmw, Merck. E anche le britanniche Bp e Gsk. La lista delle italiane comprende invece l’Eni, rappresentata dall’amministratore delegato Claudio Descalzi.

Ora, c’è di mezzo il nuovo incarico che la presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen ha affidato a Draghi, il 13 settembre 2023: preparare un rapporto sulla competitività dell’industria europea, indicando anche possibili strategie per tenere il passo di Cina e Stati Uniti e rispondere alla sfida lanciata dagli Usa con l’Inflation reduction act.

D’altronde, come raccontato da Formiche.net nei mesi scorsi, l’Europa deve tornare a competere, senza un solo minuto da perdere. Perché il rischio, di quelli nemmeno tanto remoti, è di rimanere tagliata fuori dalla grande rincorsa globale all’innovazione e alla crescita. Stati Uniti e Cina, non è certo una scoperta di oggi, da anni lavorano ai fianchi il Vecchio continente, ingaggiando essi stessi una gara a cui adesso si è aggiunta anche l’India. Pechino ha da poco inaugurato una sorta di new deal della finanza, nel tentativo di spurgare l’economia dal veleno del debito. Gli Usa stanno dalla loro cogliendo i primi frutti dell’Inflation reduction act, il piano di sussidi statali per attrarre imprese e idee da tutto il mondo.

Per questo, von der Leyen ha incaricato Draghi di approntare una strategia che consenta all’Europa del Pnrr e del Green new deal di stare al passo delle grandi economie mondiali, partendo dal fatto che si tratta del mercato libero più grande del mondo, con mezzo miliardo di cittadini. Il piano sta prendendo corpo e forma e parte da un dato di fatto: l’economia dell’Ue, in termini di dollari, è oggi pari al 65% delle dimensioni dell’economia statunitense, in calo rispetto al 91% del 2013.

Draghi stringe sulla competitività europea. E incontra le aziende a Milano

L’ex presidente della Bce terrà un confronto il 10 gennaio con alcune delle principali aziende europee. Obiettivo sotteso, incamerare idee e suggerimenti in vista della stesura finale del nuovo rapporto sulla competitività chiesto da Bruxelles per stare al passo di Cina e Usa

Programmi congiunti ed export militare. Ecco perché Berlino apre ai caccia per Riyad

La decisione tedesca di rimuovere i vincoli che impedivano le esportazioni del caccia Eurofighter non riguarda solo il programma Typhoon, ma segnala la presa di consapevolezza dell’importanza delle esportazioni per i progetti comuni attivi e futuri, con uno sguardo in particolare ai consorzi per i caccia di sesta generazione

Caso Moro, il ruolo determinante del Kgb e l'ossessione (sbagliata) per la Cia. Parla Tortorella

Dopo quarantasei anni, il caso Moro fa ancora discutere. A tornare sul tema è la trasmissione Report con la testimonianza dell’ex numero due del Psi, Signorile. Ma il problema è la narrazione sul ruolo dei servizi segreti e l’ossessione sulla Cia. Ma in realtà l’implicazione maggiore la ebbe il Kgb. Conversazione con il giornalista, già vicedirettore di Panorama, Maurizio Tortorella

Le elezioni Ue, le destre e il pragmatismo di Meloni. Cosa dice Eurasia Group

Secondo Bremmer e Kupchan il voto per Strasburgo è uno di quei temi che catturano l’attenzione ma non rappresentano una minaccia o un fattore di instabilità. “Il processo decisionale rimarrà prevalentemente pragmatico, persino centrista”, scrivono citando l’Italia

Dal Mar Rosso niente (brutte) sorprese per l'inflazione. Parola di Oxford Economics

Nonostante gli attacchi dei ribelli yemeniti ai cargo delle grandi compagnie energetiche, l’impatto sui prezzi di gas e petrolio sarà contenuto e non impedirà alle banche centrali di dare le prime sforbiciate ai tassi

Petrolio, perché scende il prezzo nonostante il Medio Oriente bollente

Gli impedimenti al traffico nel canale di Suez e l’aumento generale della tensione nella regione non si sta riflettendo sull’oro nero, che si dimostra molto più sensibile al taglio dei prezzi voluto da Riyadh e slitta del 2%. Ecco perché l’aumento della produzione globale e il rallentamento della domanda mettono in ombra le escalation in corso

Bilancio e nuove prospettive per il settore ferroviario delle merci. Scrive Rizzi

Di Giuseppe Rizzi

Occorre un sostegno concreto al settore: una scelta di politica dei trasporti nazionale che attribuisca al trasporto ferroviario delle merci il ruolo che merita, coerente con gli investimenti pianificati e con gli indirizzi comunitari. L’intervento di Giuseppe Rizzi, direttore generale Fermerci

Perché la Turchia si muove nel Mar Rosso? L’analisi di Vas Shenoy

Di Vas Shenoy

Ankara, esclusa dall’Imec, sta cercando nuove opportunità nel Mar Rosso e nell’Oceano Indiano. Il presidente somalo Mohamud si rivolge a Erdogan per affrontare le sfide regionali e la pirateria

I due rischi della candidatura di Meloni. Il commento di Cangini

Il rischio, paradossalmente, è che candidandosi alle europee Giorgia Meloni stravinca e che tale ultra vittoria accresca la frustrazione degli alleati fino a ripercuotersi sulla tenuta del governo. I moniti di Cangini

Cosa c’è dietro la sfortuna dei Boeing 737 Max? L’analisi di Alegi

Le immagini dell’apertura sul fianco della fusoliera del 737 Max dell’Alaska Airlines, ritrovato nel giardino di una casa, hanno fatto il giro del mondo e hanno acceso nuovi interrogativi sulla sicurezza della famiglia del velivolo, già nota per i tragici incidenti Lion Air ed Ethiopian. L’analisi di Gregory Alegi, professore di Politica degli Usa all’università Luiss, storico ed esperto aeronautico

×

Iscriviti alla newsletter