Skip to main content
“È successo oppure no? In un modo o nell’altro, nessuna memoria ha uno Stato, nessuno Stato ha una memoria”. Con queste parole si apre “1948”, un romanzo biografico travolgente se non vorticoso di Yoram Kaniuk − l’autore israeliano già definito dal New York Times: “Uno dei più originali e brillanti scrittori del mondo occidentale”.
 
Scrittura galoppante in costante bilico tra ironia intrisa di domande esistenziali, Kaniuk raccoglie ricordi personali di una nazione in uno stato di collettività perenne, descrivendo l’inferno dei singoli momenti da cui è sorta la decisione di fondare lo Stato d’Israele. Sono ricordi (e invenzioni) rampanti, lontani anni luce da qualunque idolo sionista, distanti da ogni mito collettivo. Una narrazione mirata, a tratti scomoda e di certo non canonica e anticonformista, quanto la linea letteraria e politica di Kaniuk, uomo, prima ancora che scrittore e opinionista.
 
Un vigile che dirige il traffico suonando lo Shofar, un Ben Gurion di bassa statura arrampicato sul famoso balcone di Herzel, impegnato a sognare il suo “focolare nazionale”, sono solo tracce di memoria espresse da un giovane e bravo ragazzo di Tel-Aviv divenuto un uomo in mezzo ad un acquario popolato da persone pronte a formare una nazione prima ancora che uno Stato.
 
Un ballo dal ritmo perturbante per l’annuncio della creazione di Israele, dettato da una radio poggiata accanto a un corpo di un compagno tagliato in due è solo una delle 184 pagine, dense di dolore, poesia e bellezza letteraria in un romanzo particolarmente personale, tragico, ferito e allo stesso tempo pieno di vitalità. Battaglie incessanti che assieme compongono una vita fatta di vendetta, tradimento e invidia, con un amore che esiste “solo se è tradito”. Fame, sete, sonno, solitudine. Un libro che a Kaniuk piacerebbe definire “un testamento spirituale”, scritto col sangue, col cuore e ironia e dedicato agli “amici morti e vivi… che sono stati in quell’inferno da macello e sì, hanno anche fondato uno Stato”.
 
Uno Stato sognato prima ancora che esistente, una conseguenza quasi secondaria di una sola e unica necessità: la sopravvivenza. Ricordi sfuggenti delle varie facce della verità e i suoi residui senza temere di distruggere i miti e restituendo all’esercito di supereroi le sue dimensioni reali, fatte di giovani sprovveduti che si trovano col fucile in mano, prima di aver imparato l’ebraico.
 
Una lunga e crudele guerra di cui protagonisti sono la causalità e l’incoscienza figli di un Paese nato e maturato nel proprio sangue. “Sono vecchio e malato” scrive Kaniuk “penso al nuovo Stato che ha fondato Ben Gurion, oggi ha sessant’anni, i suoi genitori ormai non ci sono più e gli eredi sono stupidi, idioti, ladri, cattivi, hanno dimenticato da dove sono venuti”. Dimenticando per l’appunto uno dei principali insegnamenti etici e morali espressi nelle Massime dei padri: “Poiché avrai sempre in mente da dove vieni e dove vai” (Pirkei Avot 3,1). Una descrizione impietosa di un Paese “profondamente cambiato” e un destino incessante già espresso dai Profeti e riportato lungo le pagine del libro: “Passai vicino a te, ti vidi mentre ti dibattevi nel sangue e ti dissi: vivi nel tuo sangue” (Ezechiele 16,6). Così fu, così è con la speranza che così non sarà.

Letture kosher di Agosto-Settembre

“È successo oppure no? In un modo o nell’altro, nessuna memoria ha uno Stato, nessuno Stato ha una memoria”. Con queste parole si apre "1948", un romanzo biografico travolgente se non vorticoso di Yoram Kaniuk − l’autore israeliano già definito dal New York Times: “Uno dei più originali e brillanti scrittori del mondo occidentale”.   Scrittura galoppante in costante bilico…

Fiori di carta di Agosto-Settembre

Ho conosciuto Clara Sereni tanti anni fa, durante le Giornate del cinema italiano in campo Santa Margherita a Venezia, lei lavorava per l’associazione degli autori e dei registi in quei primi anni Settanta e intanto scriveva risalendo lungo il filo della sua memoria per darsi ragione di tutto quello che, nonostante le lotte, l’impegno, la militanza, continuava a non funzionare,…

Dimissioni Fornero? La strumentalizzazione di Libero

La direzione del sito Formiche.net intende smentire con chiarezza e nettezza la ricostruzione del sito Libero.it secondo la quale l´opinione riferibile al collaboratore Mimmo Pesce sia attribuibile ad ambienti politici e tecnici sintetizzabili nella figura di Paolo Messa, che è il fondatore dell´iniziativa editoriale Formiche.   L´opinione espressa relativamente alla presenza del ministro Fornero al gran premio di Monza è…

#Twiplomacy. Scontro tra ambasciata Usa e Fratelli Musulmani

L’attacco alle ambasciate occidentali da parte degli islamici infuriati dal film che, secondo loro, ridicolizza Maometto, si riflette anche sugli account della rappresentanza statunitense del Cairo e dei Fratelli Musulmani dell’Egitto. Uno scambio di duri commenti tra l’inglese e l’arabo.   Tutto è cominciato quando l’account @ikhwanweb, appartenente ai Fratelli Musulmani egiziani, ha scritto in inglese il primo messaggio: “Siamo…

@riccardowired

"Uno dei piu importanti movimenti degli ultimi anni è iniziato con un hashtag, #occupywallstreet" @stevenbjohnson #peernetworks

iPhone5? L’Apple post-Jobs non ha più segreti né rivoluzioni

Tanta attesa per nulla, o meglio nulla di nuovo. L´iphone 5 della Apple, nonché gli ipod Nano, Touch e Shuffle della casa di Cupertino, non hanno suscitato meraviglia tra i presenti allo Yerba Buena Center a San Francisco e tra chi era incollato a Twitter in tempo reale.   Con il caro amato Steve Jobs sembra essersene andato sia l´elemento…

La riforma dei porti come metafora dell'Italia

La sfida dei porti non è diversa dalla sfida che il Paese ha di fronte per rimanere aperto e agganciato alle economie che continuano a crescere. Con il recente voto al Senato l’attesa riforma portuale fa un passo decisivo in un cammino, certamente sempre aperto, verso un’idea dell’economia marittima come snodo strategico di investimenti, occupazione, internazionalizzazione, logistica pregiata, export.  …

I veri sconfitti in Olanda? Sinistra, destra e sondaggisti

Secondo Gijs Schumacher, politologo della Southern Danemark University e della VU University Amsterdam, molti esperti concordavano sul fatto che le elezioni parlamentari olandesi avrebbero rafforzato il partito socialista e avrebbero quindi dato il segnale di un forte voto anti-euro.   Inoltre, gli analisti erano convinti che il centro politico sarebbe stato decimato e che ci sarebbe stato molto da dire…

Spagna, tanti, giovani e disoccupati

La recente storia economica spagnola? Si racconta in tre generazioni. I nonni iniziano a lavorare a 13 anni. I figli godono di quel benessere. I nipoti che hanno tutto senza possedere nulla. Ricchi, istruiti, ma senza avvenire. Passato Franco, tornata la democrazia, Madrid era diventata la quarta potenza economica del continente. Oggi rischia di diventare il quarto caso da sanare. E…

Chi è Marco Carrai, il “Gianni Letta” di Renzi

Impossibile trovare una sua foto su Google. Potrà sembrare un dettaglio ma non lo è. Un alone di mistero e segretezza avvolge la figura di Marco Carrai, una delle persone più vicine a Matteo Renzi politico ma, soprattutto, uomo. L’imprenditore di Greve in Chianti non è semplicemente un membro dell’entourage più stretto del neo candidato alle primarie del Partito Democratico…

×

Iscriviti alla newsletter