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A fine dicembre Alessandro Battilocchio, deputato di Forza Italia, ha visto il suo Ordine del giorno sull’istituzione di un Centro nazionale di crittografia accolto dal governo.

Perché serve un Centro nazionale di crittografia?

Il Piano nazionale per la protezione cibernetica e la sicurezza informatica del 2017 prevedeva che nel nostro Paese venisse costituito un Centro nazionale di crittografia, di fatto mai attuato. Oggi, alla necessità di allora, si affiancano due ulteriori esigenze. In primo luogo, rispondere in maniera preventiva alla minaccia che il quantum computing può rappresentare per la crittografia moderna; secondo, rafforzare la sovranità tecnologica nazionale nel settore crittografico, da sempre di rilevanza strategica per la protezione dei dati e delle comunicazioni.

Il governo ha dato parere favorevole al suo Ordine del giorno presentato a fine dicembre. A che punto siamo?

L’Ordine del giorno è stato accolto dal governo senza alcuna riformulazione. Ciò evidenzia quanto il tema della sovranità tecnologica rappresenti un pilastro dell’azione del governo, richiamato anche a Montecitorio dal presidente del Consiglio dei ministri Giorgia Meloni nel discorso per la fiducia al governo. Al riguardo, debbo evidenziare che l’Ordine del giorno ha suscitato un vivo interesse da parte della comunità crittografica italiana, in particolare dall’Associazione nazionale di crittografia “De Componendis Cifris” che raccoglie in sé l’eccellenza del nostro Paese nello specifico settore. Ho accettato infatti con piacere l’invito dell’associazione a intervenire in occasione del convegno che si terrà proprio alla Camera dei deputati il prossimo 17 aprile, nel quale interverranno rappresentati delle istituzioni e del mondo accademico. L’occasione rappresenterà un momento di confronto e di dialogo, rispetto alla necessità di costituire nel nostro Paese un Centro nazionale di crittografia.

La valorizzazione della crittografia rientra tra le funzioni anche dell’Agenzia per la cybersicurezza nazionale. Come si potrebbero interfacciare questa e il Centro nazionale di crittografia?

Se da un lato la legge attribuisce all’Agenzia per la cybersicurezza nazionale funzioni affinché “assuma iniziative idonee a valorizzare la crittografia come strumento di cybersicurezza”, non dobbiamo dimenticare che la crittografia è una scienza che ha millenni di storia e il suo impiego non ricade esclusivamente nell’ambito della cybersicurezza, di recentissima caratterizzazione. Per esempio, il settore economico-finanziario ha necessità distinte dal mondo della cybersicurezza. Per quanto attiene, invece, il possibile rapporto tra l’Agenzia per la cybersicurezza nazionale e il Centro nazionale di crittografia, le funzioni ipotizzate nell’Ordine del giorno prevedono che il Centro “contribuisca a ideare algoritmi e protocolli crittografici”, oltre a “studiare e valutare le tecnologie operanti nel settore crittografico in ragione del loro possibile impiego, anche su richiesta delle Pubbliche Amministrazioni e previa stipula di apposito accordo”. In tale quadro, l’Agenzia potrebbe commissionare al Centro gli studi necessari per le applicazioni nel settore della cybersicurezza di cui è competente. In definitiva, avremmo un attore istituzionale di riferimento per la Pubblica amministrazione in generale.

Il suo Ordine del giorno prevede che il Centro instauri rapporti di collaborazione anche con analoghe organizzazioni estere per assolvere i propri compiti istituzionali. Quali sono gli spazi per la cooperazione in questo ambito?

Stati Uniti, Germania e Francia sono solo alcuni esempi di nazioni nelle quali insistono enti che da sempre hanno svolgono la loro attività erogando standard, best practices, eccetera nel campo della crittografia. Avere parimenti in Italia un ente che si occupi esclusivamente di crittografia in grado di instaurare rapporti di collaborazione e sinergie con analoghe organizzazioni estere, potrebbe facilitare lo sviluppo e lo scambio di conoscenze per il raggiungimento del medesimo scopo o per fronteggiare minacce comuni e trasversali, tra le quali per l’appunto quella quantistica.

Perché serve un centro nazionale per le sfide quantistiche. Parla Battilocchio (FI)

“Il tema della sovranità tecnologica rappresenta un pilastro dell’azione del governo”, spiega il deputato il cui ordine del giorno per la costituzione di un ente per la crittografia è stato recentemente accolto dall’esecutivo

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