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Illustre Presidente del Consiglio Giorgia Meloni,

Credo che come maggiore partito di opposizione abbiamo un dovere morale di lealtà verso il Paese. Abbiamo anche il compito di esprimere un dissenso serio e senza alcun preconcetto sulle vicende che non ci vedono d’accordo che, purtroppo, con il passare dei mesi continuano a crescere. Esse ci spingono a una preoccupazione vera per il futuro prossimo dell’Italia.

Ecco un breve elenco.

C’è l’inflazione, sta arrivando la recessione e l’economia stenta a decollare. Senza crescita il peso del nostro debito diventa intollerabile a causa dell’aumento dei tassi di interesse. Il rischio è quello di un fallimento economico e che l’Italia venga messa sotto tutela, causando costi sociali rilevanti.

Con uno scenario economico e geopolitico come quello che stiamo vivendo appare quindi avventato e ingiusto per l’Italia che il governo, fino a pochissimo tempo fa, abbia sottovalutato l’urgenza di impegnarsi per l’applicazione del Pnrr. Le polemiche sull’eredità di Mario Draghi, sono state speciose e hanno ritardato per mesi quello che invece oggi sarebbe stato urgente. L’arrivo dei cospicui fondi del Pnrr – circa il 3% del Pil per questo e i prossimi tre anni – avrebbero aiutato la nostra Italia a superare il momento oggi difficile e domani difficilissimo.

La premier Giorgia Meloni potrà spiegare, accusare i suoi predecessori, ma c’è un punto chiaro: stare al governo comporta oneri e onori. La verità è che senza Pnrr non c’è crescita, quindi non ci sono posti di lavoro, non ci sono risorse per fare alcunché. Siamo felici ora che i primi fondi sono finalmente arrivati. Spendere presto e bene tutto è ora nell’interesse del Paese e per questo sosterremo certamente il governo italiano. I ritardi, le semplificazioni di questi ultimi 12 mesi devono essere però un monito per questo e futuri governi al fine di affrontare le questioni serie con serietà.

Queste difficoltà sono moltiplicate oggi da un quadro internazionale molto volatile e confuso. La guerra in Ucraina non accenna a concludersi mentre si è aperto un altro gravissimo fronte in Medio Oriente. Certo, il feroce e disumano attacco dei terroristi di Hamas contro Israele era imprevisto, ma la questione Ucraina era lì da ben prima che la destra vincesse le elezioni.

È in tale nuovo contesto che va pensato il ruolo che deve assumere l’Europa.

La destra radicale è stata sconfitta sia in Spagna che in Polonia. La Polonia ha avuto un ruolo molto importante nella guerra in Ucraina, sostenendo sempre Kyiv anche quando Germania, Francia o Italia stessa erano incerti e dubbiosi. L’economia polacca negli ultimi anni è cresciuta ed è fuori dall’area dell’Euro. Oggi la vittoria dei partiti moderati in linea con la maggioranza che guida Bruxelles è un segno ulteriore di evoluzione e coincidenza tra Varsavia, Berlino e Parigi. Anche per questo alcuni osservatori internazionali hanno cominciato a parlare di un “triangolo di Weimar” (Francia, Germania e Polonia) che dovrebbe guidare la Ue. E già questa immagine regala un declassamento per l’Italia, che non è nel nucleo di guida. Inoltre il governo di Roma, con le sue posizioni da destra radicale, è fuori dalla tendenza oggi vincente nel vecchio continente.

La coalizione di governo dovrebbe scegliere per una virata e allinearsi con quella che appare essere la nuova linea Ue. Ciò non ha solo ragioni di convenienza ma di verità. Le posizioni estreme, scioviniste, non risolvono niente, non sono di governo e non servono a governare il Paese.

Sulla questione dell’immigrazione comprendiamo la situazione. È difficilissima, impossibile da risolvere con trovate di breve periodo o facili idee. “Fermiamoli in mare” ha prodotto la devastante tragedia degli innocenti affogati a Cutro. “Chiudiamoli in centri di raccolta” rischia di non essere meglio. Sono scelte poco pratiche, oltre che disumane. La verità è che l’Italia ha bisogno di un grande aiuto dell’Europa, in particolare da Francia e Germania, per affrontare la questione. I problemi però partono da lontano, dalla campagna elettorale, quando l’attuale maggioranza ha promesso soluzioni semplici là dove di semplice non c’è niente. Lo diciamo oggi, perché quando il nostro partito tornerà al governo gli errori di oggi siano da lezione e monito per l’opposizione che la destra farà domani.

Oggi la più grande forza di opposizione al governo in Italia non siamo noi, è il presidente Meloni, che ogni giorno non perde occasione di polemizzare con chiunque, noi inclusi. La ringraziamo per l’onore che ci regala, ma vorremmo ricordarle che a governare c’è Lei. L’Italia è importante, per noi e per il mondo. Merita di più. Sono tempi difficili, possono diventare difficilissimi. Dobbiamo essere preparati per affrontarli al meglio.

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