Skip to main content

Dopo Baku, in Azerbaigian, il Forum Economico Eurasiatico di Verona si sposta a Samarcanda, città dell’Uzbekistan. Il prossimo appuntamento dell’evento organizzato dall’Associazione Conoscere Eurasia di Antonio Fallico, che è presidente di Banca Intesa Russia (che sta chiudendo le attività) oltreché console onorario della Federazione Russa a Verona, è in agenda il 2 e il 3 novembre nella città uzbeka. A evidenziarlo è il giornalista Gianluca Paolucci su X.

L’anno scorso la scelta era ricaduta su Baku per permettere ai leader russi, come l’oligarca Igor Sechin, di partecipare all’evento evitando le sanzioni europee per l’invasione russa dell’Ucraina. Sechin, amministratore delegato del colosso petrolifero Rosneft, aveva letto un messaggio del presidente Vladimir Putin.

A quell’edizione avevano partecipato diversi italiani. Tra questi, Vito Petrocelli, ex senatore del Movimento 5 Stelle e già presidente della commissione Esteri di Palazzo Madama, noto per le sue posizioni filorusse e filocinesi. “Prima giornata del Forum Economico Eurasiatico di Verona, ospitato quest’anno dalla città di Baku in Azerbaijan. Ciò consente anche la partecipazione di relatori russi”, aveva scritto su quello che allora era Twitter. Parole che – osservavamo su queste pagine – rappresentavano la linea degli organizzatori, che puntavano il dito contro l’Unione europea e le sanzioni sostenendo che il trasloco fosse una grave perdita per l’Italia e il suo prestigio internazionale.

Presenti anche: l’ex presidente del Consiglio Romano Prodi (in collegamento); Pino Arlacchi, che da europarlamentare nel 2013 aveva difeso le elezioni in Azerbaijan come “libere, eque e trasparenti” contrariamente a quanto sostenuto da diverse organizzazioni tra cui l’Ocse e Human Rights Watch; Giorgio Bianchi, giornalista, già candidato nella lista Italia sovrana e popolare, che nei mesi precedenti aveva intervistato Maria Zakharova, portavoce del ministero degli Esteri russo, scambiando con lei battutine e risate sulla situazione internazionale, senza risparmiare critiche all’Occidente ed elogi all’invasione russa dell’Ucraina; Alessandro Bianchi, amico di Alessandro Di Battista e direttore del sito l’Antidiplomatico, che si definisce “una delle voci di riferimento del mondo multipolare che si è affermato sul sanguinoso unilateralismo a guida Usa”.

Baku non sembra più aperta all’evento di Fallico. Per l’edizione 2023, dunque, la scelta è ricaduta su una città ancor più lontana da Verona: Samarcanda. All’organizzazione della prossima edizione contribuisce anche il ministero per gli Investimenti, l’industria e il commercio dell’Uzbekistan.

La stessa Samarcanda un anno fa aveva ospitato il summit dell’Organizzazione per la cooperazione di Shanghai. In linea con gli sforzi della Cina di Xi Jinping, l’Organizzazione si sta allargando sempre più oltre l’Asia centrale verso Asia meridionale, Golfo e Nord Africa, quasi sul Mediterraneo. Non a caso la diplomazia cinese aveva sottolineato come Samarcanda sia un’“antica città sulla Via della Seta”.

Il Forum Economico Eurasiatico di Verona sarà un po’ più cinese?

Il Forum (filorusso) di Verona trasloca a Samarcanda, più vicino alla Cina

La kermesse organizzata dall’associazione di Antonio Fallico, presidente di Banca Intesa Russia e console onorario di Mosca, si sposta di nuovo: dopo Baku nel 2022, nel 2023 si terrà nella città uzbeka. Ecco perché

La Cina preferisce allagare le campagne e salvare le città

Gli allagamenti deviati sulle aree rurali dell’Hebei per proteggere Pechino e Xiongan dal tifone Doksuri, raccontano di come Xi Jinping intenda proteggere la sua narrazione anche a discapito dei cinesi stessi

Xi e il papa in Mongolia. Cortesie sì, ma non solo…

Il rapporto tra Chiesa cattolica e Cina non è né tutto positivo né tutto negativo. La cultura del partito in Cina fa del suo segretario qualcosa di molto simile all’imperatore dei tempi passati, che si faceva chiamare “figlio del cielo”. In buona parte è ancora così e la novità dell’accordo provvisorio tra Santa Sede e Repubblica Popolare Cinese ha proprio in questo il suo enorme valore: portare a una distinzione tra buon patriota e fedele di una comunità religiosa. La riflessione di Riccardo Cristiano

In un Paese diviso serve un Presidente della Repubblica super partes. Scrive Tivelli

Tre quarti degli italiani si riconoscono nella figura al di sopra delle parti del Capo dello Stato così come incarnata oggi. Ecco perché secondo Luigi Tivelli un cocktail tipo quello tra elezione diretta del premier, o del Presidente, e l’autonomia differenziata sarebbe letale per il Paese

Cardboard drones

Tanti, efficaci ed economici. L’Ucraina svela i droni di cartone

L’Ucraina impiega i “droni di cartone” (che in realtà sono di polistirolo) nell’attacco ad un aeroporto russo nella regione di Kursk. Con risultati fenomenali, numeri alla mano

Chip, Asml potrà esportare in Cina fino alla fine dell'anno

Il produttore olandese ha ottenuto le licenze dal governo per poter spedire ai chipmakers cinesi alcuni macchinari avanzati, ma soltanto fino alla fine del 2023. Si tratta, però, di quelli per produrre chip ben al di sopra le soglie imposte dalle restrizioni americane…

Cosa si sono detti Meloni e Mitsotakis ad Atene

Sui flussi confermata la linea comune: solo una politica migratoria europea integrata può rappresentare la risposta utile ad una sfida epocale. Sullo sfondo la prossima partita delle elezioni europee e il ruolo di Roma e Atene

Rotta balcanica e Lampedusa, più di una semplice emergenza

“È necessaria una presa d’atto comunitaria rispetto a numeri enormemente lievitati e a un degrado cittadino oggettivo. Trieste è ormai irriconoscibile”, commenta Menia (FdI). Meloni ne parla ad Atene con Mitsotakis, dopo la conversazione telefonica con Saied

Fuori dalla Via della Seta? Quartapelle spiega la linea del Pd

I rapporti con la Cina non possono essere gestiti a livello nazionale, ma devono avere una portata europea. Su come farlo, a seguito dell’uscita dalla Via della Seta, manca chiarezza da parte dell’esecutivo. Conversazione con la deputata dem

Il golpe in Gabon avrà conseguenze sulla sicurezza marittima del Golfo di Guinea?

Le navi ferme davanti ai porti del Gabon in attesa di indicazioni dai golpisti aprono a uno scenario: se la giunta militare si consoliderà a Libreville, continuerà a partecipare alle attività di sicurezza marittime nel Golfo di Guinea? E se sì, resterà partner delle operazioni presenti o sceglierà altri interlocutori?

×

Iscriviti alla newsletter