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Ammontano a 600 mila euro le risorse stanziate quest’anno dal Conai per il nuovo bando “Ecopak”, che il Consorzio da dieci anni dedica alle aziende che adottano un design sostenibile per i loro imballaggi.

550 mila euro saranno suddivisi fra tutti i casi premiati sulla base di uno strumento di Life Cycle Assessment in grado di calcolare “gli effetti delle azioni di prevenzione in termini di risparmio energetico, di risparmio idrico e di riduzione delle emissioni di CO2”, oltre che di quantità di materia prima seconda generata. I restanti 50 mila euro saranno destinati a cinque aziende che avranno dimostrato “la facilitazione delle attività di riciclo di un imballaggio, la possibilità di riutilizzarlo, l’uso di materiale riciclato nel crearlo e l’aver promosso nuove tecnologie e applicazioni significative dal punto di vista progettuale e dell’innovazione”.

“La maggior parte degli impatti che un imballaggio avrà nel corso di tutto il suo ciclo di vita si definisce nella fase della sua progettazione – ha detto il presidente del Conai Luca Ruini – È sempre importante ricordarlo e far capire alla imprese che il design sostenibile è uno strumento fondamentale per passare da un modello lineare a un modello circolare, tutelando le risorse del nostro pianeta”.

E una delle applicazioni concrete di questa transizione da un’economia lineare a una circolare il Conai l’ha realizzata, fin dalla sua creazione, nell’accordo con l’Anci, l’Associazione dei Comuni italiani, attraverso la raccolta differenziata dei rifiuti di imballaggi, in applicazione a quel principio di “responsabilità condivisa” che richiama tutti, imprese cittadini ed enti locali, a fare la loro parte in questo processo di trasformazione verso comportamenti sempre più sostenibili.
Proprio per stimolare l’analisi e il confronto fra i diversi modelli di gestione dei rifiuti “sia rispetto all’innovazione, alla qualità e all’efficienza, sia rispetto alla necessità di verificare l’impatto per i Comuni delle nuove sfide previste a livello europeo”, si è svolto ieri a Roma un seminario organizzato da Anci e Conai per un confronto su alcune tematiche di particolare attualità sulle buone pratiche e sulle prospettive future rispetto alla Strategia europea per l’economia circolare e al nuovo Regolamento sugli imballaggi, che tante critiche sta suscitando nel nostro Paese.
“La grande sfida dello sviluppo sostenibile – ha dichiarato Vannia Gava, viceministro al ministero dell’Ambiente – richiede che istituzioni, Comuni e associazioni siano alleate per una vera cultura ambientale.

L’economia circolare cambia radicalmente l’approccio al concetto di rifiuto, che oggi diventa risorsa da reimmettere nei processi produttivi e industriali. In quest’ottica opera la Strategia nazionale per l’economia circolare, di cui componente cruciale è il Piano nazionale per la gestione dei rifiuti. Occorre superare, ha proseguito la Gava, il paradosso tutto italiano che ci vede leader in Europa nel settore dell’economia circolare, avendo raggiunto con nove anni di anticipo i target di riciclo fissati dall’Unione europea al 2030, ma, di contro, non ancora dotati di impiantistica sufficiente per chiudere il ciclo dei rifiuti nelle Regioni”.

“Per stare al passo con le direttive e i tempi europei – ha aggiunto Enzo Bianco, presidente del Consiglio Nazionale Anci – per sfruttare a pieno i fondi del Pnrr nel settore dei rifiuti, occorrono determinazione, tecnologie avanzate e formazione. Gli ambiziosi obiettivi che ci chiede l’Europa sull’economia circolare, di cui la raccolta differenziata è parte integrante, sono raggiungibili se tutti facciamo la nostra parte, in piena sinergia di intenti. Da tempo abbiamo costituito, insieme al Conai, una struttura tecnica per la preparazione dei progetti e per l’accesso ai finanziamenti. L’esigenza è di fare presto e bene”.

L’evento di ieri ha chiuso una serie di incontri di riflessione sulla situazione del Paese e sulle prospettive future del settore. Due i numeri principali che sono emersi: 6 milioni e mezzo di rifiuti conferiti al sistema Conai Consorzi nel 2021 e quasi 750 milioni di euro riconosciuti dal sistema ai Comuni. “Si tratta di numeri importanti – ha sottolineato il presidente Ruini – che hanno contribuito in modo decisivo al raggiungimento degli obiettivi del sistema Italia per i rifiuti di imballaggio, dove il riciclo di questi rifiuti ha superato il 73% dell’immesso al consumo. Con quasi 150 chili di rifiuti di imballaggio che ogni cittadino italiano avvia a riciclo, in Europa solo il Lussemburgo fa meglio di noi. Un successo cui hanno contribuito i cittadini, i Comuni, le aziende che producono e utilizzano imballaggi”.

Nel 2022 il Conai ha tagliato il traguardo dei suoi venticinque anni di attività. In tutti questi anni, ne abbiamo già parlato, il riciclo dei rifiuti di imballaggio ha permesso di evitare l’immissione in atmosfera di 150 milioni di tonnellate di gas serra; risparmiare materia vergine pari al peso di 13 mila Torri di Pisa (che pesa circa 14 mila 700 tonnellate); risparmiare energia elettrica pari al consumo medio delle famiglie italiane in dieci anni.
Tutto questo è stato possibile grazie soprattutto alla collaborazione tra Anci e Conai che, attraverso un Accordo Quadro sottoscritto fin dalla nascita del sistema Conai, garantisce ai Comuni una destinazione certa di quanto raccolto in maniera differenziata, con la copertura dei costi sostenuti. Attraverso strumenti per la progettazione dei sistemi di raccolta, a sostegno della comunicazione ai cittadini e alla formazione degli amministratori locali. Anche per quanto riguarda l’utilizzo dei fondi del Pnrr destinati al miglioramento del servizio di raccolta: 190 Comuni per un totale di quasi 5 milioni di abitanti, con oltre mille 700 progetti per circa 115 milioni di euro.

Occorre continuare guardare al futuro per non perdere di vista le sfide che attendono tutto il comparto dei rifiuti e degli imballaggi in particolare. La prima riguarda il ritardo di alcune aree del Paese nell’organizzazione di sistemi efficaci ed efficienti di raccolta. L’altra, e anche di questa ci siamo occupati in passato, rimanda alla proposta da parte della Commissione europea del Regolamento sugli imballaggi che privilegia l’adozione di sistemi di deposito cauzionato rispetto al riciclo. L’iter a livello comunitario è appena iniziato, ma la convinzione è che occorrano “attente valutazioni e un aperto confronto tra tutti i soggetti coinvolti, tenendo conto delle effettive possibilità di realizzazione, delle tempistiche, dei costi e soprattutto di quanto si è costruito fino ad oggi”.

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