Skip to main content

Hayek, nel ribadire a più riprese che la sua è una generale teoria della società, evidenzia anche che la sua “ricaduta” politica ne è una conseguenza.
L’individualismo vero, scrive, è, “innanzitutto, una teoria della società, un tentativo di capire le forze che determinano la vita sociale dell’uomo, e solo in seconda istanza si configura come una serie di massime politiche derivate da questa concezione della società”.

La politica si presenta quindi come una sorta di “applicazione” pratica di una teoria veritativa, indipendentemente dal fatto che nel caso in questione trattasi di una “verità” non razionalisticamente intesa, e anzi segnata da imperfezioni e precarietà. In questo modo, la politica, con la sua alta intensità di conflittualità, e quindi con la assoluta non prevedibilità dei suoi esiti, viene neutralizzata. La legge e il diritto, nella loro formalità e universalità, cioè così come si presentano nella rule of law o diritto consuetudinario anglosassone, sono in Hayek lo strumento principale di questa neutralizzazione (e non il mercato come spesso si pensa). È un processo diversamente atteggiato, e anzi opposto, ma in sostanza molto simile a quello delle filosofie o teologie politiche non liberali su cui Hayek lancia a ragione i suoi strali.

Non si tratta, in effetti, semplicemente di tener presente l’elemento della diffusione e dispersione delle conoscenze umane, non centralizzabili, ma anche della necessità di comprendere che, mosso dall’interesse, l’uomo, con le sue forze vitali, travalica sempre l’ambito di ciò che effettivamente dovrebbe essere e del potere che dovrebbe avere.

Forze vitali che non possono essere estirpate ma solo contrapposte le une alle altre: esse sono infatti, nello stesso tempo, forze distruttive e autodistruttive ma anche creative. E non sono razionalizzabili come Hayek, che pur le considera, crede si possa fare. In questa ottica, in cui è da intendersi nel senso più profondo il concetto della costitutiva politicità dell’essere umano (percorso anch’egli da forze plurali e conflittuali), il concetto di individuo non può che apparire un presupposto, una datità irrelata e non giustificata. Così come non si può non concludere che l’equilibrio della società, ma anche quello della vita, nasce sempre da un equilibrio (tragico se vogliamo) fra equilibrio e disequilibrio. È in questa dimensione di tensione, che fa i conti con la pro- duttività del negativo, che vive (precariamente) l’uomo, non nell’astrattezza di una legge costituita.

Ocone spiega il non detto della libertà

Esce in questi giorni nella collana di Politica diretta da Dario Antiseri l’ultimo libro di Corrado Ocone, edito da Rubbettino, “Il non detto della libertà”.
“Il non detto” è ciò che rimane fuori da ognuno dei diversi modi di concepire la libertà: il politico, l’economico, il giuridico, il metafisico, quello che tende a distinguere le “due libertà” (la positiva e la negativa). Da qui l’esigenza di non chiudersi in un confine disciplinare o metodologico. Anticipiamo qui la conclusione del capitolo dedicato a Friedrich von Hayek

Welfare, un rilancio per più sviluppo e meno ineguaglianza. Scrive Bona

Di Lorenzo Bona

Il welfare è stato concepito come strumento principe finalizzato ad offrire agli individui maggiori livelli di sicurezza e assistenza sociale. Molti economisti hanno sentito da tempo l’esigenza di rimarcare l’urgenza di nuove riflessioni in questo ambito ai fini della promozione di sistemi economico-sociali più equi ed efficienti. L’analisi di Lorenzo Bona

Serve una risposta difensiva Nato alla vicenda polacca. Parla Buras (Ecfr)

Per Buras (Ecfr Varsavia), serve una risposta della Nato all’incidente avvenuto in Polonia. Le responsabilità russe, qualsiasi sia stata la dinamica, sono evidenti e la Nato dovrebbe rafforzare le proprie capacità di difesa aerea al confine ucraino per evitare che altre future situazioni portino a escalation

Più sicurezza e prevenzione. Il protocollo di Enel e Uiltec

La cultura della sicurezza si fa largo in Enel col protocollo triennale firmato dallo stesso Gruppo con Inail e sindacati di settore

Nessuna escalation. I diversi strumenti della Nato spiegati da Luciolli

L’esplosione che ha colpito la Polonia, su cui ancora si indaga per accertare la provenienza del missile, ha fatto emergere il pericolo di uno spillover del conflitto verso i territori Nato, con la possibilità di attivazione delle misure di concertazione tra Alleati, fino addirittura all’articolo 5. L’intervista a Fabrizio Luciolli, presidente del Comitato atlantico italiano, per fare luce sui possibili scenari

Partire dalla realtà, senza egoismi. Ripamonti sul caos migranti

Solo cambiando prospettiva e assumendo quella dei protagonisti di un fenomeno ormai strutturale ed enorme si può arrivare a definire una linea comune nella quale ognuno ha un contributo da dare, comprendendo però che non sarà l’unico. Conversazione con Camillo Ripamonti, presidente del Centro Astalli, la sezione italiana del Jesuit Refugee Service

Trump corre, ma Murdoch e i grandi donatori repubblicani lo scaricano

Rupert Murdoch e Ivanka, il boss di Blackstone e il fondatore di Citadel. I nomi pesanti che a questo giro non sosterranno Donald Trump, mentre annuncia la terza corsa per le presidenziali

Il Centro e il Pd. Come è cambiato il Partito democratico secondo Merlo

Ormai il Pd è una sommatoria infinita di correnti, o di bande, nazionali e locali che detengono le sorti del partito e che hanno le chiavi di casa per decidere se far traslocare altrove chi lo guida momentaneamente

Il G20 trova l’accordo sul comunicato e condanna l’invasione russa

La bozza fatta circolare riporta che la maggior parte dei membri del G20 condanna l’invasione, anche se riconosce che altri hanno posizioni diverse. E’ un buon risultato e un segnale della scarsa influenza russa sul forum internazionale

La tecnologia Made in Italy viaggia nel mondo e batte i record. Parla Marco Tripi (Almaviva)

Mentre parliamo di sovranità digitale, tocca ricordare che in Italia ci sono solo due grandi aziende Ict a guida e controllo italiano. Una è Almaviva, che quest’anno supererà la soglia di un miliardo di fatturato e registra ordini da Usa, Regno Unito, Finlandia, Arabia Saudita, Belgio, Svizzera. Persino dal ministero della Giustizia in Tanzania. Mantenendo sempre testa e attività in Italia, dove ha 44 sedi e quest’anno assumerà mille persone. Abbiamo chiesto a Marco Tripi come si fa a investire e crescere in questi tempi complicati

×

Iscriviti alla newsletter