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“Riciclami ancora”. È questo il messaggio che da alcuni anni Coca-Cola ha scelto di affiancare sulle etichette delle bottiglie agli iconici loghi. Non è un modo per non affrontare le proprie responsabilità, quanto un invito forte e convinto a tutti i nostri consumatori: la differenza si fa con il contributo di tutti. E non a caso “fare la differenza” è una componente essenziale dell’ambizione globale di The Coca-Cola Company, accanto all’obiettivo di rinfrescare con i nostri prodotti tutti coloro che ci scelgono nell’arco della giornata, che diventa tangibile attraverso il lavoro congiunto con i partner imbottigliatori.

Da queste settimane abbiamo un motivo in più per rivolgerci ai consumatori ribadendo l’importanza del riciclo: dopo un percorso graduale ma focalizzato sin dall’inizio su questo obiettivo, tutte le bottiglie in PET dell’intero portafoglio di bibite sono realizzate con il 100% di plastica riciclata (rPET). Le nuove bottiglie 100% rPET, come sempre 100% riciclabili, sono utilizzate non solo per i prodotti Coca-Cola, ma anche per gli altri principali marchi: Fanta, Sprite, Powerade, Kinley e FuzeTea.

Perché intraprendere questo percorso?

Innanzitutto, perché rappresenta un ulteriore passo in avanti per rendere concreta una visione che accomuna The Coca-Cola Company e i suoi partner imbottigliatori: liberare il mondo dai rifiuti (World Without Waste), da realizzare lavorando sull’intero ciclo di vita delle confezioni. Dalla riciclabilità (già da tempo al 100%) al contenuto di materiale riciclato (giunto ora in Italia al 100% del portafoglio di bibite) alla collaborazione con tutti i soggetti coinvolti nei processi di raccolta e riciclo, che nel nostro Paese rappresentano un’eccellenza riconosciuta. I presupposti sono semplici, la realizzazione richiede un’innovazione costante di prodotto e uno sforzo non trascurabile in termini di pianificazione, approvvigionamento dei materiali e rafforzamento della capacità industriale.

A proposito di passaggi necessari per la realizzazione di questa ambizione, vale la pena ricordare l’avvio nel 2020 con una percentuale del 50% di PET riciclato (la soglia massima allora prevista dalla normativa). Un limite che è stato superato dallo stesso legislatore anche alla luce della volontà del nostro comparto di accelerare ulteriormente nel percorso verso un’autentica economia circolare.

C’è un altro tassello fondamentale ed è la riapertura della fabbrica CCH CircularPET di Gaglianico (Biella), un stabilimento di imbottigliamento dismesso che è stato riconvertito in un moderno impianto di 18 mila m2, con un investimento di oltre 30 milioni di euro da parte di Coca-Cola HBC Italia. Nel polo di Gaglianico, ospitato in un contesto a forte tradizione industriale, vengono trasformate fino a 30 mila tonnellate di PET riciclato all’anno in “preforme” utili alla realizzazione di nuove bottiglie in plastica riciclata che, terminata la loro vita, saranno nuovamente riciclate e riciclabili.

Che sia l’evoluzione delle confezioni per ridurne il peso, agevolarne la riciclabilità o scoraggiarne il più possibile la dispersione nell’ambiente, è evidente che senza il contributo di chi quell’imballaggio lo utilizza non possiamo andare lontano. La possibilità di rendere i materiali delle confezioni dei nostri prodotti una fonte di valore e non solo un rifiuto è letteralmente nelle mani di chi li sceglie ogni giorno.

Per questo lavoriamo costantemente alla sensibilizzazione su queste tematiche: con Coripet, il consorzio volontario riconosciuto dal ministero dell’Ambiente per promuovere la filiera italiana del riciclo del PET, abbiamo scelto di coinvolgere gli studenti dello IED – Istituto Europeo di Design in un contest per la realizzazione di una Recycling Machine (ecompattatore) dal design innovativo.

Innovazione, investimenti industriali, coinvolgimento sempre maggiore di tutti gli attori, a partire da quelli fondamentali come i consumatori finali. È questo che in Coca-Cola definiamo sostenibilità.

Per fare la differenza, 100% di plastica riciclata. La ricetta di Coca-Cola

Di Cristina Camilli

“Che si tratti di modificare le confezioni per ridurne il peso, agevolarne la riciclabilità o scoraggiarne il più possibile la dispersione nell’ambiente, è evidente che senza il contributo di chi quell’imballaggio lo utilizza è difficile andare lontano”. Parola di Cristina Camilli (Coca-Cola Italia)

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