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Se l’Unione europea con le sue nuove regole chiede maggiore interoperabilità, l’annuncio di Google, Meta e Qualcomm va proprio in questa direzione. Le tre aziende, insieme ad altre sette di Alphabet, hanno siglato una coalizione per promuovere un ecosistema digitale aperto, così da incentivare il progresso e l’innovazione europee. Si chiamerà Code – acronimo che sta appunto per Coalition for Open Digital Ecosystems – e si impegnerà a lavorare con accademici, aziende e politici proprio per raggiungere questo obiettivo, contenuto all’interno del Digital Markets Act (Dma). Si baserà proprio sul nuovo pacchetto normativo, magari con la possibilità di stimolare un nuovo quadro normativo nel futuro.

“Negli ultimi mesi abbiamo avuto una serie di conversazioni su cosa sia ‘utile’ quando parliamo di ecosistemi digitali in Europa, cosa promuove l’innovazione e cosa avrà un impatto positivo sulla competitività”, ha dichiarato Stan Larroque, fondatore della francese Lynx, azienda di realtà aumentata. È una di quelle che entreranno a far parte della coalizione insieme al produttore cinese Honor, la connazionale Lenovo, la statunitense Motorola, la società britannica di elettronica Nothing, la norvegese Opera e la tedesca Wire, che fornisce servizi di messaggistica. La risposta che Larroque e i suoi omologhi si sono dati è che “l’open source sia l’elemento cruciale”. In questo modo, potranno interagire tra di loro aumentando le possibilità di arrivare a nuove soluzioni.

Il test prova dovrebbero essere gli occhiali Ray-ban, su cui Meta ha importato le sue ultime funzionalità di Intelligenza Artificiale multimodale, che garantiscono una realtà visiva e uditiva aumentata attraverso fotocamere e microfoni inseriti al loro interno. In un video apparso su Instagram, il Ceo Mark Zuckeberg ha mostrato come siano in grado di rispondere a moltissime esigenze dell’utente, compresa la scelta di cosa vestire.

Per ora, solo gli utenti americani registrati a un programma di accesso anticipato potranno godere di queste funzionalità. Ma negli Stati Uniti il dibattito sulla tecnologia open source è ancora in corso e non è chiaro dove porterà. Prima, si vogliono comprendere se i rischi siano maggiori ai benefici.

Quest’anno, l’amministrazione democratica guidata da Joe Biden ha incaricato la National Telecommunications and Information Administration (NTIA) di studiare per bene l’argomento e poi darne resoconto. “Sono felice che nessuno sia saltato da una conclusione all’altra, sarebbe facile da fare” ha spiegato Alan Davidson, alla guida della squadra di lavoro. “Questa non è una situazione da aut aut. Abbiamo bisogno di politiche che promuovano sia la sicurezza sia che consentano un ampio accesso agli strumenti di intelligenza artificiale”. Per una volta, l’Europa sembra essere arrivata prima dell’America.

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Insieme a loro, altre sette aziende si apriranno ad accademici, aziende e politici per stimolare il progresso e l’innovazione in Europa. Mentre negli Stati Uniti il dibattito sulle conseguenze dell’open source è ancora in corso

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