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Nel fine settimana si sono riaccesi i riflettori sul Second Thomas Shoal, l’atollo del Mar Cinese Meridionale appartenente alle Filippine ma su cui la Repubblica Popolare avanza da tempo rivendicazioni territoriali. Ed è proprio Pechino a riprendere l’iniziativa, decidendo per il dispiego della più grande nave in forza agli apparati di guardia costiera di tutto il mondo, un colosso lungo più di centosessanta metri noto come “il Mostro”, ma ufficialmente indicata come Ccg-5901.  Più grande di un qualsiasi cacciatorpediniere della Marina statunitense, la Ccg-5901 cinese è armata con cannoni antiaerei e capacità di stoccaggio del carburante che le consentono di intraprendere missioni prolungate.

La guardia costiera filippina ha seguito l’imbarcazione cinese mentre nel fine settimana manovrava nell’area del Mar Cinese Meridionale compresa all’interno della Zona Economica Esclusiva (Zee) di Manila. Nonostante gli avvertimenti e le richieste di abbandonare le acque filippine lanciate dalla nave di pattuglia Brp “Cabra” (a cui la guardia costiera cinese ha risposto dicendo che “il cosiddetto lodo per l’arbitrato sul Mar Cinese Meridionale è illegale e non valido. La Cina non lo accetta né lo riconosce”, riferendosi alla sentenza del tribunale internazionale del 2016 che ha invalidato le rivendicazioni di Pechino nella regione), lunedì sera la guardia costiera filippina ha riferito che la nave cinese è rimasta nell’area ed è stata avvistata per l’ultima volta a circa 148 km dall’isola di Lubang.

Il portavoce della guardia costiera e capitano della Brp “Cabra” Jay Tarriela ha accusato l’imbarcazione di effettuare “movimenti irregolari”, incompatibili con un transito innocente e senza secondi fini, “ma piuttosto indica che sta conducendo un’operazione di law enforcement. In risposta, l’equipaggio della Brp Cabra è rimasto stabile nel contestare questa affermazione, pedinando e seguendo diligentemente la Ccg-5901 per difendere i diritti sovrani delle Filippine. Questo sottolinea l’importanza di affrontare con costanza la presenza illegale della Repubblica Popolare Cinese e di garantire la sicurezza dei pescatori filippini che operano nell’area”, ha aggiunto Tarriela.

La risposta a Tarriela è arrivata martedì dal portavoce del ministero degli Esteri cinese Guo Jiakun, che durante un briefing con la stampa ha affermato che “La Guardia costiera cinese non ha nulla da rimproverarsi se pattuglia e conduce attività di applicazione della legge nelle acque pertinenti in conformità con la legge”.

La presenza della nave segna l’ultima mossa della Cina per rafforzare la sua ampia rivendicazione della maggior parte del Mar Cinese Meridionale, dopo che il mese scorso il Comando del Teatro Meridionale dell’esercito ha tenuto esercitazioni di preparazione al combattimento su larga scala intorno all’atollo di Scarborough Shoal.  E secondo quanto riporta il quotidiano filo-governativo cinese Global Times, la Guardia costiera cinese è pronta ad aumentare il pattugliamento dell’area e ha dichiarato che le cosiddette attività di contrasto “sono del tutto giustificate”.

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