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Può “inorridire” finché vuole Pier Ferdinando Casini “di fronte all’idea che il futuro possa essere consegnato a una alleanza tra Bersani, persona ragionevolissima, e Vendola, politicamente non adatto a governare il Paese”. Eppure deve arrendersi al fatto che Sinistra ecologia e libertà (Sel) diventerà una costola del Partito democratico.
 
È il messaggio che il giornalista di lungo corso Peppino Caldarola, già direttore dell´Unità, lancia al leader dell’Udc. Caldarola legge infatti la discesa in campo del presidente della Regione Puglia alle primarie del centro-sinistra come un primo passo del suo partito vendoliano dentro il Pd: “E’ probabile che ciò porterà gradualmente a un’unificazione Pd-Sel e allo sviluppo di un partito più grande a sinistra. Casini deve accettarlo, anche in vista di future alleanze”.
 
E tra i tanti commenti spesso divergenti che si leggono in questi giorni su chi beneficerà maggiormente della mossa di Vendola, l’editorialista ha un’opinione contro-corrente: “Vendola favorirà soprattutto se stesso perché con questa candidatura si sottrae all’abbraccio mortale con Antonio Di Pietro e si colloca in un’area di governo. Se poi bisogna fare un nome tra Bersani e Renzi, ciò dipende da come saranno le primarie. Se a turno unico, facile prevedere che Vendola toglierà voti al segretario Pd, il doppio turno penalizzerà invece il sindaco rottamatore”.
 
Ma è proprio sul tema delle nuove regole delle primarie che oggi dilaga su giornali e social network che il Pd può frantumarsi, avverte Caldarola sul suo blog Mambo: “Anche un bambino sapeva che il cambiamento delle regole di voto nelle primarie, a poche settimane dallo svolgimento della consultazione, avrebbe suscitato un vespaio mettendo a rischio persino, come teme Walter Veltroni, l’esistenza del Pd”. Per aiutare il segretario in questo difficile passaggio, ci vorrebbe un gesto forte: “Potrebbero farlo alcuni dirigenti della vecchia guardia annunciando che lasciano il campo per togliere a Renzi il tema della rottamazione e restituire allo scontro il sapore della contrapposizione liberisti-keynesiani. Serve cioè un gesto di generosità politica. Dubito che ci sarà”.

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