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C’è poco da stupirsi se quattro agenzie di rating, decine di migliaia di investitori e l’Europa hanno promosso i conti pubblici italiani. Perché ad essere prudenti ci si guadagna quasi sempre, commenta Massimo Garavaglia, presidente della Commissione Finanze del Senato. L’esponente della Lega, già viceministro del Tesoro, non se lo fa ripetere due volte quando gli si chiede un commento sui recenti giudizi favorevoli sulla politica economica del governo di Giorgia Meloni.

“Mi pare evidente che l’azione del ministro Giancarlo Giorgetti, prima con il Def, poi con la Nadef e infine con la manovra, sia stata protesa a costruire una prudenza che ora paga, soprattutto in un contesto economico molto difficile”, spiega Garavaglia. “Ci sono le elezioni europee, che influenzano le scelte economiche di tutti i Paesi e in questo senso una strategia prudente è quello che serviva. E, giustamente, agenzie e mercati ne hanno preso atto, promuovendoci”.

Eppure il 2024 potrebbe essere un anno più difficile di questo. Un costo del debito più alto, una recessione ormai vicina. “In realtà l’inflazione sta scendendo, andiamo verso un rientro di un grande problema, specialmente se unito a crescita bassa. Questo ci può aiutare, ma bisogna guardare oltre, ci sono le elezioni europee e americane, ora l’imperativo è mettere buone basi, per passare un 2024 tranquillo e pensare già al 2025. Quello che farà la differenza sarà il buon uso del Pnrr, i cui investimenti arriveranno proprio tra il 2024 e il 2025, quindi nel momento più giusto. Il tema vero è sbloccare le opere. Le risorse ci sono, il problema è spenderle. Abbiamo visto come l’alta velocità ha cambiato il mondo, se potremo spostarci in un paio d’ore da Bologna a Reggio Calabria ne risentirà positivamente tutto il sistema economico”.

Sullo sfondo, rimane la riforma del Patto di stabilità. L’accordo non è scontato e forse anche per questo “la cosa più logica era rinviare tutto a dopo le elezioni. Ma nel momento in cui questa proroga è impossibile, bisogna tenere conto delle istanze italiane. La follia totale del Superbonus, che ha impattato sui nostri conti e la mole di risorse del Pnrr destinate all’Italia. Tutto questo ha un effetto sulle nostre finanze, sarebbe bene tenerne conto nella revisione del Patto. Anzi, è quasi un obbligo”.

Ok la manovra, ma a fare la differenza sarà il Pnrr. Parla Garavaglia

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