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Romano Prodi è tornato. Ufficialmente per dare il suo sostegno alla corsa a Palazzo Chigi di Pierluigi Bersani. Ma c’è chi fa notare come le sue esternazioni di oggi, in un’intervista al Sole 24 Ore e a sorpresa sul palco a Milano a fianco di Bersani e Umberto Ambrosoli, siano il primo passo per un gradino più alto. Quello del Colle. Lo cinguetta su Twitter l’editorialista del Corriere della Sera Antonio Polito: “Oggi Prodi si è candidato al Quirinale”.

Al Sole 24 Ore, Prodi ha spiegato che “bisogna uscire dalla logica dell’emergenza. L’Italia ha bisogno di stabilità e di riforme  coraggiose”. Spera “che vinca il centrosinistra” e che Pierluigi Bersani vada a palazzo Chigi: “Sarà un ottimo premier nel solco tracciato dai precedenti governi di centrosinistra”. Un esito diverso, e la vittoria di Silvio Berlusconi quindi, sarebbero per Prodi nefaste per il Paese: “Berlusconi ha posto sul tavolo mirabolanti e irrealistiche promesse di vantaggi a breve. Le sue promesse, pur esercitando una forte presa sugli elettori, si trasformerebbero in tragedie dopo qualche mese”.

A Milano, “dopo quattro anni salgo di nuovo su un palco perché oggi ne vale la pena”, ha detto l’ex premier accolto dagli applausi, “sono qui non per nostalgia, non per cercare un ruolo ma solo per ribadire l’importanza della sfida lombarda e della sfida italiana, sono qui per farvi un invito a votare uniti e poi torno al mio lavoro. Oggi è troppo importante essere qui a ribadire i punti essenziali della contesa elettorale che ha perduto i contenuti del futuro, che è solo rissa”.

“La squadra” del centrosinistra “resterà unita” stavolta perché “ha imparato la lezione del passata e perchè è fatta di uomini diversi dal passato. Anche se – ha aggiunto con un pizzico di ironia l’ex premier – non è che i praticoni di destra e di sinistra abbiano poi fatto un bella fine”.

“E’ più difficile fare campagna elettorale per chi come noi deve rispondere a qualcuno – ha proseguito Prodi – e la nostra risposta sono state le primarie, vere e per tutti i livelli, oggi le primarie sono l’unica garanzia di democrazia, lo dicono esperti anche gli americani, hanno fatto spargere il sangue ma quando il sangue si coagula comincia la corsa vera per vincere le elezioni e Bersani e Renzi ora vanno insieme in tutte le città d’Italia per fare proposte serie e realistiche”.

E ha concluso, ricorrendo a una nota metafora utilizzata dal candidato premier: “Il mio sogno è vedere Bersani a Porta a Porta con un giaguaro in braccio e la signora Daniela vendere prodotti per giaguari, ma non tutti i sogni si realizzano”.

Il ritorno di Prodi. Per il Quirinale?

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