Skip to main content

Martedì il Segretario generale della Nato, Jens Stoltenberg, ha pubblicato il rapporto annuale per il 2022. “Siamo entrati in un’epoca di competizione strategica”, si legge nel documento. “Le potenze autoritarie stanno sfidando il sistema internazionale basato sulle regole”, con gli esempi dell’aggressione russa all’Ucraina e la crescente assertività cinese, mentre permangono minacce come il terrorismo, gli attacchi informatici e le ricadute sulla sicurezza del cambiamento climatico.

Di fronte a queste sfide, l’Europa e il Nord America sono uniti nella Nato. “Continuiamo ad adattarci a questa nuova realtà con una deterrenza e una difesa più forti e relazioni più profonde con i nostri partner in tutto il mondo. Abbiamo sostenuto l’Ucraina con circa 150 miliardi di euro di assistenza militare, umanitaria e finanziaria”, prosegue il dossier.

Tema centrale del rapporto è quello della spesa per la difesa, di cui si illustra la composizione. Il 2022 ha visto l’ottavo anno consecutivo di aumento della spesa degli alleati europei e del Canada. Dal 2021 al 2022, la spesa in difesa è aumentata del 2,2% in termini reali e, in totale, negli ultimi otto anni questo aumento ha aggiunto 350 miliardi di dollari al settore.

Nel 2022, sette alleati su trenta hanno rispettato la linea guida del 2% del Pil, un netto aumento rispetto al 2014, quando solo tre membri superavano la soglia. Un dato interessante è che gli Stati Uniti rappresentino il 54% del Pil aggregato dell’Alleanza, ma provvedano al  70% della spesa combinata. La spesa totale dell’Alleanza nel 2022 è stata stimata superiore a 1.000 miliardi di dollari.

Gli alleati hanno inoltre compiuto progressi nell’impegno a investire in nuove capacità. Queste consistono nel migliorare la prontezza, il dispiegamento, la sostenibilità e l’interoperabilità delle loro forze in linea con gli obiettivi.

Ulteriore tema analizzato dal rapporto è quello della percezione dell’Alleanza da parte dell’opinione pubblica. La Nato ha commissionato una serie di sondaggi in tutti i trenta Paesi membri tra il 7 e il 29 novembre 2022. Il principale dato che emerge è l’aumento del supporto popolare: il 70% degli intervistati voterebbe per rimanere nell’alleanza se questo fosse oggetto di referendum, otto punti in più del 2021. I risultati variano sensibilmente a seconda della geografia, con Polonia e Lituania tra i supporter più entusiasti e Slovacchia e Montenegro all’estremo opposto (pur con risultati intorno al 50%).

Collegata alla questione del supporto è la percezione di sicurezza dei cittadini. La maggioranza continua a ritenersi al sicuro nei propri confini nazionali, ma è in aumento la fetta di chi sostiene il contrario. Oltre all’aumento significativo del rischio percepito di una guerra che coinvolga la Nato, dal 15% del 2021 al 21% di oggi. Ultimo dato di grande rilevanza è la decisa scelta di proseguire il sostegno all’Ucraina, con quasi il 70% dei rispondenti favorevole o molto favorevole.

I numeri del rapporto Nato 2022 tra Ucraina, opinione pubblica e spese per la difesa

Il rapporto evidenzia il continuo e deciso sostegno dell’opinione pubblica all’Ucraina, il forte supporto all’Alleanza Atlantica e il crescente impegno degli Stati membri a migliorare le proprie capacità di difesa e deterrenza

Il nuovo scandalo venezuelano ruota (naturalmente) intorno al petrolio

Scoppia la lotta di potere tra il leader del regime, Nicolás Maduro, e il ministro Tareck El Aissami. Chi è l’uomo di potere (legato a Hezbollah) che si è dimesso per l’indagine di corruzione nella petrolifera statale Pdvsa

L’Asia divisa sull’Ucraina. Xi vede Putin e Kishida vola da Zelensky

Il premier giapponese è a Kyiv per ribadire il sostegno di Tokyo e l’interconnessione tra i quadranti indo-pacifico ed euro-atlantico. È una visita storica per quattro ragioni. Ecco quali

Quanto rischia l'Italia dalla peggiore siccità degli ultimi 70 anni

Non ha molto senso essere ricchi d’acqua ma poveri di infrastrutture idriche: questo deve essere il messaggio per un Paese come il nostro dove vige la regola che alle grandi emozioni legate alle emergenze, come questa siccità, seguono grandi rimozioni. Lo studio presentato dalla Fondazione Italiadecide e realizzato dalla Fondazione Earth Water Agenda con Proger

Sulla (giusta) riforma francese ci guadagna Le Pen. L'analisi di Ceccanti

Secondo il costituzionalista la riforma delle pensioni “era necessaria: il sistema precedente era insostenibile”. L’opposizione ha “ottenuto il miglior risultato possibile: ha scaricato su Macron e Borne l’incombenza di questa riforma, fiaccando governo e presidenza”

Perché Bakhmut è lo specchio della guerra in Ucraina

Bakhmut per gli ucraini è il simbolo della riuscita della controffensiva e perderla significherebbe aprire di nuovo ai russi la strada verso Kharkiv. Il bivio drammatico di fronte ai vertici militari e politici è tra il continuo tamponamento del fronte e il conservare le forze per la prossima ipotetica offensiva

I nuovi poteri del notaio con la riforma Cartabia

Di Angelo Lauria

Da qualche giorno i notai sono diventati alternativi ai giudici come presidio qualificato per la tutela dei soggetti fragili e delle operazioni relative ai beni ereditari. L’analisi del notaio Angelo Lauria dello studio Ricci e Radaelli

Fermare la frana delle banche regionali. La promessa di Yellen

​Nel suo intervento all’American bankers association, il segretario al Tesoro ed ex capo della Fed, Janet Yellen, rassicura mercato e investitori. L’imperativo di Washington è impedire nuove corse ai depositi e conseguenti knock out del credito, soprattutto a livello locale ​

 

Nuove scoperte e progressi dai Brics, Israele, Giappone e Corea del Sud

Nell’intervento precedente abbiamo parlato di nuove scoperte e progressi scientifici da Stati Uniti d’America, Russia, Gran Bretagna, Germania e Finlandia. Oggi analizzeremo passi in avanti in ulteriori Paesi. L’analisi di Giancarlo Elia Valori

Non solo flussi, le minacce ibride che incombono sull'Ue secondo Bonfrisco

Sicurezza e diversificazione dell’approvvigionamento energetico: “L’Italia è stata capace di raccogliere attorno a sé consenso e alleanze. Roma e Berlino legate dalla capacità produttiva. Il Patto di stabilità? Mi auguro che alcuni commissari non abbiano più un approccio obsoleto”. Conversazione con l’europarlamentare della Lega

×

Iscriviti alla newsletter