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Partenariato strategico, accordo di cooperazione di matrice energetica accanto alla consapevolezza che i Paesi del Golfo rappresentano un interlocutore naturale per l’Italia che cerca, da un lato, nuove opportunità per le sue imprese e, dall’altro, una più costante densità geopolitica.

Dopo Nuova Delhi Giorgia Meloni è in visita ad Abu Dhabi, negli Emirati Arabi Uniti, assieme al vice premier e ministro degli Esteri Antonio Tajani. In attesa dell’incontro previsto per sabato mattina con il Presidente degli Eau Sceicco Mohamed bin Zayed Al Nahyan, il premier ha incontrato il ministro dell’Industria e della Tecnologia avanzata e presidente designato della COP28, Sultan Al Jaber.

Oltre alla firma della cooperazione rafforzata nell’ambito della Cop28, verrà siglato un accordo fra Eni e Adnoc che coprirà molteplici ambiti della transizione energetica. Per questa ragione è presente l’amministratore delegato di Eni, Claudio Descalzi, a dimostrazione di una vivacità costante da parte del cane a sei zampe che dal 2018 produce in loco 60mila barili. L’anno successivo Eni ha completato gli accordi con Abu Dhabi National Oil Company per quanto riguarda raffinazione e trading, mentre lo scorso settembre il ministro dell’industria e della tecnologia avanzata degli Emirati Arabi Uniti e l’amministratore delegato di Eni avevano deciso di accelerare il progetto di Ghasha, che potenzialmente potrebbe arrivare a produrre oltre 42,5 milioni di metri cubi giorno, in aggiunta a oltre 120.000 barili di olio e condensati di alto valore al giorno.

Tra gli obiettivi della visita anche il rilancio del partenariato strategico, come ricordato dal ministro Tajani, secondo cui “qui ci sono anche tante opportunità per le nostre imprese, anche nei settori innovazione e agroalimentare; sicurezza energetica e alimentare sono una nostra priorità”.

Roma e Abu Dhabi non solo sono nuovamente legati economicamente, ma presentano prospettive incoraggianti alla voce relazioni future, che andranno giustamente migliorate da un punto di vista strategico e strutturale, così come da queste colonne aveva osservato Ebtesam Al Ketbi, una delle 50 donne più influenti del mondo arabo e direttrice dell’Emirates Policy Center (l’Epc di Abu Dhabi). E lo stesso Thani bin Ahmed Al Zeyoudi, ministro di Stato per il Commercio Estero degli Emirati Arabi Uniti, dopo l’incontro con una delegazione della Farnesina guidata dal segretario generale del ministero, Ettore Sequi, aveva osservato che “l’Italia è il nostro principale partner commerciale nell’Ue27 e il nostro commercio non petrolifero ha stabilito nuovi record nei primi 9 mesi del 2022”.

Un attivismo, dunque, quello del governo Meloni, che nelle intenzioni rappresenta l’inizio di una fase del tutto nuova dopo la vicenda Etihad-Alitalia e soprattutto dopo la commessa saltata per i droni italiani dettata dall’embargo di Giuseppe Conte per le armi, che causò un’incrinatura dei rapporti diplomatici con gli emiri.

Aperta è ancora la questione relativa all’inviato speciale Ue per il Golfo, le cui discussioni sono in corso dallo scorso novembre. Inoltre nel gennaio scorso il sottosegretario agli Esteri Giorgio Silli ha partecipato ad Abu Dhabi alla tredicesima assemblea dell’Agenzia internazionale per le energie rinnovabili, assieme alla delegazione italiana proprio in quest’ottica: ricucire per ricominciare anche in virtù dell’intenzione italiana di recitare un ruolo da protagonista.

Un passaggio che, salutando l’India, Meloni aveva toccato animatamente, osservando che l’Italia è sempre più proiettata verso l’Indo-Pacifico sulle orme di Marco Polo, pur restando “parte integrante della comunità euro-atlantica e dell’Occidente culturale e politico”.

@FDepalo

Ricominciare e ricucire. Le ragioni di Meloni ad Abu Dhabi

Oltre alla firma della cooperazione rafforzata nell’ambito della Cop28, verrà siglato un accordo fra Eni e Adnoc che coprirà molteplici ambiti della transizione energetica. Per questa ragione è presente l’amministratore delegato di Eni, Claudio Descalzi, a dimostrazione di una vivacità costante da parte del Cane a sei zampe che dal 2018 produce in loco 60mila barili

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