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Non si fermano le morti sospette legate all’entourage di Vladimir Putin. Questa volta è deceduto, per causa ancora sconosciute, Pyotr Kucherenko, viceministro della Scienza russo. Il politico è morto dopo essersi ammalato gravemente durante un volo dall’Avana a Mosca.

Secondo le prima indagini, riportate dall’emittente americana Cnn, a causare la morte di Kucherenko sarebbe stato un infarto. Alcuni giornalisti sostengono che il viceministro era diventato critico alla guerra russa in Ucraina e temeva per la sua sicurezza personale.

Per il ministero, Kucherenko si è semplicemente “sentito male mentre era su un aereo con una delegazione russa che tornava da un viaggio d’affari a Cuba. L’aereo è atterrato nella città di Mineralnye Vody, dove i medici hanno cercato di prestare assistenza”. Dmitry Peskov, portavoce del governo russo, ha dichiarato di non essere a conoscenza della causa della morte di Kucherenko. Si attende il risultato dell’autopsia.

Per due giornaliste russe in esilio, invece, ci sono solo strani dolori e intorpidimento, probabilmente provocati da un’intossicazione. La polizia tedesca indaga su un presunto avvelenamento. Una delle giornaliste ha partecipato ad aprile ad un evento organizzato a Berlino da Mikhail Jodorkovski, noto oppositore del governo di Vladimir Putin.

Le due donne hanno riferito sintomi similari, come dolori e intorpidimento, ma le autorità non hanno informato sui dettagli del loro stato di salute. Il primo a dare la notizia è stato il quotidiano Welt am Sonntag, riprendendo informazioni dal sito russo Agentstvo e dai post pubblicati su Facebook da una delle giornaliste.

Natalia Arno, direttrice dell’ong Free Russia Foundation, vive negli Stati Uniti da circa 10 anni e ha dichiarato di avere “sintomi strani”, come ad esempio un “dolore acuto”, per cui ha il sospetto di essere stata avvelenata con un agente nervino.

Da quanto si legge sull’agenzia Reuters, Arno è stata a Berlino gli ultimi giorni del mese di aprile, prima di proseguire per Praga, ed è in quest’ultima città dove ha cominciato ad avere i malesseri.

Secondo il sito Agentstvo, si è scoperto che la sua stanza di albergo a Berlino era stata aperta. Al rientro – immediato – negli Stati Uniti è stata ricoverata in ospedale. L’Fbi ha iniziato un’indagine e lo studio su una sostanza sospetta.

“In breve: si sospetta che durante il mio recente viaggio in Europa sia stata avvelenata, probabilmente da qualche agente nervino, indagata da una (o nemmeno da una) agenzia di intelligence occidentale, ho ancora sintomi neuropatici, ma nel complesso mi sento molto meglio”, ha scritto Arno su Facebook.

Ha raccontato di essersi svegliata alle 5 del mattino con un forte dolore e strani sintomi: “Non avevo ancora pensato alla possibilità di avvelenamento ed ero sicura di dover andare urgentemente dal dentista. Sono riuscita a cambiare i biglietti per il volo più vicino per gli Stati Uniti e sono tornata a casa. Durante il volo, i sintomi sono diventati molto strani, camminavano su tutto il corpo, con torpore”.

Ha aggiunto che “sono passate due settimane da questa storia ‘affascinante’. Di tutti i sintomi, ho solo il torpore. Attendo i risultati di varie indagini – agenzie giornalistiche e intelligence. Per quanto ne so, questa non è la prima storia di un possibile avvelenamento di giornalisti e attivisti russi. E questo non è il primo caso di una porta aperta in un hotel che ‘una cameriera si è dimenticata di chiudere’”.

Una seconda donna ha presentato sintomi similari dopo avere assistito ad una conferenza organizzata dal dissidente Mikhail Jodorkovski il 29 e 30 aprile a Berlino. La giornalista è stata ricoverata all’Ospedale Charite della capitale tedesca.

Negli ultimi anni ci sono stati molti casi di avvelenamento di dissidenti russi all’estero e in Russia. Uno dei più noti è quello dell’oppositore Alexei Navalny, ricoverato a Berlino e arrestato al ritorno a Mosca nel 2021.

Anche l’ex agente Sergei Skripal e la figlia sono stati attaccati con un agente nervino mentre l’ex spia Alexander Litvinenko è morto per avvelenamento con un agente radioattivo nel 2006 a Londra.

Per la giornalista Arno la morale è che “i russi che hanno dovuto lasciare la Russia di Putin, ma che all’estero continuano a lottare con fermezza e decisione contro la guerra, contro il regime di Putin e per una Russia libera e democratica, devono capire che il nemico ha le gambe lunghe, c’è la possibilità di esporci al pericolo fuori della Russia, quindi dobbiamo essere sempre vigili”. Tuttavia, non bisogna “avere paura e non mollare, sii più saggio, più coordinato e più resistente”.

Veleno russo, morte e malori per chi critica il Cremlino

È morto Pyotr Kucherenko, viceministro della Scienza russo, dopo un volo da Cuba, mentre la polizia tedesca e l’Fbi indagano sul presunto avvelenamento di Natalia Arno e un’altra dissidente russa

 

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