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Signor Ministro,

Autorità,

Signore Ambasciatrici e Signori Ambasciatori,

è con rammarico che mi vedo costretto a non partecipare direttamente, come avrei voluto, alla XV Conferenza delle Ambasciatrici e degli Ambasciatori d’Italia.

Tengo ad esprimere il mio sincero apprezzamento a tutti voi per il lavoro che ogni giorno svolgete con dedizione e senso dello Stato.

La Conferenza è innanzi tutto un appuntamento importante per tracciare un bilancio e riflettere sulle priorità di politica estera in “un mondo che cambia” – per utilizzare il titolo che molto opportunamente si è voluto dare a questa conferenza – e in cui i rapporti internazionali e le loro conseguenze, anche nella portata patologica di conflitto fra Stati, ci lambiscono sempre più da vicino.

L’aggressione brutale della Federazione russa ai danni dell’Ucraina ha messo in discussione le regole sulle quali abbiamo fondato la nostra pacifica convivenza. Un ordine basato sul rispetto del diritto internazionale.

Alla diplomazia spetta in questo momento storico proprio il difficile compito di tutelare questo patrimonio faticosamente conquistato, che trova i suoi baluardi nel processo di integrazione europea e nel sistema multilaterale rappresentato dalle Nazioni Unite, nonché nel nostro saldo collocamento nel quadro dell’Alleanza atlantica. Al centro di questo sistema di valori vi è la dignità umana e il rispetto della persona, che oggi vediamo invece in tante parti del mondo calpestato. Quanto sta avvenendo in queste settimane in Iran supera ogni limite e non può, in alcun modo, essere accantonato.

In uno scenario in cui le crisi assumono sempre più dimensione e portata globale, anche la nostra risposta, per essere efficace, non può che articolarsi a livello multilaterale. È, del resto, la vocazione espressa in oltre settanta anni dalla Repubblica, incisa nel testo della nostra Costituzione.

I cambiamenti climatici, la povertà diffusa e la crescente minaccia dell’insicurezza alimentare, così come una corretta gestione dei flussi migratori, richiedono oggi più che mai maggiore interazione fra gli Stati e un multilateralismo più efficace. In altre parole più diplomazia.

Il conflitto ha mostrato anche un suo pericoloso volto sul terreno delle relazioni economiche globali. In tale contesto sono certo che il corpo diplomatico continuerà a facilitare quell’azione di diversificazione delle fonti di approvvigionamento energetico in cui siamo fortemente impegnati e ad accompagnare al tempo stesso la proiezione esterna del nostro sistema produttivo, da cui tanta parte della nostra prosperità futura dipenderà.

In questo concetto ampio di diplomazia – che abbraccia grandi sfide politiche ed economiche – rilievo strategico assume il sostegno al nostro sistema culturale, inteso come valore in sé ma anche come strumento di diplomazia in grado di consolidare la nostra influenza culturale, cui il mondo guarda con interesse ed ammirazione, e il tema della Cooperazione. Non potrebbe essere altrimenti, se pensiamo alla nostra storia e alle nostre tradizioni.

Il contesto dei grandi negoziati internazionali cui partecipiamo ci vedrà, come sempre, impegnati in modo intelligente e assiduo. Non ci manca certamente la capacità di fare coincidere l’interesse nazionale con quello più ampio del progresso dell’intera comunità internazionale.

Una capacità di dialogo preziosa nelle occasioni in cui il nostro Paese si propone come teatro di eventi internazionali. È il caso della candidatura di Roma per l’Expo2030.

Vorrei infine ringraziarvi per l’incessante lavoro a favore dei nostri connazionali all’estero. Mi riferisco tanto alle collettività storiche, presenti in tante parti del mondo, quanto alle comunità più recenti, spesso composte da giovani ragazze e ragazzi altamente qualificati e che grazie al loro impegno contribuiscono ad offrire un’immagine positiva e dinamica del nostro Paese. Per tutti loro la rete diplomatico- consolare resta un punto di riferimento fondamentale ed insostituibile.

Nell’esprimere a tutti voi e alle vostre famiglie i miei più fervidi auguri per il Natale e per l’anno nuovo, desidero rivolgere il sentito ringraziamento della Repubblica al personale della Farnesina che opera in contesti di crisi e in particolare a quanti oggi prestano servizio a Kiev in condizioni di gravissimo rischio e disagio.

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