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Guai americani, ma anche cinesi. Il disastro di Svb potrebbe far male anche al Dragone, non certo immune dagli effetti collaterali del peggior crack bancario dai tempi dei Lehman Brothers. E pensare che, come raccontato da Formiche.net, non è raro che gli istituti occidentali abbiano sollecitato il mercato a investire nel debito cinese. Ora però, proprio dalle banche Usa l’industria tecnologica cinese dovrà guardarsi le spalle. L’economia del Dragone non gode certo di buona salute, come dimostrano le previsioni di crescita per il 2023 (5%) ben al di sotto delle aspettative. Senza considerare l’ormai irreversibile crisi del mattone, che vale un terzo del Pil nazionale.

Ora, il collasso della Silicon Valley Bank sta suscitando una certa e diffusa preoccupazione presso gli azionisti di quelle startup che ancora dipendono in tutto o in parte dai finanziamenti delle banche. Se l’onda lunga del default di Svb arrivasse dalla California alla Grande Muraglia, un buon pezzo di industria tecnologica cinese potrebbe rimetterci le penne.

Anzi, in realtà qualche effetto lo si è già visto sulle borse asiatiche. A Tokyo il Nikkei ha chiuso l’ultima seduta a -2,19%, mentre la piazza di Hong Kong è arrivata a perdere il 2,3% con il tonfo di Hsbc, la banca britannica che nel Regno Unito ha rilevato per una sterlina la filiale inglese di Svb. Più contenuta la flessione di Shanghai (-0,72%) e Shenzhen (-0,98%), ma comunque sempre in terreno negativo.

Il punto è che la stessa Silicon valley bank aveva esteso la propria attività di credito alla Cina, supportando le startup tecnologiche del Dragone. E questo perché, come spiega la Cnn, “le banche tradizionali occidentali, come Standard Chartered, Hsbc, Citi hanno una rigorosa conformità e ci vuole molto tempo per aprire un conto bancario con loro. Possono volerci fino a 3-6 mesi, mentre con Svb ci vogliono poche settimane”. Naturale, dunque, immaginare che il fallimento di Svb possa impattare sull’industria tech cinese.

“L’assenza di Svb danneggerà l’industria tecnologica, perché non c’è nessun’altra banca che abbia le caratteristiche di efficienza e velocità nello sblocco di un finanziamento”, ha rivelato una fonte interpellata dalla stessa emittente americana. Avere un rapporto con Svb “ha permesso alle startup con sede in Cina di attingere finanziamenti da investitori anche americani”. Ora, a meno che non arrivi un salvatore (che mantenga anche questo spirito aziendale), non sarà più possibile.

L'onda lunga di Svb arriva anche in Cina

L’istituto della California aveva numerosi rapporti con molte startup del Dragone, finanziandone l’attività e lo sviluppo. Per questo manager e azionisti del comparto tecnologico cinese sono preoccupati. E anche le borse asiatiche accusano il colpo​

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