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Una visita che già indica iniziative ed azioni concrete da intraprendere, come la calendarizzazione della stima dei danni, anticamera alla richiesta del fondo di solidarietà Ue. Ma che, proprio per la peculiarità del caso, racconta di un filo diretto tra Bruxelles e Roma.

Ursula von der Leyen, al termine del sopralluogo in elicottero con Giorgia Meloni, Fitto, Bonaccini e Curcio, ha garantito l’attivazione del meccanismo della Protezione Civile, definito “un ottimo esempio di solidarietà europea”. A preoccupare Palazzo Chigi quel 42% della superficie agricola utilizzata, che è stata investita dalle alluvioni e su cui il Consiglio dei ministri interverrà.

Bruxelles chiama Roma

“Sono rimasta molto colpita dai volontari venuti da molte parti d’Italia che voi chiamate ‘angeli del fango’”, ha detto la Presidente della Commissione Europea, che ha incassato il grazie del premier, certa che “il sostegno dell’Unione può essere in questa fase molto importante”. Sul punto si registra la rapidità della risposta Ue, con 9 stati membri che hanno giù offerto le loro disponibilità e che ha fatto dire alla Von der Leyen “l’Europa è con voi” in un momento complesso, anche dal punto di vista finanziario, dopo che il governo ha subito stanziato 2 miliardi per i primi interventi. Sul punto in precedenza era stato il Commissario europeo Paolo Gentiloni a spiegare che le spese per l’emergenza non sarebbero state conteggiate nel debito pubblico italiano, aggiungendo che il Fondo di solidarietà europeo è attivabile entro dodici settimane.

Le cicatrici

“Spezza il cuore vedere queste profonde cicatrici, interi territori sotto l’acqua: è stato molto utile per rendermi conto dell’entità della devastazione e dei problemi che si dovranno affrontare”, ha precisato Von der Leyen. Questa la ragione di fondo per cui il dialogo tra Roma e Bruxelles si è fatto denso nelle ultime ore, arrivando a concretizzarsi nel sopralluogo in elicottero: troppo grave la situazione in Emilia Romagna, emergenza che ha causato un approccio strutturato al problema, mescolato ad una serie di soluzioni ad hoc.

Si ragiona infatti sul dove reperire le risorse necessarie, come ad esempio il fondo di coesione e il piano Next generation Ue in cui sono previsti 6 miliardi per attività di prevenzione. Al momento e da una prima sommaria valutazione emerge che sono state danneggiate 21mila aziende, circa la metà complessive, che devono confrontarsi non solo con danni strutturali interni ma anche con frane, smottamenti e allagamenti alle aree connesse come comuni, strade, ferrovie.

Qui Chigi

Giorgia Meloni ha ribadito un passaggio, tra gli altri: ovvero che raramente in passato erano stati reperiti fondi così corposi in così breve tempo: “Sul piano dell’emergenza penso che il governo abbia dato un segnale di un impegno molto significativo, non so quante altre volte è accaduto che si siano trovati 2,2 miliardi in 72 ore per l’emergenza”. Un primo segnale, sia chiaro, dal momento che le cifre circolate negli ultimi giorni sono diverse, ma come promesso dal premier “ci sarà una seconda fase dove con una definizione precisa dello stato delle cose e dei danni e poi, con l’ausilio di tutti, tireremo fuori le altre, immagino significative, risorse per tornare alla normalità”.

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