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Gli Stati Uniti sono in prima linea, la Russia, dopo dopo un’iniziale euforia, ha cambiato idea. E poi c’è la Cina, che viaggia a passo svelto verso lo yuan digitale. Le stablecoin, monete virtuali ma ancorate al valore delle valute sovrane, stanno un poco alla volta prendendo piede. Ma non in Europa, dove la strada maestra resta quella l’euro digitale, che è una versione ancora più legale di una stablecoin, visto che viene direttamente emessa dalla Banca centrale europea. E c’è una via italiana, quella indicata dalla Consob, che mira a una netta scissione tra le monete virtuali ma agganciate al valore degli asset dovrani, alle ben più disinvolte criptovalute.

La Commissione di vigilanza sulla Borsa, guidata da Paolo Savona, è da sempre in prima fila per la difesa del risparmio da strumenti di nuova generazione ma spesso in odore di speculazione. Sono note le posizioni della Consob su Bitcoin e i suoi derivati. Ma ora è tempo di puntellare e allora ecco una serie di proposte che fungano da scudo al risparmio. Consob, unitamente alle Autorità di vigilanza del mercato di Francia (Amf) e Austria (Fma) hanno infatti chiesto un quadro normativo europeo più solido per i mercati delle criptoattività. Sulla base dell’esperienza acquisita nei primi mesi di attuazione del regolamento Mica (che stabilisce norme uniformi per gli emittenti di cripto-attività) “le tre importanti autorità di vigilanza europee, le tre Authority avanzano quattro proposte volte a garantire una vigilanza più efficace sui mercati delle cripto-attività, rafforzando la competitività degli operatori europei e fornendo una migliore protezione agli investitori”, ha sottolineato la Consob.

Il problema è pero la scarsa armonia tra le diverse normative. “I primi mesi di applicazione del regolamento hanno messo in evidenza notevoli differenze nel modo in cui i mercati delle cripto-attività sono supervisionati dalle autorità nazionali. Queste difformità evidenziano la necessità di rafforzare rapidamente l’architettura di vigilanza per garantire il corretto funzionamento del mercato interno europeo. In caso contrario, le autorità nazionali che ospitano operatori di mercato autorizzati da un’altra autorità potrebbero essere costrette a ricorrere alle misure precauzionali previste dal regolamento al fine di prevenire qualsiasi rischio per gli investitori nazionali. Inoltre, alcune disposizioni non forniscono una protezione sufficiente contro i rischi specifici del settore, quali i rischi cyber, o tutele adeguate nei casi in cui gli intermediari europei accedano a piattaforme situate al di fuori dell’Unione europea. Situazioni che rischiano di compromettere la tutela degli investitori e, in questo modo, mettere anche a repentaglio la competitività degli operatori di mercato europei”.

Nel dettaglio, Consob, Amf e Fma hanno presentato quattro proposte di miglioramento. Tali proposte, che non sono esaustive rispetto alle questioni sollevate dall’applicazione dell’attuale regolamento Mica, ad esempio per quanto riguarda le cosiddette stablecoin, includono in primis la vigilanza diretta da parte dell’Esma dei principali fornitori di servizi di cripto-asset per garantire un’applicazione uniforme delle norme e quindi una vigilanza più efficace. In questo modo si eviterebbero scelte opportunistiche in merito al Paese dove ottenere l’autorizzazione e potrebbero inoltre essere contenuti i costi di vigilanza.

Previsto, poi, il rafforzamento delle norme per le piattaforme che operano al di fuori dell’Unione Europea ma che si rivolgono agli investitori europei. Consob, Amf e Fma evidenziano come alcune piattaforme con sede al di fuori dell’Unione europea raggiungano gli investitori europei attraverso intermediari che hanno lo status di fornitori di servizi di cripto-asset. Le tre autorità propongono quindi che qualsiasi intermediario che esegue ordini su cripto-asset lo faccia su una piattaforma conforme alle disposizioni del Regolamento Mica o di normative equivalenti.

Terza proposta, migliore supervisione delle piattaforme per limitare i cyber risk: dato l’elevato livello di rischio informatico attuale, Consob, Amf e Fma sottolineano l’importanza per gli operatori di mercato di sottoporsi a una verifica indipendente della sicurezza dei propri sistemi informatici prima del rilascio dell’autorizzazione Mica e del suo rinnovo periodico. Tale verifica riguarderebbe la protezione degli asset, la resilienza agli attacchi informatici e la gestione degli incidenti. Una misura di questo genere garantirebbe una maggiore sicurezza per i mercati delle cripto-attività e rafforzerebbe la fiducia degli investitori. Infine, chiarimento del processo di esame dei white paper e possibile creazione di un punto di accesso unico per la presentazione e la gestione delle offerte di token (escluse le stablecoin): questa proposta mira ad aggiungere certezza giuridica alla fase di analisi dei white paper, promuovendo allo stesso tempo un’ulteriore centralizzazione della presentazione delle offerte, in relazione alla portata paneuropea della maggior parte delle stesse.

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