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Dopo America ed Europa, Anduril ha messo gli occhi anche sull’Indo-Pacifico. L’emerging tech Usa, leader nel comparto dell’IA applicata alla difesa, ha recentemente concluso due accordi che pongono le basi della sua futura espansione in estremo oriente. Da un lato l’apertura di Anduril Taiwan, dall’altro una prima partnership con le industrie coreane per la co-produzione di droni. E, per l’azienda che ha messo l’IA in mimetica, potrebbe essere solo l’inizio di un’espansione senza precedenti.

Un piede a Taiwan…

L’accordo con Taiwan rappresenta un primo tassello della strategia di Anduril nell’Indo-Pacifico. Oltre alla collaborazione con l’Istituto Nazionale Chung-Shan per la Scienza e la Tecnologia, Anduril ha consegnato a Taipei — in tempi record — una prima tranche delle sue loitering munition Altius. Nelle loro varie configurazioni, le munizioni loitering, spesso definite come droni kamikaze, sono sistemi autonomi in grado di librarsi in un’area predefinita per un tempo prolungato, entrando in modalità kill quando un obiettivo specifico entra nel loro raggio d’azione. Questa capacità di stazionare e colpire con rapidità e precisione le rende strumenti estremamente flessibili in svariati scenari tattici e decisionali.

Per Taiwan, la minaccia di un’azione militare da parte di Pechino per conquistare l’isola resta concreta e in crescita. La strategia di difesa di Taipei si fonda da anni su una dottrina asimmetrica, volta a compensare il divario numerico e tecnologico con la Repubblica popolare cinese attraverso capacità mobili, rapide e tecnologicamente avanzate. In questo contesto, i droni e le munizioni loitering di Anduril rappresentano un’opportunità preziosa per aumentare la massa critica di assetti spendibili in caso di conflitto. Visto e considerato che ogni tentativo di sbarco (o anche solo di blocco navale intorno a Formosa) da parte cinese coinvolgerebbe un numero molto ingente di risorse (umane e materiali), poter contare su sistemi che producibili in massa e rapidamente, come vanta Anduril, è diventato quasi un imperativo per Taipei. Parallelamente, l’isola continua anche a rinfoltire i suoi arsenali convenzionali, cercando un equilibrio tra capacità tradizionali e soluzioni high-tech.

Dal punto di vista di Anduril e del suo fondatore, Palmer Luckey, la penetrazione nel mercato taiwanese è solo una parte di una strategia più ampia. Luckey punta a posizionare l’azienda come il principale fornitore di tecnologie avanzate per la difesa ai partner chiave degli Stati Uniti in tutto il mondo. Dopo aver consolidato la propria presenza in Europa, dove ha stretto collaborazioni con vari Paesi Nato, Anduril sta ora puntando sull’Indo-Pacifico.

… e uno in Corea

In quest’ottica di espansione sui mercati Alleati si inserisce anche l’accordo con la Corea del Sud, altro attore cruciale nel contenimento strategico degli Usa nei confronti di Pechino. La partnership con Korean Air per la co-produzione di droni autonomi, in questo senso, segna una svolta industriale importante. Attraverso il nuovo centro produttivo in situ, che porterà il nome di Arsenal South Korea, Anduril non solo garantirà la disponibilità locale di sistemi all’avanguardia, ma favorirà anche il trasferimento tecnologico e lo sviluppo di competenze similari alla base industriale della Difesa di Seul. Come nel caso di Taiwan, anche la Repubblica di Corea ha più di un motivo per puntare sulla dronica. D’altronde Seul — che insieme a Giappone e Australia rappresenta l’avanguardia Usa nell’Indo-Pacifico — deve fare quotidianamente i conti con le difficoltà derivanti dalla necessità di pattugliare il confine con la Corea del Nord sul 38esimo parallelo. Questa frontiera — tecnicamente nota come “Zona demilitarizzata coreana” — è costituita da una fascia di terra larga 4 chilometri ed estesa per circa 250, e rimane tutt’oggi una delle aree del mondo con la più alta presenza di truppe in assetto da guerra.

Solo un inizio?

Anduril, che negli ultimi anni è cresciuta esponenzialmente, sta rapidamente guadagnando terreno (e commesse) nel panorama internazionale della difesa tramite una strategia che punta (quasi) tutto su due fattori: scalabilità della produzione e rapidità delle consegne. In un mercato della difesa come quello occidentale, caratterizzato da sistemi ad alta tecnologia ma con tempi di produzione decisamente più lenti rispetto ai principali competitor, l’offerta di Anduril si impernia su sistemi spendibili, facilmente producibili e in grado di sfruttare le molteplici applicazioni dell’IA sul campo di battaglia. Prova della validità di questo approccio sono le molteplici partnership strette con quei Paesi (come la Germania) che hanno fatto del rilancio della produzione un elemento chiave della propria deterrenza convenzionale, nonché la sempre più frequente comparsa del nome dell’azienda negli appalti del Pentagono. Questo approccio, ulteriormente potenziato dall’impiego dell’IA anche negli stessi siti produttivi, sta rendendo Anduril una vera e propria potenza nel settore. Se la domanda di questi sistemi e di questi metodi produttivi dovesse continuare a crescere (come probabilmente farà), la società potrebbe arrivare entro pochi anni a dominare l’intero settore. In questa ottica, i recenti accordi con Europa e Asia potrebbero costituire nient’altro che dei pieds-à-terre per un’espansione di respiro ben più ampio.

Anduril accelera nell’Indo-Pacifico. Nuovi accordi con Taiwan e Corea del Sud

Dopo aver consolidato la sua presenza in America ed Europa, Anduril punta con decisione all’Indo-Pacifico. L’apertura di una sede a Taiwan e la partnership industriale con la Corea del Sud segnano due passi chiave in una strategia che combina tecnologie autonome, intelligenza artificiale e capacità produttiva rapida. Un approccio che punta direttamente a risolvere le principali criticità del settore e che sta trasformando una startup della Silicon Valley in un colosso dell’industria della difesa globale

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