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A qualcuno verrà in mente l’isteria scatenatasi dopo il fallimento di Lehman Brothers, ai tempi quarta banca di investimenti americana, nel 2008. Gli Stati Uniti si scoprirono improvvisamente fragili, vulnerabili alla finanza ballerina, fatta di prestiti concessi a chi quei soldi non poteva rimborsarli. Poi, qualcosa cambiò, le maglie della vigilanza si strinsero e si tentò di lavorare alla qualità del credito concesso.

Ma forse qualcuno non aveva fatto i conti con dieci anni di denaro a costo basso o pari a zero e con portafogli bancari progressivamente imbottiti di strumenti decisamente sensibili all’andamento dei tassi, decisi dalla Fed. Svb e First Republic, due istituti di territorio molto vicini all’industria tecnologica, sono falliti proprio per questo motivo. E ora la vigilanza americana, proprio quella che ha alzato i tassi senza comprenderne fino in fondo le conseguenze, ha un problema. E il canovaccio ora sembra ripetersi.

I democratici hanno improvvisamente deciso di correre ai ripari, tentando una nuova riforma del sistema bancario statunitense, prima che altri casi Svb possano terremotare ancora la prima economia globale. Tanto per cominciare dopo il crollo di Silicon Valley Bank, Signature Bank e First Republic Bank, i cui depositi non assicurati sono stati tutti garantiti dalla Federal Deposit Insurance Corporation, i democratici hanno lanciato l’appello delle banche più piccole, sostenendo che l’assicurazione dovrebbe applicarsi a tutti i depositi statunitensi, anche quelli di importo maggiore ai 250mila dollari.

“I recenti fallimenti bancari hanno riacceso le preoccupazioni riguardo a una garanzia implicita in cui solo i depositi presso le banche più grandi saranno affidabili in caso di fallimento”, ha dichiarato la dem Maxine Waters, membro del Comitato per i servizi finanziari della Camera. Waters ha inoltre appoggiato alcune misure, tra cui una specie di polizza per la copertura dei conti correnti per le società in fase di avviamento. Tradotto, per le imprese ancora giovani e dalle finanze non troppo solide, in caso di crisi bancaria, la liquidità verrebbe in ogni caso garantita dallo Stato.

E pare esserci anche una prima sponda repubblicana. Il partito dell’elefante ha dato infatti il proprio sostegno all’idea di estendere l’assicurazione dei depositi a tutto il settore bancario, anche agli importi superiori ai 250mila dollari.

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