Skip to main content

Donne e ragazze senza diritti, non sono ammesse all’istruzione superiore e non possono lavorare né viaggiare, se non accompagnate da un familiare di sesso maschile. Non possono accedere a parchi pubblici, hammam, palestre e persino centri estetici. Costrette a coprirsi quando escono in pubblico, indossando un velo integrale per il corpo e che nasconda il viso.

Sono le afghane, che sopravvivono ad un’oppressione sistematica dei loro diritti umani che alimenta sofferenza e infrange sogni. Prigioniere di un destino infernale: la condizione femminile, in Afghanistan, dal 2021. Donne rese invisibili, inesistenti, dopo una relativa libertà garantita nei vent’anni precedenti dalla presenza delle truppe occidentali. Ridotte al silenzio e cancellate dalla società in nome della Sharia, nell’islamismo interpretato dai Talebani, in un clima di terrore in cui la polizia morale applica con rigore estremo la legge religiosa.

Ha dato voce a quelle donne un toccante incontro dal titolo “Afghanistan. Sharia. Donne. Una straordinaria testimonianza”, promosso il 26 maggio da Med-Or Italian Foundation e Università Luiss Guido Carli, nell’ambito di una collaborazione scientifica e culturale tra le due istituzioni. Ospite Maria Bashir, costretta a fuggire dal proprio Paese, “colpevole” di essere donna, madre e prima procuratrice generale dell’Afghanistan.

“Rea di aver sfidato il potere assoluto e di aver testimoniato con il suo operato che sistema politico e religione possono convivere rispettandosi. Non tolleranza paternalistica, il rispetto è parità nella reciprocità, lo si deve innanzitutto a sé stessi, a ogni persona e a ogni cultura”, come ha spiegato Gaetano Quagliariello, dean della Luiss School of Government.

Sono le drammatiche immagini degli afghani in fuga nel 2021, che il presidente Med-Or, Marco Minniti, evoca nel “personale convincimento” che abbiano avuto significato, per alcuni, anche per una possibile sconfitta dell’Occidente, in un mondo interconnesso anche nella tutela dei diritti umani.

Mentre l’avvocata Federica Mondani, intervenuta all’incontro, ricorda il progetto sulle prospettive di genere delle operazioni militari promosso dal ministero della Difesa insieme alla procuratrice afghana nel 2021, Maria Bashir offre in Italia una testimonianza di vita. Nel 1996, durante il regime talebano, garantiva istruzione clandestina alle ragazze lottando per la libertà da ogni violenza. Giudice impegnata a contrastare corruzione, criminalità, abusi domestici, soggetta a continue minacce di morte. Nel 2006 procuratrice generale, dopo il ritorno dei radicali al potere nel 2021 è stata costretta all’esilio con i figli, ma non ha mai interrotto il suo attivismo dall’Italia.

Determinata senza tregua a non abbandonare le connazionali in patria, è sempre a fianco delle donne afghane. Ha ricevuto premi e riconoscimenti e le è stata conferita la cittadinanza italiana per meriti straordinari. La rivista Time l’ha inserita, nel 2011, tra le cento persone più influenti e autorevoli del mondo, per idee che accendono dialogo e dissenso, a volte anche rivoluzioni.

Porta con sé il dolore di essere donna in quello che adesso è l’Emirato islamico dell’Afghanistan, nell’incontro alla Luiss, alla presenza di Autorità civili e militari, rappresentanti delle istituzioni e del mondo accademico, giornalisti e studenti, descrive in lingua dari discriminazione e segregazione femminile, oppressione e privazione dei diritti fondamentali da parte del regime, che non esita a definire “apartheid di genere”.

“Guerriere silenziose, non le abbandoniamo con l’indifferenza”, afferma la procuratrice di Herat rivolgendo il suo accorato appello al mondo affinché le donne della sua terra non siano dimenticate dalla comunità internazionale. “L’indifferenza globale rafforza la tirannia”. “L’allontanamento delle donne dalla vita pubblica ha paralizzato l’economia del Paese e ha causato loro una crisi psicologica, per essere state derubate della libertà e del futuro. Rivolgo un appello alle autorità internazionali e alle università: vi imploriamo di prestare attenzione alla situazione delle donne e delle ragazze afghane, non lasciate che non ricevano un’istruzione”. “L’istruzione non è un privilegio, è un diritto fondamentale che deve essere garantito” E, ringraziando l’Italia, afferma ancora “bisogna amplificare la voce delle donne afghane che continuano a lottare con coraggio e resilienza, camminando a testa alta. Solo attraverso la solidarietà globale possiamo ripristinare il diritto all’istruzione per le donne”.

Un appello che richiama tutti ad un’assunzione di responsabilità e a una piena consapevolezza per una drammatica vicenda che non può essere ritenuta circoscritta al Paese afghano. Tutelare i diritti delle donne anche per proteggere l’Occidente è il messaggio del presidente Minniti. “In questo momento l’Afghanistan è tra i principali incubatori del terrorismo internazionale. Ricordando la storia di Maria Bashir – una donna e un magistrato fortemente coraggiosa, che ha sacrificato tutto ai principi di libertà e di uguaglianza nel suo Paese – non facciamo un’azione di buona volontà, ma anche un’azione che tutela noi stessi: non ci possono essere zone in cui i diritti vengono dimenticati, perché il rischio è che a un certo punto vengano dimenticati dappertutto”, ha evidenziato. “Il ritiro drammatico e affrettato dall’Afghanistan non è un punto d’orgoglio per la comunità internazionale”. “Nella ricostruzione dell’Afghanistan abbiamo commesso degli errori, su cui dobbiamo riflettere: nel momento in cui si avvia una transizione, questa deve essere ordinata, deve garantire i diritti delle persone e non abbandonare nessuno. L’idea di un sistematico isolamento e di un ruolo drammatico di sottomissione delle donne è inaccettabile, ci porta all’età della pietra”, ha aggiunto il presidente di Med-Or.

In un Paese profondamente patriarcale, segnato da una lunga guerra, da crisi economica e aumento della povertà, catastrofi naturali, violenza, abusi e sfruttamento femminile, l’istruzione è speranza di salvezza per un futuro diverso nel quale le donne vorrebbero ancora credere. La voce appassionata e lo sguardo fiero di Maria Bashir sono eco di questa speranza. Per tutte le donne.

È l'istruzione la voce delle donne afghane invisibili. La testimonianza di Maria Bashir

In un Paese profondamente patriarcale, segnato da una lunga guerra, da crisi economica e aumento della povertà, catastrofi naturali, violenza, abusi e sfruttamento femminile, l’istruzione è speranza di salvezza per un futuro diverso nel quale le donne vorrebbero ancora credere. La voce appassionata e lo sguardo fiero di Maria Bashir sono eco di questa speranza. Per tutte le donne. Chi c’era e cosa si è detto all’incontro dal titolo “Afghanistan. Sharia. Donne. Una straordinaria testimonianza”, promosso da Med-Or Italian Foundation e Università Luiss Guido Carli

Chi ha visto i riservisti? In Germania la legge sulla privacy blocca il reclutamento dell'esercito

In Germania (e non solo) c’è una carenza di soldati che può essere risolta con il richiamo dei riservisti. A impedirlo è però la protezione della privacy dei cittadini: le sue applicazioni, nazionali ed europee, impediscono di raggiungere i possibili arruolabili

Quando la Storia incontra l'IA. Un dialogo impossibile con Stalin

Di Ivan Caruso

Cosa provereste a poter dialogare con un personaggio storico ormai morto da lungo tempo sulle ultime notizie di giornata? È l’esperimento condotto da Ivan Caruso, generale e consigliere militare della Sioi, che nel suo libro “Intervista a StalinAI” ha esplorato oltre un secolo di storia con una versione digitalizzata del dittatore sovietico. La presentazione del libro, che si terrà il 29 maggio alle 17.30 presso la sede del Gruppo delle Medaglie d’Oro al Valor Militare d’Italia, sarà l’occasione per confrontarsi sui confini tra realtà e possibilità, tra storia e futuro, e tra umano e artificiale

Canberra fa marcia indietro sul porto di Darwin. E Pechino non è contenta

Il porto nord-australiano torna a infiammare le relazioni tra Australia e Cina. L’accordo di leasing con Landbridge del 2015, all’epoca criticato anche da Washington, è oggi al centro di un acceso dibattito sulla sicurezza nazionale, in un contesto strategico segnato dalla crescente competizione nell’Indo-Pacifico

Così il capitale privato può sostenere la difesa europea. Intervista a Lacerenza (Keen Venture Partners)

Mentre l’Europa cerca di fare sistema per rafforzare il settore della Difesa, l’ingresso dei capitali privati può rappresentare una leva cruciale per accelerare innovazione, la produzione e favorire l’autonomia strategica. Keen Venture Partners è tra i primi fondi europei a puntare con decisione su tecnologie dual use, sicurezza e spazio, anche grazie al sostegno del Fondo europeo per gli investimenti. Airpress ne ha parlato con Giuseppe Lacerenza, partner del fondo

Difesa e stabilità regionale alla base del dialogo Italia-Arabia Saudita

L’incontro tra il ministro della difesa Guido Crosetto ed Ahmad Abdulaziz Al-Ohali, governatore della General authority for military industries (Gami) del Regno dell’Arabia Saudita, ha ulteriormente confermato la crescita dei rapporti bilaterali tra i due Paesi. Sul tavolo la cooperazione industriale legata alla difesa e la promozione della stabilità e della sicurezza regionale

Chi e perché manomette i Gps nel Mar Rosso

Almeno una nave si è già incagliata, mentre altre continuano a riferire di fenomeni strani che colpiscono il navigatore. La perdita di coordinate potrebbe essere legata a diverse attività, comprese interferenze volontarie per aumentare la destabilizzazione già esistente nel canale di connessione Europa-Asia

Meloni-Abiy, come prosegue il partenariato fra Italia ed Etiopia

Il Piano Mattei sta progressivamente mutando non solo la prospettiva dell’approccio esterno all’Africa, ma anche il peso specifico italiano in loco, in un momento in cui il complessivo disimpegno francese ad esempio dal Sahel si è sommato ad una vacatio europea. Per questa ragione il rapporto tra Italia ed Etiopia è fitto. Meloni inoltre sarà prossimamente nel Paese africano per co-presiedere con il primo ministro Abiy il Vertice delle Nazioni Unite sulla Sicurezza Alimentare, che si terrà ad Addis Abeba il prossimo 28 luglio

Le democrazie e il senso della guerra. Il caso tedesco visto da Arditti

Sostenere l’Ucraina non significa solo inviare armi, ma accettare che la vittoria richiede un impegno senza riserve. Questo non significa desiderare la guerra, ma riconoscere che, una volta iniziata, va combattuta con tutti i mezzi necessari. Prima l’Occidente supererà questo limite intellettuale, meglio sarà per l’Ucraina, per l’Europa e per la sicurezza globale. Il commento di Roberto Arditti

L’Ucraina, le spese militari e le ambizioni spaziali europee. La visita di Kubilius a Roma

In visita a Roma, il commissario europeo alla Difesa e allo Spazio Andrius Kubilius ha incontrato le istituzioni italiane e i protagonisti del settore spaziale, sottolineando il contributo strategico dell’Italia alla sicurezza europea e allo sviluppo industriale del comparto aerospaziale. Tra i temi discussi, il sostegno all’Ucraina, le prospettive del Libro bianco sulla Difesa e il ruolo dell’Italia nei nuovi programmi Ue. Intervistato da Airpress, il commissario ha ribadito i suoi auspici per un ruolo sempre maggiore di Roma in Europa

×

Iscriviti alla newsletter