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Israele, tramite il ministero degli Esteri, ha fatto le congratulazioni al popolo italiano “per la conclusione della campagna elettorale”, ma senza citare la vincitrice Giorgia Meloni, presidente del Consiglio in pectore. Come mai? Una fonte diplomatica ha spiegato al Jerusalem Post che non c’è alcuna volontà di boicottare la leader di Fratelli d’Italia. Lo stesso giornale nei giorni scorsi aveva intervistato Riccardo Pacifici, ex presidente della Comunità ebraica di Roma e attuale rappresentante della European Jewish Association in Italia: “Meloni è stata coraggiosa quando ha dichiarato che non si possono usare simboli fascisti ed essere membri del suo partito”, aveva spiegato ricordando anche la candidatura (e l’elezione) al Senato di Ester Mieli, già portavoce della Comunità ebraica di Roma.

Israele, si legge nella dichiarazione (rilanciata su Twitter anche da Alon Bar, ambasciatore designato in Italia), “non vede l’ora di proseguire la cooperazione e l’amicizia con il governo che verrà istituito, con particolare attenzione a economia, energia, acqua, innovazione e cyber – oltre alla lotta congiunta contro l’antisemitismo e alla preservazione della memoria della Shoah. L’Italia è un importante amico di Israele”, conclude la nota.

Il messaggio inviato dal governo israeliano appare tutt’altro che un boicottaggio. Chi lavora tra i due Paesi si spinge a definire la mossa “coraggiosa” notando quattro elementi “nonostante i quali” da Gerusalemme è arrivato un messaggio simile.

Primo: tra meno di un mese Israele andrà al voto e i partiti al governo sono impegnati nella campagna elettorale. Secondo: Meloni, che può contare su una figura come Giulio Terzi di Sant’Agata, responsabile dei rapporti diplomatici di Fratelli d’Italia e già ambasciatore d’Italia negli Stati Uniti e in Israele, ha sempre sottolineato la sua vicinanza al Likud di Benjamin Netanyahu, partito da cui sono arrivate diverse congratulazioni ma che non è al governo di Israele – l’esecutivo attuale, anzi, è nato proprio in chiave anti-Bibi con il centrista Yair Lapid attualmente primo ministro e ministro degli Esteri. Terzo: Meloni è stata tiepida sul riconoscimento di Gerusalemme come capitale di Israele (a differenza del suo alleato Matteo Salvini, leader della Lega, da tempo ormai sostiene questa mossa diplomatica). Quarto: durante la campagna elettorale anche la diplomazia israeliana ha visto certe immagini come il saluto romano di Romano La Russa, assessore alla Sicurezza della Regione Lombardia in quota Fratelli d’Italia, durante i funerali del cognato.

Dal Medio Oriente sono arrivati molti messaggi di congratulazioni diretti a Meloni: da Bahrein, Egitto ed Emirati Arabi Uniti, per citarne soltanto alcuni. La nota della diplomazia israeliana, invece, è diretta al popolo italiano con implicito riferimento a chi ha vinto le elezioni. Una dimostrazione di come i rapporti bilaterali stiano attraversando una fase positiva che si riflette anche nella cooperazione in materia di difesa e sicurezza. Non mancherà, però, un messaggio rivolto direttamente a Meloni se e quando si insedierà a Palazzo Chigi. 

Perché il messaggio da Israele è una buona notizia per Meloni

La leader di Fratelli d’Italia non viene citata nella nota diffusa dalla diplomazia di Gerusalemme. Ma non c’è alcuna volontà di boicottarla. Anzi. Ecco quattro ragioni per cui è una mossa “coraggiosa”, come l’ha definita chi lavora tra i due Paesi

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