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Quale miglior modo di un accordo storico per festeggiare la nomina a uomo più ricco del mondo? Il patrimonio di Larry Ellison, cofondatore di Oracle, ha superato quello di Elon Musk di appena – si fa per dire – 8 miliardi di dollari: 393 miliardi quello dell’americano, 385 miliardi quello del sudafricano. A contribuire è stato appunto l’ultimo deal siglato con OpenAI che, come raccontato in anteprima dal Wall Street Journal, ha firmato un contratto con Oracle – di cui qualcosa trapelava già in estate – per acquistare 300 miliardi di dollari di potenza di calcolo. Partirà dal 2027 e durerà all’incirca cinque anni. Si tratta di uno degli accordi più grandi sul cloud, l’ennesima conferma di come nel prossimo futuro i data center svolgeranno un ruolo di fondamentale importanza. La partnership ha permesso a Oracle si avvicinarsi al trilione di capitalizzazione, le cui azioni sono aumentate del 43% dopo la notizia, spingendo anche Ellison in cima alla vetta dei più facoltosi sul pianeta.

Per raggiungere il primato, Ellison è andato contro le sue prime impressioni. Inizialmente riteneva il cloud computing una totale assurdità, salvo poi ricredersi. “L’intelligenza artificiale sta trasformando radicalmente Oracle e il resto del settore informatico, anche se non tutti comprendono appieno la portata dello tsunami che si sta avvicinando”, affermava agli investitori. C’è chi gli ricorda quanto diceva in passato, per sostenere che quanto afferma quest’oggi è lo stesso che un tempo giudicava come superfluo. Ma le idee cambiano rapidamente.

Per sfidare i colossi del settore, Ellison ha adottato una strategia che adesso le varie Big Tech stanno replicando per vincere la partita dell’AI. Negli ultimi anni Oracle ha saccheggiato i vari Amazon, Google e Microsoft attraendo i suoi talenti per convincerli a trasferirsi. L’azienda ha poi abbassato i prezzi per rendere i suoi servizi più appetibili e ha saputo sfruttare al meglio le debolezze dei rivali nel mondo del cloud. Una strategia vincente, che ha portato Oracle nell’élite tecnologica, permettendole di stringere accordi più che vantaggiosi (tra i suoi clienti, anche Meta, xAI, Nvidia). Ancor di più nel momento in cui i data center sono diventati improvvisamente essenziali per continuare a progredire.

Una spinta gliel’ha data anche l’ottimo rapporto che intercorre tra Ellison e il presidente Donald Trump. Nell’affaire TikTok, su cui resta ancora un grande punto interrogativo, il tycoon aveva individuato Oracle come l’azienda in cui archiviare i dati degli utenti statunitensi. E l’ha inclusa nel progetto Stargate, il mega piano che ha in mente la Casa Bianca per battere la Cina sull’IA. Niente male, per chi un tempo storceva il naso quando si parlava di IA.

Così l'IA ha reso Larry Ellison l'uomo più ricco del mondo

Scettico in passato, profondamente affascinato adesso. Il cofondatore di Oracle ha superato Elon Musk nella classifica degli uomini più facoltosi del pianeta e molto lo deve all’intelligenza artificiale, che ha permesso alla sua azienda di entrare nell’Olimpo tecnologico. Ovvero fin dentro la Casa Bianca

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