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Il via libera alla Delega fiscale, sancito dal voto in Senato di ieri, è un dividendo fondamentale per il governo guidato da Giorgia Meloni. Sulla revisione del fisco, l’esecutivo si è speso moltissimo e, in questo modo, incassa un risultato importante anche sotto il profilo politico. Sono tantissime le modifiche introdotte dalla nuova normativa: dalla revisione dell’Irpef alla detassazione delle tredicesime, fino alla semplificazione dei processi e più in generale della giustizia tributaria. Di fondo, l’orientamento è stato quello di immaginare un sistema fiscale più “vicino” al contribuente. In questo senso è significativa la previsione di avere meno adempimenti estivi, che in linea di massima ingessano gli studi professionali e mettono in difficoltà i clienti. “La delega fiscale è forse una delle misure più significative portate avanti da questo governo. Una svolta storica”. A dirlo a Formiche.net è il senatore di Fratelli d’Italia e vicepresidente della commissione Finanze e Tesoro a Palazzo Madama, Filippo Melchiorre, che anche durante il suo intervento al Senato ha sostenuto con vigore l’approvazione della Delega.

Senatore, la riforma del Fisco per questo esecutivo è da subito stata una priorità. Cosa cambierà grazie a questa riforma?

Il testo rappresenta un caposaldo dell’azione di questo governo perché ha un respiro ampio e costituirà un sostegno importante per l’intero sistema Paese. La riduzione degli adempimenti fiscali, delle aliquote, il superamento dell’Irap. Sono misure fondamentali, frutto peraltro di un grande lavoro fatto dal Parlamento. Diamo, finalmente, risposte a imprese e cittadini dopo 50 anni di attesa.

L’opposizione accusa il governo di aver concesso dei condoni sotto il profilo fiscale. Come rispondere?

Questa Delega non ha condoni. È una falsità. Semplicemente abbiamo cambiato l’approccio al Fisco e al rapporto tra Fisco e cittadini, cercando di preservare la tenuta economica delle imprese e delle famiglie e, ovviamente, preservando l’equilibrio della finanza pubblica. Per noi il contribuente deve essere un soggetto attivo, non un soggetto da vessare.

Quale ritiene possa essere la ricaduta più diretta sul mondo produttivo?

La razionalizzazione delle norme e la semplificazione degli iter sotto il profilo fiscale non possono che rendere più appetibile il nostro Paese anche in chiave di investimenti. Il minor peso del carico fiscale è un elemento importante in termini di competitività di un sistema produttivo. I dati sul Pil sono incoraggianti, l’Italia cresce più di Francia e Germania e con questa riforma daremo sicuramente maggiore respiro alle imprese.

Non si rischia, con il concordato preventivo, di concedere eccessiva “fiducia” al contribuente con il rischio di creare un danno ai conti pubblici?

Il concordato preventivo biennale, come da richiesta dell’Ocse, è stato previsto nel ddl e rappresenta una sorta di patto con i contribuenti. Sempre avendo come bussola la tenuta dei conti pubblici. Ma è perseguendo questa strada che si costruisce un rapporto diverso, migliore, tra fisco e contribuenti. Peraltro, l’impianto del ddl, renderà il nostro sistema molto più “europeo” rispetto alla controproposta avanzata dalla sinistra che non faceva altro che aumentare il carico fiscale.

Perché la riforma del Fisco è tra le più importanti del governo. Parla Melchiorre

Detassazione della tredicesima, riduzione complessiva del carico fiscale, superamento dell’Irap e snellimento delle pratiche. Passa al Senato il ddl di delega per la riforma fiscale. Una misura che famiglie e imprese aspettavano da cinquant’anni e che rappresenta, per l’esecutivo, un risultato fondamentale. Conversazione con il vicepresidente della commissione Finanze e Tesoro di Palazzo Madama

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