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Berlusconi, Ilva, Fiat, legge elettorale, esodati e crisi. È un Corrado Passera a tutto tondo quello che è intervenuto questa mattina alla trasmissione Agorà su Rai Tre. Non ha paura di dire come la pensa il ministro dello Sviluppo economico che si presenta sempre meno tecnico e sempre più politico, apparendo quasi come l’Uomo Nuovo… proprio quello che sembra mancare nell’universo variegato dei centristi?

Archiviate le primarie a sinistra con la vittoria di Pierluigi Bersani, scartate quelle a destra con l’ennesima, sempre più probabile discesa in campo del Cavaliere, è il Centro a soffrire di una mancanza di leader.

Il passo indietro di Pier Ferdinando Casini per il bene dell’Italia, quello mai in avanti di Luca Cordero di Montezemolo con Italia Futura, la candidatura di Monti che non si può candidare (Giorgio Napolitano dixit) con il lancio di “Verso la Terza Repubblica”, i tanti movimenti non distanti ma distinti contribuiscono a creare confusione nella galassia di mezzo. Una confusione da cui si potrebbe uscire con il carisma di un uomo forte, notano alcuni osservatori.

Che sia Passera? Con le parole di questa mattina nel salotto di Andrea Vianello lui sembra proporsi a questo ruolo.

Con Berlusconi si torna indietro

Dura la sua critica al ritorno di Berlusconi: “Tutto ciò che può solo fare immaginare al resto del mondo, ai nostri partner, che si torna indietro non è un bene per l`Italia. Dobbiamo dare la sensazione che il Paese va avanti”. Una presa di posizione che provoca il finimondo: il Pdl reagisce non votando al Senato il decreto Sviluppo che passa con soli 127 sì. Il Pd, attraverso il presidente dei Senatori Anna Finocchiaro, invita Monti a salire al Colle: “Se il principale partito della strana maggioranza che sostiene Monti non vota la fiducia, e lo fa in modo irresponsabile, in un momento delicatissimo per il Paese, vuol dire che il governo non ha più la maggioranza. Cosa succede in questi casi? Credo che Monti dovrebbe recarsi al Quirinale”. E lo spread torna a salire a 330 punti.

Il grande rischio superato (grazie a lui)

Difende l’operato del governo Monti: “Tutti noi sappiamo che molte cose che ha citato nel suo elenco il presidente Berlusconi vengono da dieci anni di cattiva gestione di questo Paese. Un anno fa il nostro Paese è andato vicinissimo a scivolare verso una situazione greca che avrebbe potuto comportare la perdita di sovranità. Abbiamo corso un grande rischio”, ha commentato il ministro.
”Quello che ha convinto il mondo che l’Italia non era in una situazione irrecuperabile è stata proprio il lavorare insieme di governo, parlamento, parti sociali e opinione pubblica. L’Italia ha reagito con grande compostezza. Il senso di unità, dove le parti sociali hanno avuto un ruolo formidabile, cosa che non è avvenuta in molti altri Paesi, è stato il ‘click’ del recupero”.

Il rimbrotto a Fornero

Nel parlare del tema esodati, sembra rimbrottare indirettamente la sua collega Elsa Fornero: “In parte il problema esodati è stato coperto. La risposta strutturale di come mantenere nel mondo del lavoro queste persone a condizioni accettabili ancora non c’è, ma bisogna trovarla”.

La critica a Landini

Attacca Maurizio Landini, segretario generale della Fiom-Cgil: “C’è una cosa lecita ma grave in ciò che dice Landini: pensare che il governo entri nelle scelte delle aziende non è il tipo di Paese che noi vogliamo. Per noi le politiche industriali devono mettere il Paese nelle condizioni di esser competitivo. Decidere dove un’azienda deve investire o non deve investire non è il tipo di economia gestita centralmente che abbiamo in mente”.

Il decreto sull’Ilva

L’intervento sull’Ilva “è fortissimo, non possiamo perdere la filiera dell’acciaio se vogliamo restare un paese manifatturiero”, ha aggiunto.
”Il lavoro e la salute non possono esse distinte e non si può e non si deve costringere nessuno a scegliere. Non ci devono essere più ritardi o le mancanze che ci sono state in passato. Per questo l’Aia è stata trasformata in legge che porta dietro sanzioni gravi, ma anche la possibilità di portare l’azienda in amministrazione controllata”.

Cambiare la legge elettorale si può

“Non dobbiamo prendere il tempo come scusa. Abbiamo dimostrato, Parlamento e Governo insieme in questi mesi, che si possono fare tante cose in pochissimo tempo. Una legge elettorale come l’attuale – ha detto ancora Passera – che costringe a radunarsi anche in maniera eterogenea, a sinistra e a destra, non facilita la nascita del nuovo. La classe politica ha la responsabilità di dare una legge elettorale che almeno corregga alcuni degli elementi peggiori: oggi siamo forse l`unico Paese al mondo dove teoricamente con una quota molto minoritaria del voto si può avere il Parlamento, il Governo, il Presidente della Repubblica. Tutto ciò non va bene con la democrazia”.

Indietro non si torna

E sulla sua discesa in campo, Passera non è esplicito ma il messaggio arriva lo stesso: “Non sono mai tornato indietro, ho cambiato molte volte, ricominciato da capo molte volte, ma senza mai tornare a cose già fatte. Cominciamo a vedere se si può continuare questo lavoro, altrimenti vedremo”.

 

Passera, l’Uomo Nuovo utile al Centro?

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