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Difficile che Forza Italia possa sopravvivere senza Berlusconi o un Berlusconi. Il politologo Roberto D’Alimonte afferma la complessità di trattenere in casa azzurra i due milioni di voti delle ultime elezioni, ma lascia aperta l’ipotesi: “Marina Berlusconi è l’unica in quella famiglia che potrebbe prendere in mano il partito ed essere riconosciuta come legittima erede”. Occorre scendere in campo e impegnarsi in prima persona: “Negli ultimi mesi ha cercato di fare politica indirettamente stando dietro le quinte ma quando si arriva alle elezioni, se non si mette la faccia, non si va da nessuna parte”.

Roberto D’Alimonte

Non è facile capire se ci sarà la diaspora – bisognerà capire già da prossimi giorni come si (ri)strutturerà il partito – ma il politologo non vede scossoni in vista per l’esecutivo: “Se i gruppi parlamentari azzurri si disgregano, qualche riflesso potrebbe esserci. Ma non credo che Meloni rischi il posto”. D’Alimonte condensa il concetto in una battuta: “Si immagina lei accorrere senatori e deputati forzisti in massa verso Schlein o verso Conte?”. Poi nega il pericolo Renzi, a caccia di voti per il grande polo riformista: “E’ una destinazione a rischio: il leader di Italia Viva non può promettere posti e non è chiaro se alle prossime europee riuscirà a superare la soglia del 4 per cento”.

Più probabile – nell’analisi del professore Luiss – è un rimescolamento tutto interno alle forze di maggioranza: “Qualcuno potrebbe migrare verso Lega o Fratelli d’Italia. Non dobbiamo dimenticare poi quello spezzone che fa capo a Lupi e Toti: potrebbe esserci un rafforzamento del raggruppamento popolare”. All’orizzonte si staglia anche il grande partito dei Conservatori, che potrebbe unire tutte le forze dell’attuale maggioranza (Lega esclusa): “Perché decolli questa ipotesi, la premier dovrà chiarirne identità, contenuti e profilo: è un nuovo partito o un’acquisizione da parte di Fratelli d’Italia di un pezzo di Forza Italia? Avrà la fiamma o no? Aderirà ai conservatori o al partito popolare europeo?”.

Non è una decisione facile per il presidente del Consiglio – malumori possono nascere anche dallo zoccolo duro di Fd’I – ma D’Alimonte conferma: “Si tratta di una grande opportunità per Giorgia Meloni: potrebbe essere la sua mossa del cavallo”.

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