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Lavoro, istruzione, formazione, sanità sono solo alcuni dei settori per cui il digitale è diventato fondamentale. L’accesso alla Rete, adeguato, è strumento essenziale per la vita di tutti i giorni.

L’inclusione digitale quindi diventa obiettivo primario in una società che vuole stare al passo coi tempi. Per questo sia in ambito europeo, sia in ambito nazionale, va colmato il divario digitale che per diversi motivi colpisce la popolazione.

Come spiegava a gennaio il sottosegretario alla presidenza con delega all’Innovazione Alessio Butti in audizione alla Camera, il digital divide è diffuso “a macchia di leopardo in tutto il territorio nazionale, sia per quanto riguarda le piccole isole che per quanto riguarda specifiche aree equamente distribuite tra nord, centro e sud”. Ma l’obiettivo è appunto di sanare queste carenze “entro il termine del 2026”.

Se infatti guardiamo ai dati Istat, nel Mezzogiorno il 60% circa dei residenti ha opportunità ridotte di accesso alla banda ultralarga, e circa 1 su 5 (17,3%) vive in contesti molto distanti da questo standard (4,2% nel Centro-Nord), afferma l’Istituto nel focus “I divari territoriali nel Pnrr: dieci obiettivi nel Mezzogiorno”.

Nel 2020 il 77,8% delle famiglie italiane dichiarava di avere accesso alla rete attraverso la banda larga (54,3% fissa e 38,1% mobile). Nel Mezzogiorno si arriva al 72% (72,8% nel Sud e 72% nelle Isole), con una presenza contenuta soprattutto degli accessi da rete fissa (48,7% nel Sud e 43,4% nelle Isole).

Le differenze territoriali si manifestano anche sottoforma di gap sociali e culturali. La transizione digitale porta a colmare questi dislivelli, superando le barriere che si sono formate e che possono portare a vere e proprie disuguaglianze, come afferma l’Onu già da qualche tempo.

L’Italia è composta anche da piccoli paesi, spesso comuni piccolissimi e borghi, si contano almeno 6.000 realtà di questo tipo. E proprio per garantire lo sviluppo e il miglioramento della fruizione dei servizi digitali è stato pensato un protocollo d’intesa firmato da Inwit, primo tower operator italiano, e Uncem, l’Unione nazionale delle comunità montane, per comuni, unioni e comunità montane.

L’obiettivo è quello di contribuire a ridurre il digital divide e a costruire una “Smart Italy”, più inclusiva, digitale e sostenibile.

Verranno applicate le misure di semplificazione previste nel Codice delle comunicazioni elettroniche, per favorire la realizzazione degli impianti su aree comunali e modalità più veloci per il rilascio delle relative autorizzazioni. Le aree interessate sono 900 tra le amministrazioni aderenti ad Uncem, che rientrano anche nel Piano Italia 5G del Pnrr, nelle quali verranno realizzate nuove infrastrutture di telecomunicazione mobile.

“Come Uncem siamo onorati di questa intesa – ha affermato Marco Bussone, presidente Uncem – che ci aiuta a generare un percorso efficace e concreto per ridurre il divario digitale, tema per noi molto importante. Per andare in questa direzione occorre utilizzare bene le risorse economiche disponibili, generare cultura del digitale, puntare su infrastrutture moderne, a vantaggio di tutti, in particolare delle zone montane del Paese, ove le sperequazioni sono forti. Con Inwit sono certo che potremo lavorare intensamente, come già fatto, per comunità ed enti locali”.

L’accordo prevede anche di installare sulle torri Inwit alcune soluzioni IoT per il monitoraggio ambientale e del territorio. Inoltre, verranno utilizzati sistemi di microantenne Das (Distributed Antenna System) per aree indoor, come ospedali, palazzetti dello sport e gallerie, e small cell per alcune aree outdoor, come centri storici, rifugi e località turistiche.

Inclusione digitale. Cosa prevede l'intesa tra Inwit e le comunità montane

È stato firmato un protocollo d’intesa da Inwit, primo tower operator italiano, e Uncem, l’Unione nazionale delle comunità montane, iniziativa volta a colmare il digital divide di alcuni territori italiani. “Come Uncem siamo onorati di questa intesa che ci aiuta a generare un percorso efficace e concreto per ridurre il divario digitale, tema per noi molto importante”, ha affermato Marco Bussone, presidente Uncem

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