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Che sia il momento di Matteo Renzi è difficile da negare. E probabilmente non lo farebbe nemmeno il più agguerrito dei suoi detrattori, ovvero Massimo D’Alema. Il sindaco rottamatore è, nel bene o nel male, sulla bocca di tutti e, giorno dopo giorno, cresce la cerchia dei suoi sostenitori.
Dal mondo della cultura, Alessandro Baricco, a quello della musica, Lorenzo Jovanotti, da destra, Sofia Ventura, a sinistra, Sergio Chiamparino, dall’economia, Luigi Zingales, alla finanza, Davide Serra, e ancora, alla filosofia, Biagio De Giovanni (oggi sulla Stampa), solo per citare alcuni nomi, sono tutti pazzi per “Matteo”.
 
Il rottamatore della vecchia sinistra piace non solo alla destra più pop, quella vicina a Berlusconi che da sempre dice di apprezzarlo. Una certa simpatia per lui si intravvede anche tra gli intellettuali del Foglio. Il tormentone Renzi occupa sempre più spesso le pagine del quotidiano diretto da Giuliano Ferrara. Claudio Cerasa, che segue da tempo il Pd, è stato tra i primi a svelare i suoi piani ed ambizioni sotto una luce favorevole.
 
Dopo il focus sull’estetica renziana di inizio ottobre e il parallelo con Alfano trattato ieri da Stefano Di Michele, oggi è proprio l’Elefantino a trattare il caso Renzi e il perché esso sia intollerabile per la vecchia guardia ex comunista. Il tutto parte da un’antica tradizione che si tramanda di generazione in generazioni all’ombra del Pci: “Le posizioni riformiste, democratiche socialdemocratiche, da ultimo miglioriste, sono sempre state censurate, rese marginali, apprezzate da pochi”. Per questo, l’ondata di popolarità del sindaco toscano è una novità dirompente: “Nessuno aveva mai prodotto una vocazione potenzialmente maggioritaria da posizioni riformiste”, commenta Ferrara, esponente prima del Pci, poi simpatizzante del Psi craxiano, quindi berlusconiano mai troppo organico.
 
Non basta. Renzi sbarca anche sul patinato mensile del Sole 24 Ore, “IL”, diretto tra l’altro da due ex foglianti come Christian Rocca e Daniele Bellasio. Eccolo, unico italiano tra i protagonisti del numero in edicola domani, accanto nientemeno che a Barack Obama, Mitt Romney, Frank Lloyd Wright e Bruce Springsteen. Per lui che non è “born in the Usa” ma il politico del momento, i tipici gadget dei presidenti americani acquistano nella raffinata grafica del mensile una veste renziana. La lettera che leggeremo domani, indirizzata a un bambino, Niccolò, dal titolo “Perché adesso tocca a noi” è una summa del suo pensiero politico e culturale. Un manifesto in cui la parola chiave è “merito” e viene citato uno dei suoi massimi ispiratori, Tony Blair. E chissà se la carriera dell’aspirante leader del centro sinistra italiano sarà un successo come quella dell’ex primo ministro britannico. Sempre più persone se lo augurano, questo è certo.

Anche i Foglianti sono estasiati da Renzi

Che sia il momento di Matteo Renzi è difficile da negare. E probabilmente non lo farebbe nemmeno il più agguerrito dei suoi detrattori, ovvero Massimo D’Alema. Il sindaco rottamatore è, nel bene o nel male, sulla bocca di tutti e, giorno dopo giorno, cresce la cerchia dei suoi sostenitori. Dal mondo della cultura, Alessandro Baricco, a quello della musica, Lorenzo…

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