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Caro Alfano, abbandona Berlusconi a se stesso e scegli come Pdl di sostenere Gabriele Albertini alla presidenza della Regione Lombardia. E’ l’appello implicito che lancia Romano Perissinotto, fondatore e membro del direttivo di Italia Futura Lombardia, in una conversazione con Formiche.net. Perissinotto ammette di fatto, comunque, le titubanze del movimento montezemoliano sulla candidatura dell’ex sindaco di Milano ma è speranzoso, a patto che il segretario del Pdl abbia più coraggio.

Qual è il futuro politico della Lombardia? Voi di Italia Futura Lombardia chi appoggiate? Sbaglio o non avete ancora deciso?

“Bella domanda. La risposta spontanea, la più semplice, è che dipende da noi cittadini lombardi – risponde Perissinotto – ovvero dalla nostra capacità di superare le vecchie barriere e gli steccati ideologici coinvolgendo le migliori energie che nostra regione è in grado di esprimere”.

Risposta da politico della Prima Repubblica. Andiamo alla sostanza. Lei anche come membro del direttivo di Italia Futura Lombardia spinge per sostenere la candidatura di Gabriele Albertini ma il movimento montezemoliano non ha ancora deciso. E’ così?

“Un attimo. La Lombardia è la regione più importante della nostra penisola, per tradizione, per innovazione e per produzione di ricchezza. Deve quindi tornare ad essere il modello di riferimento, l’esempio da seguire per il buon governo del Paese. Deve guardare all’Europa, a quei modelli sociali che funzionano, dove il rapporto tra Stato e cittadino è paritetico, ovvero dove le risorse richieste ai cittadini vengono impiegate in modo corretto e trasparente, creando così un educazione civica che determina una mentalità diffusa per la quale l’Istituzione non è vista come un centro di interessi di parte o di amici, come un dissipatore, un avido divoratore, ma un erogatore di servizi utili per tutta la collettività”.

Non mi ha ancora risposto…

“Occorre un cambio di paradigma basato sull’etica e sull’onestà e sul miglioramento dei numeri che, peraltro, sono tra i migliori. E questo cambio di passo deve essere generato da coloro i quali sono chiamati a gestirla. In questo senso, la figura di Gabriele Albertini, per la sua storia personale e la capacità amministrativa dimostrata come sindaco di Milano, ritengo sia la più adeguata”.

Ma il Pdl appoggia o no Albertini?

“Quale Pdl? Se si riferisce a quello di Berlusconi, la questione non si pone, in quanto non esiste e chissà quale corbelleria uscirà dal  suo cilindro. Al contrario, se il segretario Angelino Alfano riuscisse a staccare il cordone ombelicale che ancora lo lega al Cavaliere, ritengo che molti dei suoi lo seguirebbero. Potrebbe avere la chance di riformare quel partito, si chiami Pdl o altro, sui valori e gli ideali espressi dalla carta del Ppe sottoscritta in Europa, per poi contribuire a quel rassemblement dei liberali riformisti alternativi al populismo e alla demagogia dilagante in questo momento. In Lombardia credo sia l’unica possibilità per ottenere un successo elettorale che oggi mi pare francamente ancora difficile. Per quel che conta, Alfano avrebbe tutta la mia stima e solidarietà”.

Caro Alfano, non seguire Berlusconi su Maroni

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