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In un video rilasciato il 20 maggio, Yevgeny Prigozhin, patrono del Gruppo Wagner, ha annunciato il completamento delle operazioni militari volte a conquistare la città di Bakhmut, teatro di una battaglia che si protraeva da quasi un anno e che ha visto i miliziani afferenti al suo gruppo svolgere un ruolo da protagonisti.

In un altro comunicato rilasciato il giorno seguente, l’oligarca russo ha dichiarato che i soldati della sua Private Military Company avrebbero abbandonato le proprie postazioni all’interno della città entro il 25 maggio, cedendone il controllo alle forze armate regolari della Federazione Russa. Seguendo gli stessi criteri, entro il 1 giugno il gruppo Wagner avrebbe perfezionato il ritiro di tutti i suoi effettivi dall’intera linea del fronte ucraino, con lo scopo di ricompattarsi, riequipaggiarsi e riaddestrarsi. Secondo Prigozhin “ogni notizia di eventuali offensive lanciate dal gruppo Wagner nei prossimi due mesi deve essere considerata come falsa”, e “in caso di modifica nei piani, sarà lui personalmente a renderlo noto al mondo intero”.

Il fatto che il dispendio di energie e risorse all’interno dello scontro di Bakhmut avrebbero impedito al Gruppo Wagner la continuazione delle operazioni militari era già stato previsto dall’Institute for the Study of War, autore di aggiornamenti sul conflitto in corso in Ucraina sin dall’inizio degli scontri; nello specifico, il culmine degli sforzi sarebbe stato raggiunto nel dicembre dello scorso anno, con una decrescita costante registrata nei mesi successivi. Nell’aggiornamento rilasciato il 22 maggio, l’ente statunitense sottolinea come il periodo di ricostituzione di due mesi annunciato da Prigozhin potrebbe far sì che i miliziani della Wagner non partecipino agli scontri dell’annunciata controffensiva ucraina, della quale non si conoscono però ancora i dettagli.

Nello stesso aggiornamento, l’ISW riporta le offensive che le Forze Armate Ucraine stanno portando avanti ai fianchi della martoriata città di Bakhmut, rendendo concreto il rischio di un accerchiamento delle unità militari russe presenti nell’area. E secondo alcuni commentatori, quest’eventualità potrebbe aver influenzato il ritiro delle truppe annunciato da Prigozhin.

Secondo Dominic Nicholls, ex-militare dell’esercito britannico ed editorialista del Telegraph, le forze del gruppo Wagner si sono specializzate nel combattimento in contesti di urban warfare, mancano di quell’addestramento caratteristico delle unità regolari che permetterebbe loro di svolgere altrettanto efficacemente operazioni militari in campo aperto (come quelle che molto probabilmente costituiranno il nucleo della prossima controffensiva ucraina).

Inoltre, aggiunge Nicholls, potrebbe esserci un’altra chiave interpretativa per analizzare l’evolversi della situazione sul campo. Secondo il veterano inglese, le forze regolari russe avrebbero potuto volontariamente cedere terreno alle Forze Armate di Kyiv nelle aree a Nord e a Sud del centro abitato, al fine di facilitare un eventuale accerchiamento della città, con tutti gli effettivi della Wagner presenti al suo interno.

I forti screzi che si sono verificati nelle passate settimane tra Prigozhin e il ministro della Difesa Russo Sergey Shoigu proprio riguardo all’andamento delle operazioni nella zona di Bakhmut sono infatti soltanto gli epifenomeni di una più estesa lotta di potere interna alla Force Structure della Federazione Russa. Per quanto un simile avvenimento possa risultare catastrofico dal punto di vista tattico-operativo, non è da escludere che la leadership militare russa possa aver cercato di eliminare una volta per tutte un rivale sempre più scomodo e ingombrante. E altrettanto infido.

Infatti, secondo quanto rivelato dal Washington Post, il leader del Gruppo Wagner si sarebbe offerto di condividere con ufficiali delle forze Ucraine informazioni sulla posizione delle truppe sottoposte al ministero della Difesa, qualora il gruppo Wagner si fosse ritirato da Bakhmut come annunciato in un primo momento.

Wagner Group

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