Skip to main content

Una domanda ricorrente in merito al conflitto scatenato dall’aggressione russa all’Ucraina riguarda che cosa sta accadendo nel teatro operativo e che cosa ci si può aspettare per la primavera e l’estate. Nel passato, di fronte a quesiti del genere, ci si poteva affidare solo alla fantasia e a ipotesi più o meno fondate. Oggi la disponibilità di mezzi informativi tecnologicamente avanzati mette a disposizione dati molto più attendibili sulla situazione del momento, in tempo quasi reale, il che rende più facile formulare scenari verosimili. Si trovano in rete mappe molto interessanti con le traiettorie giornaliere di satelliti da osservazione che operano in tutto lo spettro elettromagnetico, e i cui risultati sono indipendenti dalla luce diurna e dalle condizioni meteorologiche. Altre mappe riportano invece le tracce di tutti i velivoli da ricognizione dei Paesi che sostengono Kiev, che raccolgono le informazioni sulle comunicazioni, sui movimenti e sulle attività in corso, stando bene al di fuori dello spazio aereo ucraino: ben poco può sfuggire e quel poco è scarsamente determinante.

Si osserva oggi qualcosa che fa riflettere: lungo tutta la linea di contatto che dalla Crimea arriva a Logachevka, ai confini con l’oblast’ russo di Belgorod, da molte settimane le forze di Mosca stanno costruendo imponenti linee difensive, come se si attendessero di dover respingere pericolose puntate offensive ucraine, come cioè se l’esercito russo avesse accantonato l’ipotesi di riprendere l’iniziativa dopo essere stato costretto ad abbandonare Charkiv e Kherson.

D’altra parte sono di pubblico dominio le direttive di Putin che avrebbe ordinato alle sue truppe di avanzare fino a occupare tutto il Donbass entro il mese di marzo, il che appare scarsamente fattibile, almeno in questi termini temporali, stante la situazione climatica e meteorologica, con la pratica impossibilità per le forze blindate e corazzate di muoversi al di fuori dei tracciati stradali. Si susseguono in ogni caso le informazioni circa la possibilità per Mosca di lanciare in battaglia altri trecentomila militari, peraltro costituiti in gran parte da riservisti e da giovani reclute, cui bisogna garantire non solo i necessari equipaggiamenti e armamenti, ma anche, se non soprattutto, un adeguato addestramento. Si prospettano dunque almeno due scenari. Il primo vede il consolidamento degli attuali schieramenti, con l’esercito ucraino che non riesce a superare le rinforzate linee difensive russe, mentre queste a loro volta, utilizzando le forze fresche, potranno premere su particolari settori come stanno da tempo facendo nel Donetsk a Bachmut e Soledar; in questo senso i progressi sono stati finora minimi e si misurano in pochi chilometri, ma potrebbero migliorare con un’ulteriore spinta nella buona stagione.

Il secondo scenario vede un radicale cambiamento nella gravitazione delle forze e ipotizza che le nuove unità, alcune delle quali già presenti in Bielorussa nel quadro delle esercitazioni in atto da qualche settimana, vengano utilizzate per aprire un nuovo fronte da nord, che costringerebbe Kiev a dirottare le proprie unità migliori, oggi impegnate a sud, per fare fronte alla nuova minaccia. Un’offensiva del genere da parte russa potrebbe anche essere supportata da unità bielorusse, anche se un’ipotesi simile appare assai improbabile, stante la non solidissima posizione di Lukashenko e le note tiepide simpatie della popolazione verso la Russia di Putin. L’inverno non ha certo favorito lo sviluppo di operazioni particolarmente ficcanti, al contrario sta permettendo a entrambi gli eserciti di riorganizzarsi: Mosca ne ha approfittato per riempire i vuoti generati dalle gravi perdite umane subite, mentre l’Ucraina sta cercando di ottenere dai Paesi occidentali i moderni sistemi d’arma che le possono consentire di compensare l’inferiorità numerica.

Si tratta di una corsa contro il tempo, perché nuovi mezzi comportano maggiori esigenze addestrative e maggior complessità delle catene logistiche. Finora la palese superiorità dei sistemi occidentali ha consentito a Kiev di resistere e poi contrattaccare con successo: potrà continuare a farlo solo se i flussi di rifornimenti non subiranno cali o rallentamenti. In tal caso potrebbe verificarsi un terzo scenario, quello di una nuova rottura delle linee difensive russe, il che oltre a non impossibili conseguenze politiche, metterebbe a rischio il controllo russo della fascia costiera del mar d’Azov che oggi rimane l’unica vera conquista fin qui ottenuta dall’esercito di Mosca.

Molto, se non tutto, dipenderà quindi dalla capacità e dalla volontà dei Paesi occidentali di continuare a supportare Kiev in quantità e qualità dei mezzi, riavviando anche i processi industriali per far fronte ai consumi che solo un anno fa nessuno si sarebbe immaginato così ingenti. Continuerà altresì lo sforzo della propaganda di Mosca per erodere l’altro elemento, quello della volontà, che nei Paesi democratici non può essere imposta dall’alto. Tutto ciò sul terreno. Su un altro piano, invece, da un lato saranno possibili evoluzioni anche radicali degli assetti politici interni, dall’altro ci si può attendere che vengano stabiliti, in modo assolutamente riservato, contatti per trovare un compromesso che possa essere alla base di un serio negoziato.

Articolo apparso sul numero 141 della rivista Airpress

Si prepara l’offensiva di primavera. Le previsioni di Camporini

Le forze di Mosca sono impegnate nella costruzione di nuove linee difensive, come se si aspettassero una imminente controffensiva ucraina. Date le informazioni a disposizione si delineano tre scenari: lo stallo tra le parti, una nuova offensiva russa da nord, o un contrattacco da parte di Kiev verso i territori occupati. L’analisi del generale Vincenzo Camporini, già capo di Stato maggiore della Difesa e dell’Aeronautica

Fascismo, comunismo, smettiamo di perdere tempo. Il taccuino di Becchetti

Certo, è più facile parlare di fascismo e comunismo piuttosto che fare la fatica di approfondire le questioni e i problemi e cercare di trovare di volta in volta le soluzioni. Ma ai ragazzi chiedo di appassionarsi ai problemi veri su cui si gioca il nostro futuro. Il commento di Leonardo Becchetti

È tornato lo scontro di civiltà. Come si muoverà l'Italia secondo Craxi

Il direttore di Formiche e Airpress, Flavia Giacobbe, ha intervistato la presidente della commissione Esteri e Difesa del Senato, Stefania Craxi. Che punta a una difesa europea coordinata con la Nato e sostiene la proposta di Crosetto di escludere il raggiungimento del 2% dal Patto di stabilità. Lo stesso va fatto per la cooperazione internazionale: senza un impegno nel Mediterraneo e in Africa, il nostro Paese rischia nuove destabilizzazioni

Phisikk du role - Perché la Destra non riscopre il Risorgimento?

Ragionando e ragionando, magari verrebbe il gusto di recuperare il più negletto di tutti i padri: quel Mazzini che forse non abbiamo ancora compreso, ma che arreda le nostre piazze di sue statue ornate di stormi migratori. La rubrica di Pino Pisicchio

C'è un nuovo modello di presa in cura delle fragilità

Fondazione Roche e Cooperativa La Meridiana hanno dato vita all’evento “La presa in cura delle fragilità. Malattie neurodegenerative e demenze: impatto sociale e sanitario”, organizzato a Monza in un luogo simbolo dell’innovazione dei percorsi assistenziali: il Paese Ritrovato

Lo strano caso dei contanti russi in Italia

Dal giorno in cui Vladimir Putin ha invaso Kiev, Mosca ha provato ad assediare Roma ritenendo che fosse l’anello debole del fronte occidentale. Mentre l’ambasciata russa agiva per sviare l’opinione pubblica, muoveva quasi un milione di euro in contanti in poche settimane. Il Corriere racconta la segnalazione dell’ufficio antiriciclaggio

Perché dobbiamo seguire ciò che accade tra Mosca e Pechino

Lo status quo cinese attorno al conflitto ucraino sta cambiando? In occasione del primo anno di guerra, Pechino ha mosso le carte e ha iniziato a parlare apertamente di quella che chiama “la crisi in Ucraina”. Per capire fino in fondo l’atteggiamento della Cina e le relazioni con la Russia, Formiche.net ha realizzato un approfondimento con esperti internazionali

Vi spiego la crisi delle adozioni internazionali. Scrive Giovanardi

Di Carlo Giovanardi

Carlo Giovanardi risponde alla lettera aperta indirizzata al governo e firmata da Tivelli e Parsi sulle adozioni internazionali. Già sottosegretario alla presidenza del Consiglio con delega alla famiglia dal 2008 al 2011 ed ex presidente della Cai, Commissione adozioni internazionali, ecco secondo il politico come è necessario intervenire

Social e politici. Per Meloni più engagement, ma Salvini resta in testa

Tutti i numeri della ricerca “Marketing politico e social media fra comunicazione e consenso. Un’analisi del panorama italiano”, realizzata per la Rome Business School da Alessio Postiglione e Valerio Mancini, il primo direttore dell’International Master in Communications e il secondo alla guida del centro di ricerca del medesimo istituto

Ucraina, digitale e crescita. Si alza il sipario sul G20 indiano

​A Bangalore, il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti incontra il collega argentino Massa, mentre la presidenza di turno lancia una task force per la tecnologia a portata di tutti e a buon mercato​. E la Francia…

×

Iscriviti alla newsletter