Skip to main content

Dal palco del Nato Public Forum dell’Aja, l’ambasciatore americano presso l’Alleanza atlantica, Matthew Whitaker, ha offerto un messaggio che è insieme avvertimento e proposta: la Nato deve cambiare passo. Perchè ciò sia possibile, Whitaker ha delineato un’agenda che punta a spostare gli equilibri del dibattito transatlantico, dalla difesa come attività di reazione alla deterrenza come progetto politico-industriale. 

Il budget

“Vogliamo il 5% sulla difesa e sulla spesa correlata. Crediamo che tutti gli alleati saranno d’accordo. È un momento storico per questa Alleanza”, ha affermato Whitaker. Secondo l’ambasciatore Usa, non si tratta più di inseguire soglie minime, ma di rispondere a una trasformazione geopolitica che impone un salto di sistema. Il 2% è ormai considerato superato.

La cornice è quella di un mondo che, nelle parole di Whitaker, è “più pericoloso che mai dal dopoguerra”. E in questo contesto, la Nato deve diventare (o tornare a essere) una piattaforma di deterrenza integrata, tecnologicamente avanzata e politicamente determinata. “Vedremo una rinascita delle industrie della difesa, sia in Europa che in Nord America”, ha detto. “Un’Alleanza forte e letale è quella che garantirà la pace per generazioni”.

Il ritorno della geopolitica (anche fuori dall’Europa)

Whitaker ha particolarmente insistito su un punto: la Nato non può più concentrarsi esclusivamente sulla Russia o sul Fianco Est. L’odierno attacco iraniano contro una base americana in Qatar dimostra – secondo Washington – che le minacce sono sempre più globali, ibride e interconnesse.

“La capacità americana di proiettare potenza a sostegno nostro e degli alleati ha ricordato a tutti quanto sia importante investire nella difesa comune”, ha detto. Con riferimento all’operazione Midnight Hammer, condotta con bombardieri strategici B-2 contro i principali siti nucleari iraniani, Whitaker ha sostenuto che quella risposta militare “ha sostanzialmente chiuso il conflitto in 30 ore”, evidenziando come la deterrenza, nella visione statunitense, passi sempre dalla capacità di colpire con precisione e rapidità.

La presenza americana in Europa. Nessun disimpegno, ma serve reciprocità

L’impegno degli Stati Uniti resta saldo, ma non incondizionato. “Gli Stati Uniti non stanno andando da nessuna parte”, ha ribadito Whitaker. “Ma ci aspettiamo che i nostri alleati europei siano partner alla pari”.

Il messaggio punta a rassicurare chi teme un disimpegno americano, ma al tempo stesso anche a spingere per una nuova divisione delle responsabilità, in cui l’Europa assuma un ruolo operativo più incisivo nella propria difesa convenzionale. Il riferimento è al principio dell’equità strategica, già emerso nei documenti dottrinali statunitensi, secondo cui la stabilità euro-atlantica deve essere una responsabilità condivisa.

I messaggi agli alleati europei

Tra i segnali positivi, Whitaker ha citato l’evoluzione della Germania, lodando la scelta di Berlino di “ri-militarizzarsi” e assumere una posizione di leadership nella sicurezza continentale. Questo, sottolinea Whitaker, “sta spingendo anche Regno Unito, Francia e Italia ad avanzare con decisione. E questo è un bene per l’Alleanza”.

Sul tema ucraino, Whitaker ha espresso il sostegno Usa a Kyiv, ma ha mantenuto una linea prudente: “Non c’è una soluzione militare per quella guerra. Serve pace anche lì”. Nessun accenno diretto al nodo dell’adesione alla Nato – coerentemente con la posizione della Casa Bianca – ma un richiamo alla necessità di chiudere il conflitto con una soluzione politica credibile, in grado di durare nel tempo.

Nato Summit, gli Usa restano impegnati in Europa ma gli alleati devono fare di più. Parola di Whitaker

Dal palco del Nato Public Forum all’Aja, l’ambasciatore americano presso la Nato, Matthew Whitaker, ha lanciato un appello a un cambio di paradigma per l’Alleanza: dalla logica difensiva a quella della deterrenza integrata, tecnologica e politica. Gli Stati Uniti, ha affermato, restano impegnati in Europa ma chiedono reciprocità e un maggior ruolo operativo agli alleati, citando in particolare la svolta tedesca come stimolo per Regno Unito, Francia e Italia. Sull’Ucraina, sostegno a Kyiv ma con l’invito a cercare una pace duratura, senza forzature per l’ingresso nella Nato

Pd con i 5 Stelle? Solo se europeisti. Bene il dialogo Meloni-Schlein. Parla Quartapelle

Le comunicazioni in Aula parte della premier Giorgia Meloni appaiono composte ma poco incisive. L’immagine è quella di un Paese che non riesce a inserirsi nei processi decisionali che stanno cambiando gli assetti geopolitici a maggior ragione a fronte sviluppi nei conflitti. Per il 5% sulla Difesa occorre vederci chiaro, ma il tema resta prioritario (per l’Italia e l’Europa). L’alleanza col M5S? Solo su presupposti europeisti. Colloquio con la deputata del Pd, Lia Quartapelle

Reggerà la tregua di Trump? Redeaelli spiega gli obiettivi di Iran e Israele

Donald Trump annuncia un cessate il fuoco tra Iran e Israele, mediato dal Qatar, ma la tregua appare fragile. Teheran ha risposto simbolicamente ai raid Usa per evitare l’escalation, mentre Israele punta a dimostrare forza senza un piano politico chiaro. Per il prof. Redaelli (Cattolica), il regime iraniano è in difficoltà e dovrà scegliere tra clandestinità nucleare o compromesso

Cosa c’è nella nuova strategia di sicurezza nazionale Uk

Il Regno Unito ha pubblicato una nuova strategia di sicurezza verso il 5% del prodotto interno lordo entro il 2035. Centrale l’approccio “all-of-society” e l’audit sulla Cina, vista come sfida strategica da gestire con pragmatismo e difese rafforzate

Non solo Tap, Urso a Baku per l'accordo Ansaldo (e rafforzare la cooperazione)

L’accordo conferma la postura del governo di Roma in un fazzoletto di terre e di equilibri decisivo, che spazia fra tematiche primarie come le risorse energetiche, le nuove sfide ambientali, la sicurezza regionale, la diffusione del know how italiano, le infrastrutture come il Trans Caspian Transport Corridor, di importanza centrale per i flussi energetici e di trasporto anche in chiave europea

La svolta asiatica Usa spiana la strada all’intelligence Uk? Cosa succede nella Nato

L’ammiraglio francese Pierre Vandier, comandante supremo alleato per la trasformazione della Nato, ha chiesto al Regno Unito di assumere un ruolo guida nelle operazioni di intelligence dell’Alleanza mentre gli Stati Uniti si concentrano sull’Asia per affrontare la Cina. Una proposta significativa per le relazioni bilaterali con la Francia ma anche e sopratutto per la sicurezza europea

Le sfide della deterrenza atlantica nell’era della velocità. Il dialogo Cavo Dragone-Vandier

Durante il Nato Public Forum all’Aja, gli ammiragli Cavo Dragone e Vandier hanno delineato le priorità strategiche dell’Alleanza: colmare il debito di capacità, accelerare i tempi decisionali e rendere operativi i nuovi target militari. L’esperienza ucraina, le sfide del procurement e il peso dell’opinione pubblica emergono come snodi critici nel percorso verso una Nato più pronta e coesa. Tra innovazione sul campo e limiti strutturali, si delinea un equilibrio difficile ma necessario

Non solo Byd. La Cina mette un altro piede in Europa con la Aiib

La Asian investment and infrastructure bank, alter ego cinese della Banca mondiale e motore finanziario della Belt and road, potrebbe presto aprire la sua prima sede nel Vecchio continente, per la precisione a Londra. Con l’obiettivo dichiarato di attrarre e drenare nuovi capitali. Mentre i dazi di Trump affossano ancora l’e-commerce del Dragone

Italia-Libia, il business come leva geopolitica (anche a Bengasi)

La premier Giorgia Meloni avverte che l’est e il sud della Libia sono già le principali teste di ponte della Russia in Africa. Per l’Italia è urgente impedire che Mosca rafforzi la propria influenza nel Mediterraneo attraverso la Libia. E il business con Bengasi può essere una chiave

Amazon

Come il Regno Unito è diventato il nuovo centro dell'IA

Dopo Nvidia, anche Amazon decide di investire Oltremanica: pronti 40 miliardi di sterline nel prossimo triennio. La conferma di come il Paese sia diventato un vero e proprio hotspot tecnologico, a cui guardano con interesse sempre più aziende. Molto deriva dal lavoro dell’attuale governo laburista, che segue però la strada indicata da quello precedente di stampo conservatore

×

Iscriviti alla newsletter